Al mio paese vedo fiorire il grano’. Zucchero avrebbe potuto scrivere queste parole guardando l’Irpinia e, in particolare, Calitri in questo periodo: i campi di grano, come in un quadro di Van Gogh, disegnano un paesaggio cromatico, in cui il verde ha la meglio, splendendo di speranza come non mai.
Il suono di giugno
Ascolto questa canzone, colonna sonora che mi accompagna ogni anno con l’arrivo del mese di giugno, godendomi l’aria piacevolmente calda e che anticipa l’estate. Ad ogni passo, le narici si riempiono di odore di fieno appena tagliato, mentre gli occhi ammirano con meraviglia e nostalgia un immenso mare verde, che ondeggia al vento e che di lì a poco si tingerà magicamente d’oro. Già nostalgia, perché dietro ogni spiga di grano si nasconde una storia: nel mio caso la storia e il ricordo dei miei nonni , la storia dell’ amore e della passione di mia madre, che porta avanti con sacrifici e dedizione il patrimonio pittoresco lasciato in eredità dai genitori.
Spiga di grano: simbolo di rinascita
Ma questa meraviglia, che ripercorre le nostre campagne, non è così scontata come sembra, non è solo frutto della terra, tutt’altro . È frutto di un meticoloso lavoro dei nostri nonni, dei nostri genitori e fortunatamente anche dei giovani, che sempre più riscoprono il valore della nostra terra, legandosi all’agricoltura.
Un lavoro che, a dispetto di quanto si possa pensare, impegna l’agricoltore durante tutto l’anno: inizia nella tarda estate con la preparazione dei terreni, prosegue con la semina nei mesi autunnali e la successiva concimazione, per terminare con la mietitura e la raccolta nel mese di luglio. Un lavoro che ci insegna l’arte della pazienza, che richiede cura e passione, appunto, e che nei periodi di prosperità regala gioia e soddisfazione: non dimenticherò mai gli occhi pieni di emozione di mio nonno nell’ ammirare il frutto della propria fatica nei giorni di mietitura.
Eppure è un lavoro che vive di incertezza : non sempre, infatti, in questo ambito vale il detto ‘Chi semina raccoglie’, ma lo spirito del contadino si contraddistingue per la sua tenacia e resilienza.
La pianta diventa quindi il simbolo della metamorfosi, cambiando forma e colore di stagione in stagione, crescendo sotto la mano amorevole del proprio contadino, rievocando la vita. La spiga di grano diventa simbolo di rinascita, di speranza, di luce.
Perciò, mi auguro che questa coccinella, trovata nel piccolo campo di famiglia, possa essere di buon auspicio a tutti gli agricoltori calitrani e non.
Buona stagione d’oro!
Blogger Calitri. Studentessa magistrale in ‘Economia e Management’, laureata in Economia Aziendale. Appassionata di fotografia e della mia terra. La mia ambizione più grande è quella di restare e fare del nostro territorio un luogo di opportunità per tanti giovani come me. Ecco perché ho deciso di far parte di questo progetto e di portare Calitri nel cuore di chi mi leggerà.
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