Le strette vie del paesello decorate a festa per il Natale sembrano essere lo scenario di un presepio incompleto, dal quale traspare una freddezza che è forse paragonabile soltanto al gelido clima di un neonato inverno. Il grigio asfalto, un po’ logorato dal tempo, sembra volermi mangiare le scarpe; la stanchezza inizia a farsi sentire e sono ormai costretto a sedermi sulla vecchia panchina in legno della piazzetta del centro storico.
Alzando di poco il mio sguardo da terra assisto ad uno spettacolo suggestivo, la cui perfetta espressione sembra essere il secolare tiglio oscurato dall’ombra della torre campanaria alle mie spalle. Le luci della piazzetta sono, nella loro semplicità, a dir poco incantevoli. Il fascino che questo borgo offre in questi giorni sembra, quasi per un attimo, farmi dimenticare il nefasto clima con il quale tutto il mondo fa i conti giorno per giorno…
Dalla finestra di rimpetto si affaccia un uomo d’altri tempi, figlio di un mondo ormai dimenticato. Ha il volto lacerato dal tempo, le sue rughe sono il simbolo di una vita vissuta in maniera semplice, con rispetto e umiltà. Ha indosso una camicia troppo grande per la sua stazza, accompagnata sulle spalle da uno scialle grigio; sulla sua testa una vecchia coppola che sembra ricordare quelle degli anni ’30 del secolo scorso.
Nelle sue mani ha un sigaro che porta alla bocca, con una cadenza quasi fissa, per cercare di dimenticare la solitudine con la quale fa i conti anche in queste feste troppo tristi per definirsi tali. Voltando di poco la sua testa, i nostri sguardi si incrociano e sorridendo, con un breve cenno della testa mi invita ad avvicinarsi al portone di casa sua.
Dopo qualche minuto, passato ad aspettare davanti all’uscio, mi si presenta davanti e mi invita ad entrare. I sui occhi raccontano un sentimento di pura felicità che questo Natale sembrava non volergli donare. Invitandomi ad entrare inizia a riempirmi di domande e a parlare di sé. Mi racconta che questo Natale lo avrebbe vissuto da solo, ma aveva comunque preparato le decorazioni, nella vana speranza che da un momento all’altro lo avrebbero raggiunto i suoi nipoti.
Come in una vecchia scena di Eduardo quell’anziano signore mi accompagna vicino al presepio, realizzato in un piccolo angolo accanto al focolare, nel quale l’anziano signore ha sintetizzato al meglio il significato del Natale per la comunità lapiana, unendo al gusto della tradizione presepiale classica le usanze del suo piccolo grande borgo.
Le immagini realizzate in quel presepio accendono nella mia memoria i ricordi di Natali passati nella pura semplicità che questa festa deve donare. Quei ricordi mi rubano un sorriso, che mi fa ripensare a tradizioni, senza le quali lo spirito natalizio non si assapora a pieno. Sembra strano… Fino allo scorso anno non ci badavo neppure, ma oggi, che quei bei momenti sono un dolce ricordo sbiadito dal tempo sembra tutto più triste.
Natale a Lapio: i ricordi del tempo
Cos’è il Natale per la comunità lapiana? Beh, non è una domanda alla quale è facile rispondere.
Il momento del Natale è innanzitutto un momento religioso, per l’appunto tutte le tradizioni natalizie sono figlie di una serie di precetti di matrice cattolica; esempio celeberrimo è la tradizione della Novena. Questa, che inizia il 16 dicembre e si conclude la mattina della vigilia di Natale, consiste in un’esecuzione vocale e strumentale, da parte di un gruppo di ragazzi, del celebre canto Tu scendi dalle stelle.
Accanto alla tradizione musicale, patrimonio indiscusso della nostra comunità, il Natale a Lapio, fino a qualche anno fa era anche un momento di esposizione della cultura teatrale, infatti non mancavano le rappresentazioni di spettacoli natalizi, la cui origine era riconducibile alla tradizione teatrale napoletana.
Dal punto di vista culinario, oggi, come sempre, Lapio è un degno esponente della tradizione culinaria irpina. Spiccano tra i prodotti tipici natalizi le zeppole di baccalà, gli strufoli e il capitone.
Lettera al vento
Fra pochi giorni i calendari di tutto il mondo cambieranno aspetto e, come per magia, l’anno che abbiamo trascorso rimarrà un amaro patrimonio lasciato ai libri di storia. I ricordi di questo Natale anomalo saranno ben presto lontani e mi auguro che potremmo tornare ad essere felici e a correre senza per strada, senza la paura che oggi tutto il mondo ha nei riguardi di un morbo odioso che ha tolto tanto a tutti noi.
L’anno che abbiamo vissuto sta per concludersi e il mio pensiero va a tutti coloro che questo odioso 2020 ci ha portato via, a tutti i ricordi lasciati a metà e a tutti i viaggi mai fatti e i progetti mai realizzati, a tutte le vite spezzate da una pandemia che ci ha stancati ancora prima di iniziare. Chi più e chi meno, tutti abbiamo pagato le spese di questo anno nefasto, che fra pochi giorni passerà. Oggi speriamo che il nuovo anno ci porti tante soddisfazioni, speriamo nel progresso, che, come cantava Lucio Dalla, tutti quanti stiamo già aspettando…
[…] Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando […] Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno, anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno. E si farà l’amore ognuno come gli va. Anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età. E senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età. […] L’anno che sta arrivando tra un anno passerà… Io mi sto preparando è questa la novità
Salve a tutti! Mi presento: il mio nome è Francesco e ho 18 anni; da sempre mi definisco (e mi definiscono) altruista, positivo e determinato (e anche logorroico). Sono uno studente del quinto anno del liceo classico “Publio Virgilio Marone” di Avellino e ho una grande passione per il teatro e la fotografia. Nel 2019 sono stato uno dei rifondatori del Forum comunale dei giovani di Lapio, del quale sono segretario. Amo la mia terra, che porto sempre nel cuore e che cerco giorno dopo giorno di valorizzare; ho scelto di prendere parte a questo progetto per mettere in evidenza il piccolo angolo di mondo nel quale vivo: Lapio, un paese le cui mura hanno tante storie da raccontare. Pronti a conoscere queste storie? Iniziamo…
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