Plastico del castello di Ariano

Il plastico del castello di Ariano

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Plastico del castello di Ariano
Foto Giancarlo Guardabascio

Care lettrici e cari lettori del blog, oggi vi farò conoscere un’opera d’arte ideata e realizzata durante il lungo periodo di lockdown, una fedele riproduzione in scala del castello di Ariano.

L’ideazione e la realizzazione

Raffaele (Lello) Guardabascio è uno storico locale che da anni si impegna nella valorizzazione dei beni culturali della città di Ariano. Sono innumerevoli le attività sul territorio dell’Associazione Circoli Culturali “Pasquale Ciccone”, di cui è presidente, ultima in ordine cronologico è stata la redazione del libro “Ariano ieri e oggi” una raccolta di 650 foto correlate da didascalie capaci di far vivere le tappe salienti della storia del Tricolle.

Castello
Foto Giancarlo Guardabascio

Lello non si smentisce mai e durante il lungo periodo di lockdown ha ideato una miniatura del castello grazie alle proprie conoscenze storiche e allo studio delle foto in suo possesso. La realizzazione dell’opera è toccata a suo figlio Giancarlo che sapientemente ha utilizzato: polistirene, alabastrino, polvere di marmo, colla e vernici.

La struttura

Guardando il plastico immediatamente salta all’occhio l’irregolarità della cinta muraria, infatti essa si estende realmente a Nord per 40 m., a Sud per 56 m., a Est per 72 m. e a Ovest per 81 m.

Plastico del Castello di Ariano
Foto Giancarlo Guardabascio

Anche il diametro  delle torri varia, quelle di Sud-Ovest e Sud-Est misurano  effettivamente 16 m. mentre quelle di Nord-Ovest e Nord-Est ne misurano solo 13 m. Dal plastico sono visibili i resti della torre centrale, la cui altezza doveva esser presumibilmente di 20 mt. permettendo, secondo alcuni storici, di poter scorgere il Mare Adriatico (ne parlo qui).

I dettagli

Sono visibili i camminamenti fino a qualche decennio fa accessibili da parte della cittadinanza e ora non più per motivi di sicurezza. Anticamente proprio dalla sommità del castello la comunità arianese assisteva agli “spari” in occasione della festa delle Sacre Spine (ne parlo qui).

All’interno del castello sono presenti i serbatoi dell’acqua e alla sinistra dei ruderi del donjon è visibile una costruzione moderna ove sono collocate le pompe che distribuiscono l’acqua nel centro storico.

Ai piedi dell’ingresso del museo sono presenti dei reperti rinvenuti nell’area archeologica sannitica-romana di Aequum Tuticum.

Il dettaglio che più incuriosisce è costituito dalla presenza, nell’area Nord-Est dei ruderi del donjon, di un forno per la produzione di campane risalente agli inizi del XVII secolo, venuto alla luce grazie alla campagna di scavi del 1988, 1990 e 1993.

Fornace per la produzione di campane
Foto Giancarlo Guardabascio

Spero che l’amministrazione comunale possa acquistare questo plastico e collocarlo degnamente in un museo al fine di renderlo fruibile alla cittadinanza vista la sua alta potenzialità didattica.

Al prossimo articolo, grazie per l’attenzione.

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