Presepe Fontanarosa

Fontanarosa: il presepe e “Il Natale rubato”

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Presepe Fontanarosa
Foto di Luigi Zollo

Cari lettori, dopo avervi parlato della lavorazione della pietra, in questo articolo ci sarebbe piaciuto portarvi dietro le quinte dell’arte presepiale fontanarosana. Infatti a dicembre, nella Chiesa di Santa Maria, viene allestito un meraviglioso presepio ricco di particolari sempre nuovi. 

Sono tanti i visitatori che passano a trovarci in questo periodo per ammirarlo in tutta la sua imponenza, anche noi fontanarosani corriamo ad vederlo, spinti dalla curiosità.

Quest’anno il coronavirus ha impedito ad artigiani e volontari di incontrarsi e di conseguenza non è stato possibile allestire il presepe.

Dovete sapere che questa è una tradizione molto antica e vi sono diversi racconti legati ad essa. Quello che ha senza dubbio suscitato più scalpore risale al 1982. 
 
All’epoca Fontanarosa vantava la presenza di pregiati pastori del ‘700 nel suo presepe, nel mese di dicembre questi vennero rubati e alcuni di essi non sono mai stati ritrovati. 
L’accaduto creò tale sgomento che si cominciò a fantasticare su cosa potesse essere successo a quei pastori, come spesso si fa quando si leggono notizie di cronaca riguardanti casi irrisolti. 
 
Tra ipotesi più o meno realistiche, un po’ per gioco e un po’ per ingegno, ci fu qualcuno che ne trasse ispirazione per un film, ed è proprio di questo che abbiamo deciso di parlarvi oggi. 
 
Il film in questione è “Il Natale rubato” , del regista Pino Tordiglione. 
 
È stato presentato in anteprima il 4 settembre 2003, durante la 60ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove ha ricevuto il Premio Mediterraneo Cinema. Inoltre ha ricevuto la Targa d’Argento dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi.
Il Natale rubato - immagine
Foto di Google

La trama del film

La storia è incentrata su Fortunato, un povero contadino, e Filomena, sua figlia. 

Poco prima del Natale, la bambina è improvvisamente colpita da una febbre molto alta e viene ricoverata in ospedale dove il dottor Ruzza le diagnostica una grave malattia che la porterà, in breve tempo, a morte certa.

La sfortuna sembra di nuovo abbattersi su Fortunato che pochi anni prima, subito dopo la nascita di Filomena, aveva visto morire la sua amata moglie Consolata. 

L’unica possibilità di salvezza per la bambina è un intervento chirurgico molto costoso: 50 milioni di lire.

Scena di Il Natale rubato - Fontanarosa
Foto di Google

Il contadino, nonostante la miseria, non si dà per vinto, si rimbocca le maniche e inizia a bussare a tutte le porte per chiedere un aiuto e raggiungere la somma necessaria per l’intervento chirurgico.

Ma di fronte all’indifferenza della gente a Fortunato resta un’unica possibilità: rubare le statuine dell’antico presepe e rivenderle. L’uomo ruba i “pastori” e li rivende, riuscendo a guadagnare la cifra sufficiente a pagare le cure necessarie per salvare la vita di sua figlia.

In paese, appresa la notizia del furto commesso, c’è sgomento e incredulità, tutti si chiedono chi possa aver commesso il malsano gesto. Il Natale, senza l’adorato presepe, non sarà mai lo stesso.

Solo una statuina rimane invenduta, quella del pastorello Noè, in quanto ritenuta non di estimabile valore, e Fortunato la dona a sua figlia posizionandola sul suo comodino.

Nella notte di Natale Filomena è nel letto, ancora malata, ma improvvisamente la statuina prende vita e assume sembianze umane: Noè diventa amico della bambina, riesce a strapparle qualche sorriso e a donarle felicità e serenità.

Arriva così il tanto atteso giorno delle cure, Filomena viene sottoposta ad intervento chirurgico dal dottor Benson e grazie anche alle successive cure riesce a sconfiggere la malattia e a riacquistare la salute.

Nel frattempo in paese il tempo scorre secondo le solite abitudini. Si avvicina il nuovo Natale e la comunità, orfana dell’antico presepio, ha chiamato il maestro Giuseppe Ferrigno che, riproducendo il volto degli abitanti del paese, plasma i pastori da collocare nel nuovo presepio.

Ma Fortunato, tormentato dai rimorsi, decide di costituirsi ai carabinieri, confessando al maresciallo il furto commesso. Il parroco e i cittadini, appreso quanto accaduto, decidono di non denunciare il pover’uomo, nonostante quei pastorelli rappresentavano un motivo di vanto e orgoglio per l’importanza che l’antico presepio aveva nella comunità.

Arriva la notte di Natale e Fortunato, Filomena, il parroco e tutta la comunità celebrano la consueta Messa di Natale in un’atmosfera di ritrovata gioia per il nuovo presepe realizzato.

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