
Il 16 agosto per noi frigentini è un po’ come il Santo Natale, perché si festeggia San Rocco il Santo Protettore. Questa festa non è come le altre perché per noi San Rocco non è un Santo ma uno di famiglia!
San Rocco per Frigento
Preziosi come l’oro, sapienti come ricami fatti da mani antiche, sacri come il raccolto. Frigento in estate lascia il posto all’oro del grano, che ne diventa il simbolo. Ed proprio in questo periodo che il raccolto si celebra con i carri covoni e con i “mezzetti”.
Con l’inizio della Novena dedicata al Santo i balconi e le finestre del paese si abbelliscono con i cosiddetti “lampioni”, che sono dei manufatti a forma di stelle, di spartane imbarcazioni o ancora di tamburi, tutti realizzati con strisce di canna completamente ricoperte da carta velina variopinta.
A Frigento la tradizione è di scena per celebrare San Rocco con la sfilata dei tradizionali mezzetti. I rituali seguiti sono ancora quelli di un tempo: il simulacro del Santo viene portato in processione lungo le strade del paese mentre alcune devote portano sul capo i mezzetti, grandi recipienti in legno contenenti all’incirca 30 kg. di grano (simbolo di abbondanza). Questi ultimi ornati artisticamente con grano intrecciato, nastri colorati o fiori finti.
Il tesoro di San Rocco
Il tesoro di San Rocco non è altro che l’assemblaggio dei vari ex voto in oro donati al santo in seguito ad una grazia ricevuta.
La creazione del “vestito”, è stata possibile per due motivi: il primo perché è uno dei santi più venerati; il secondo perché molte famiglie, in cambio di una grazia da parte di quest’ultimo, davano in dono degli oggetti in oro come anelli, catene, orecchini. Ancora oggi ci sono persone che si affidano a San Rocco e che in cambio offrono dell’oro.




Nel 1860 ci fu un’epidemia di colera: Frigento non fu toccata, mentre nei paesi vicini ci furono molti contagi e morti. Questo fatto particolare spinse molti abitanti di questi paesi a venire in pellegrinaggio a Frigento.
All’inizio questi furono vietati per evitare dei contagi nel paese, ma in un secondo momento fu deciso di portare la statua di San Rocco in via San Filippo (zona nota ai più per la presenza di un ex carcere statale) cosi da far benedire i vari paesi vicini.
Molte persone accorsero in quel posto per poter ringraziare il Santo, portando in dono dell’oro. Da quel momento molti di loro parteciparono alla processione di San Rocco lungo le strade di Frigento.
Nel 1902 la chiesa di San Rocco prese fuoco; al suo interno vi era anche la statua con il vestito d’oro e infatti molte parti finirono liquefatte. tuttavia, grazie all’operato del orefice Pelosi Giuseppe Maria, i pezzi danneggiati furono accorpati, cosi da creare delle palle d’oro. Nel 1903, quando la statua usci per la prima volta dopo l’incendio, i frigentini, per affetto e devozione verso il Santo e per ricostruire il manto, decisero di donare dell’oro per ricreare il vestito.
Arte frigentina
Il mezzetto come ex voto, almeno a Frigento, non nasce subito come un manufatto decorato da portare al Santo. Nel passato le offerte alle anime del Purgatorio, ai santi per grazia ricevuta, non potevano essere in denaro, soprattutto se doveva essere sostanziosa. Dopo la guerra vi era l’uso di appendere grosse banconote al passaggio di San Rocco mentre, nel mondo contadino, il migliore custode della genuina e spontanea fede, retaggio di culti pagani conservato per secoli, era il dono in grano. Altri, quelli più abbienti, donavano enormi ceri dello stesso peso dei figli guariti.




Offrire al Santo circa 23 kg di grano era tanto; per essere sicuri dell’esattezza del peso si riempiva il mezzetto (unità di misura dei cereali in Campania) e la mattina del 16 agosto si arrivava a piedi e si deponeva l’offerta in una grossa cassa di legno messa davanti all’ingresso della chiesa a lui dedicata. Alcuni, invece del mezzetto, usavano dei sacchi per fare l’offerta in grano. Chi decideva di portare il grano nel mezzetto vi apponeva, come ancora si fa oggi, la figura del Santo e si decorava il recipiente con un panno ricamato, legato con un nastro.
I più devoti, per onorare maggiormente San Rocco, non si limitavano a mettere un lino ricamato ma, con delle canne, formavano una guglia che quasi sempre ornavano con i fiocchi delle cresime, con qualche fiore di carta, insomma con quello che a loro gusto potesse andare bene per abbellire il manufatto.
La testimonianza più antica dei mezzetti a Frigento è offerta da una foto della processione in onore di san Rocco nel 1903. Nel tempo, migliorate le condizioni di vita, i devoti acquistarono fiori finti per abbellire gli obelischi mentre la lavorazione della paglia risale al 1996, da un’idea di alcuni frigentini.
Dal 1968 fino al 1982 la tradizione dei mezzetti per San Rocco si interruppe e l’offerta in grano fu sostituita con la più comoda offerta un denaro.
To be continued...
Siamo arrivati alla fine di questo articolo, ma non temete! Se continuerete a seguirci ben presto riavrete la fortuna di immergervi nella bellissima Frigento! ALLA PROSSIMA!

Un blogger Frigentino! Salve lettori, mi presento: mi chiamo Federico Cocchiola ma per gli amici Scrocchiola, ho 18 anni, il mio paese è Frigento e amo la mia terra. Ho deciso di far parte di questo blog per permettere a voi lettori di immergervi in uno dei paesi più belli d’Irpinia. Nel mio comune mi sono impegnato in ogni modo possibile; faccio parte di diverse associazioni: sono, infatti, un volontario della Pubblica Assistenza frigentina nonché il “presidente” del Forum dei Giovani. Cari saluti Scrocchiola
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