c'era una volta Vallesaccarda

C’era una volta…

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c'era una volta Vallesaccarda
Foto: Sara Fischetti

La scorsa volta ci siamo lasciati con un piccolo ma grande punto di domanda: andare o restare. Un grande dubbio che ci porterebbe, probabilmente nella maniera più scontata, a ricercare fortuna altrove, nonostante in questi luoghi ci abbiamo vissuto, e in cui l’alba di un futuro glorioso sembra ancora lontana.

Tuttavia, se le idee non vi fossero ancora chiare e aveste ancora dei dubbi sulla scelta migliore, vorrei provare ad orientarvi, cercando di farvi percepire le emozioni che ho provato giorno dopo giorno calpestando la nostra terra, respirando la nostra aria ed immobilizzandomi nel vedere la natura fare il suo corso.

Proprio qualche giorno fa, ripercorrevo una frazione di Vallesaccarda: Cotugno. Sono solita intraprendere quest’itinerario ogni volta che voglio immergermi nella natura, nei paesaggi, e spesso lo faccio al tramonto. Avete presente la sensazione di quando nevica e tutto sembra fermarsi intorno a voi? Il mondo s’inchina a quello spettacolo maestoso con cui il cielo ricopre con un mantello bianco l’intero paesaggio; tutto rallenta… 

Grano
Foto: Sara Fischetti

La stessa identica sensazione mi ha pervasa quando, attraversando quel piccolo luogo abbandonato da Dio, mi sono approcciata, con rigoroso silenzio, ad ammirare: le colline, piene di grano che da verde, a breve, sarebbe passato ad un biondo chiaro, proprio come le chiome lucenti delle donne del Dolce Stil Novo; 

quegli spazi che sono infiniti, tanto da potersi perdere con lo sguardo e sentirsi un nulla a confronto (e la cosa finalmente non mi spaventa!); quel falco che nella sua maestosità sorvolava quei terreni quasi come se ne fosse il guardiano, ma che in realtà sapevo stava semplicemente avvistando la preda sulla quale da lì a poco si sarebbe scagliato;

quel sole calante che magicamente rendeva tutto più caldo, che mi rassicurava perché, nonostante il buio, di lì a poco si sarebbe avvicinato, lui era comunque là, assentato solo per pochi istanti; quelle case, che poi case non erano nemmeno più, erano ormai abbandonate, rovine, segno indelebile di un’epoca passata, in cui anche da lontano si riusciva ancora a percepire il calore di una famiglia; 

Rudere al sol calante
Foto: Sara Fischetti

ed, infine, quella strada che era il solo modo per riconnettermi col qui ed ora, che mi allontanava sempre di più da tutto questo, mi allontanava da un pomeriggio all’insegna di emozioni e sensazioni uniche e rare provate in un fugace lasso di tempo.

c'era una volta Casa abbandonata
Foto: Vera Fischetti

È difficile esprimere a pieno le emozioni che si provano perché sono sensazioni che ti entrano dentro e non escono più, diventano parte di te; ti pervadono interamente e non ti vogliono più lasciare. Sono queste sensazioni che ci aiutano a mantenere saldo e stretto il rapporto con le NOSTRE terre, perché dobbiamo dirlo sono nostre e di nessun’altro! Dobbiamo aver cura di portare queste emozioni, queste terre, questi paesaggi nel cuore di tutti e istigare con le nostre parole a voler provare di persona questi ATTIMI dei quali poi non si riesce più a fare a meno.

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