
Bentrovati cari lettori di “Irpinia World” al nostro consueto appuntamento con il piccolo paese altirpino di Cairano! Nei prossimi tre articoli desidero presentarvi ciò che da sempre, nel piccolo borgo di Cairano, ha alimentato il sentire comune di ogni membro di questa piccola comunità: la fede. Sono tante, infatti, le tradizioni e le pie pratiche religiose che i cairanesi cercano tuttora di mettere in atto nonostante il calo demografico che ogni anno si presenta sempre più forte.
La prova di questo sentire che accomuna da sempre gli abitanti di questo piccolo paese, è sicuramente il numero di chiese presenti nonostante il piccolo numero di abitanti: vi sono infatti ben tre chiese adibite al culto che con generoso impegno i cairanesi continuano a mantenere aperte e curate.
Iniziamo questo viaggio tra arte e fede mostrandovi, con una piccola guida riassuntiva, la chiesa principale del paese.
Come si presenta l'edificio nel suo complesso
La chiesa Madre di Cairano è intitolata a “S. Martino di Tours Vescovo” la cui effige statuaria si può ammirare nella nicchia centrale dell’abside. Di materiale ligneo (in sorbo), è scampata quasi intatta dal terremoto del Novembre 1980.
La pianta dell’edificio, a croce latina, si presenta alquanto imponente e ricca per una Parrocchia piccola come quella di Cairano e ciò fa pensare all’importanza che essa ha avuto nel corso della storia, appartenendo all’antica Arcidiocesi conzana. Lo stile settecentesco presentava, prima dei forti danni del sisma dell’80, un insieme di stucchi e ornamenti che andavano ad arricchire tutto il complesso, la navata centrale, le due navate laterali, per finire con il transetto, il presbiterio e l’abside che ospita tutt’ora l’antico e ornamentale coro ligneo. La prima pianta risale sicuramente a un periodo precedente al XVIII sec. il cui crollo, documentato alla fine degli anni del ‘600, ha portato alla riedificazione completa del complesso. Una nuova riedificazione, per motivi di ampliamento, è avvenuta alla fine del ‘700 ad opera dei signorotti del tempo. È quest’ultima pianta che si ammirava fino al novembre dell’80, quando la furia del sisma ha distrutto quasi completamente la navata centrale e ha creato forti danni al presbiterio, al transetto, all’abside e alla cupola. Un intervento di restauro acuto, studiato nei particolari e preciso, ha voluto riprendere la ricchezza di stile settecentesco napoletano. Sotto la direzione della soprintendenza, lo studio dell’Arch. Angelo Verderosa con la progettazione dell’Ing. Mario Fusacchia, è stato possibile recuperare la pianta a croce latina originaria del ‘700 e la maggior parte degli stucchi e ornamenti del presbiterio, della cupola e del transetto.
Il presbiterio e la cupola

La cupola, ricoperta con calotta ottagonale è campeggiata da stucchi rappresentanti la colomba (immagine dello Spirito Santo) attorniata da schiere angeliche che, con i loro raggi aurei, donano luce al presbiterio sottostante. Ai quattro angoli del presbiterio si possono ammirare le immagini di alcuni personaggi cardine della Bibbia tra cui i profeti Isaia (la cui figura ci mostra il momento cardine della sua vicenda storica: il momento in cui Dio gli purifica le labbra con il carbone ardente); Ezechiele con il carro di fuoco; Daniele che viene liberato da un angelo del Signore dalla fossa dei leoni e Zaccaria (l’ultimo dei profeti). Il transetto è ricco di stucchi raffiguranti angeli che sostengono stemmi e ornamenti floreali che, recuperati con arte, donano bellezza e ricchezza a tutto il presbiterio.



Il transetto
Il transetto destro ospita la “cappellina del Sacro Cuore (In gergo rinominata “cappellina del Cuor Gesù”) in marmo bianco che riprende lo stile della scuola napoletana. La cappellina ospita la statua del Sacro Cuore recentemente sottoposta a restauro insieme ad altre statue (Madonna del Carmelo, Ecce Homo, Madonna Addolorata, Madonna del S. Rosario, S. Maria del popolo). Il transetto destro ospita anche il busto del santo patrono S. Leone Magno la cui effige statuaria originale si trova nella Cappella a lui dedicata.
La facciata e il portale marmoreo

Il portale marmoreo, imponente all’entrata, riporta la scritta latina “Haech est Domus Dei et Porta Caeli” (questa è la casa di Dio e la porta per il Cielo). Il portale marmoreo antico è arricchito da una porta di commissione recente con sei “lamelle bassorilievo” in rame battute a mano che richiamano, rispettivamente, la natura del Cristo “Inizio” e “Fine”; la natura della sua Chiesa e il messaggio Evangelico della Carità di Cristo e della vita Eterna a noi donata per mezzo della sua passione e Resurrezione.
Spero di aver fatto nascere in voi la curiosità di venire a visitare la nostra chiesa da vicino. Ringrazio tutti e vi saluto con affetto, dandovi appuntamento al nostro prossimo incontro alla scoperta delle ricchezze artistiche del nostro paese.

Blogger Cairano. Ciao sono Luca, un ragazzo nato e cresciuto a Cairano e che vive tuttora a Cairano. Sono un tipo molto solare, a cui piace stare in compagnia e lavorare insieme; mi piace avere molte conoscenze e amicizie e ne ho tante sul territorio. Mi piace collaborare per qualcosa di bello per la nostra terra che possa aiutarla a renderla più viva. Sono impegnato da anni in alcune associazioni presenti sul territorio che si impegnano in qualcosa di concreto per la nostra amata Irpinia. Sono felicissimo di far parte di questo gruppo di giovani come me che hanno a cuore la crescita e la promozione della nostra cara terra. Sarò il promotore, in particolare, di Cairano, il paese più piccolino di tutta l’Irpinia, povero demograficamente (in particolare povero di gioventù) ma ricco di arte, storia, cultura e folklore. Mi piace gridarlo a tutti: IO AMO L’IRPINIA, IO AMO CAIRANO!
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