“Si viene qui per visitare il cielo
o per guardare altri paesi da lontano.
si viene qui senza aspettarsi
una bellezza concitata, qualcosa che ci buchi
le costole o dia fuoco ai cuscini su cui dormiamo.
frigento è un umano insediamento
dove la vita è quella che è e quella che appare.
niente finzioni, ma un esercizio lento, elementare.
si cammina sulla pietra
si tocca un intonaco come fosse
la spalla di un amico
si ammira un portale come fosse l’occhio
di un padre quieto e laborioso.
si sale da un lato e si scende dall’altro
e chi voleva vedere l’imbroglio
dei nostri tempi, chi voleva frugare
nel sud dell’incuria e dell’inedia
trova un paese sobrio e semplice
come una sedia”.
Cari lettori, oggi ho deciso di raccontarvi la storia di uno dei pochi paesi dell’Irpina che il 2 giugno 1946 votò a favore della Democrazia.
frequentum Romana Città (f.R.C)
Sulle pendici di un colle della dorsale dell’Appennino Sannita che segna lo spartiacque tra le valli dei torrenti Ufita e Frèdane. Numerose testimonianze anche archeologiche hanno consentito di dare un’effettiva conferma ad un’origine romana del paese. Nel territorio sono infatti venute alla luce resti di un impianto fognario, lapidi, terrecotte, iscrizioni latine di età Repubblicana Imperiale e un complesso di “cisterne”, localizzate in via San Giovanni, risalenti almeno al I secolo a.C.
Le magnifiche cisterne romane di Frigento sono un’imponente opera architettonica rinomata in tutta la regione Irpina. In seguito alla conquista di Frigento da parte di Silla,la città diventò colonia romana nel V secolo circa. Per mano di Quinzio Valgo, da quel momento in poi la città fu arricchita dal punto di vista architettonico. Furono costruite le nuove mura, i portici, il foro e le cisterne in questione. Dal punto di vista strutturale, il complesso murario è in opus incertum realizzato con pietra locale.
Le cisterne sono citate in un’iscrizione custodita nella Cattedrale dove vengono riportati i magistrati che si impegnarono nella ricostruzione della città dopo la guerra sociale. In particolare, viene menzionato l’’architetto Antistius (anche in una seconda iscrizione), al quale viene attribuita la costruzione delle suddette cisterne.
Durante l’occupazione romana, nel 662 divenne confederazione dei romani, ai quali la popolazione del luogo si mantenne sempre fedele in cambio di alcuni privilegi.
L'invalicabile Frigento
La posizione dominante e facilmente difendibile di Frigento rientrava nella politica del sistema strategico dei Normanni, che cominciarono a fortificare le case, cercando di arroccarli quasi sempre sulle cime più impervie.
Nel 1078 il borgo fu infeudato ai signori di Gesualdo, nella persona del principe Guglielmo I, il cui successore fu, nel 1152, il figlio Elia. A seguito di un atto d’insubordinazione di Roberto Gesualdo, il re Manfredi confiscò il feudo per concederlo al più fedele conte di Maletta. Con l’ascensione al trono di Carlo I d’Angiò, la famiglia dei Gesualdo ritornò ad essere più potente che mai. In quegli anni Elia II era il signore di Frigento e morì senza lasciare prole.
La decaduta e la ripresa del bel paese
Verso la metà del XV secolo Frigento inizia a perdere molto del suo antico splendore, cominciando così uno stato di abbandono generale culminato nella perdita di autonomia della diocesi frigentina. Per tutto il secolo XVI e XVII, la crisi continua inarrestabile per cause naturali, per i frequenti terremoti, le numerose pestilenze e soprattutto per la sua posizione periferica rispetto ai centri più importanti.
Dopo l’evento sismico della Vigilia di Sant’Andrea, il 29 settembre del 1732 si verificò una significativa rinascita artistico-culturale della cittadina, che in questi anni si arricchì di monumenti e di case signorili, finemente rifinite con elementi decorativi in pietra lavorata. Successivamente il borgo fu infeudato ai Caracciolo, principi di Avellino, che lo mantennero fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità.
Quel maledetto 23 Novembre
Nel novembre del 1980 il violento terremoto ha danneggiato non solo le abitazioni, ma anche la maggior parte degli edifici storici del paese,quali chiese, palazzi e lo stesso edificio del Municipio, ridotto per metà in macerie.
In occasione del terremoto del 1980 vi furono, nel solo comune di Frigento, 4 morti, 80 feriti e 663 senzatetto.
Per la stesura di questo articolo ringrazio il Comune di Frigento per le fonti storiche.
To be continued...
Siamo arrivati alla fine di questo articolo, ma non temere! Se continuerai a seguirci ben presto riavrai la fortuna di reimmergerti nella bellissima Frigento! Alla prossima!
Un blogger Frigentino! Salve lettori, mi presento: mi chiamo Federico Cocchiola ma per gli amici Scrocchiola, ho 18 anni, il mio paese è Frigento e amo la mia terra. Ho deciso di far parte di questo blog per permettere a voi lettori di immergervi in uno dei paesi più belli d’Irpinia. Nel mio comune mi sono impegnato in ogni modo possibile; faccio parte di diverse associazioni: sono, infatti, un volontario della Pubblica Assistenza frigentina nonché il “presidente” del Forum dei Giovani. Cari saluti Scrocchiola
Iscriviti alla nostra newsletter e resta aggiornato sulle uscite dei paesi che più ti interessano