Il giorno più corto dell’anno è quello che conclude le 4 stagioni. Di tutti è quelloda sempre più temuto, nel quale si aspetta il ritorno del Re morente, che propizi un nuovo anno con la sua luce che torna a rinascere.
Un giorno di antichi riti, di culti nascosti, di storie, racconti e poesie, antiche e moderne, come questa, scritta proprio per cercare di propiziarsi un anno migliore rispetto a quello trascorso.
Al Re nuovo
Buio tremendo,
buio celato,
il Sole è morto
e le tenebre dominato.
Dea Angerona,
che il giorno riparta,
o dea silenziosa
ascolta vegliarda.
Nel giorno del titano,
ai massimi hai dato
Natali supremi
da vergini discesi:
Di Mitra, Cristo, Helios e Apollo,
il volto hai dischiuso
indicando il sentiero
del Re nuovo,
che riparta il cammino.
Giorno nefasto
in cui esala il respiro,
e il nuovo si aspetta,
nel buio imbandito.
Yule tremendo,
di freddo vestito:
che sia nuovo sole,
di luce vestito.
Sole invocato,
sole nutrito
dei sacrifici sii grato,
e il tuo ciclo riunito.
Sole finito,
Sole infinito:
che il giorno più corto
sia presto svanito.
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