Io ti penso, e tu?

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Sant'Angelo dei Lombardi
Scatto di Stella Signoriello

I mesi che abbiamo appena vissuto hanno messo a dura prova tutti noi. Siamo stati catapultati in una realtà che credevamo (e speravamo) potesse esistere solo nei film. E come nei film, speravamo che tutto finisse presto e che alla fine, come dal nulla, un deus ex machina risolvesse tutto e riportasse tutto alla normalità. La normalità…come l’abbiamo cercata e sognata in questi mesi. Anche solo uscire di casa ci sembrava un’utopia. 

Oggi non è tutto finito, il film di cui siamo attori ancora non si è concluso, la trama si modifica giorno dopo giorno, e il finale, purtroppo, ci sembra ancora così incerto. Eppure stiamo ricominciando a riprendere in mano le nostre vite, siamo liberi, con le dovute accortezze, di rivedere i nostri cari, i nostri amici, tutte quelle persone che durante il periodo di quarantena ci sono mancate e che non vedevamo l’ora di riabbracciare. 

Parlo da adulta, e durante i mesi di confinamento sociale sono riuscita a razionalizzare la situazione. Mi rendevo conto dell’importanza delle misure di sicurezza adottate e della loro osservanza. Ma per gli adulti è semplice, è facile ragionare, imporsi di non farsi buttare giù da pensieri negativi. Anche solo analizzare i dati dei contagi talvolta risultava benefico; vedere i numeri scendere poteva essere di conforto.

Ma i bambini? Come hanno reagito a questi stravolgimenti? Niente scuola, niente amici, niente giardini pubblici. Solo un computer. 

È da lì che in questi mesi hanno visto il mondo. E chissà se si sono resi conto di quello che succedeva intorno a loro, chissà come hanno interpretato tutti i cambiamenti…

L’iniziativa del centro Sprar

Per rispondere a questi interrogativi, il centro Sprar di Sant’Angelo dei Lombardi ha rivolto un pensiero ai più piccoli, cercando di dar loro voce, mettendo in piedi il progetto “Io ti penso, e tu?”, che nelle prossime settimane vedrà coinvolti tutti i bambini di Sant’Angelo che vorranno parteciparvi.

Integrazione e socializzazione attraverso l'invio e la ricezione di lettere
Scatto di Salvatore Casale

In cosa consiste il progetto?

Nella sede del centro Sprar è stata allestita una cassetta delle lettere, nella quale una volta a settimana ogni bambino potrà imbucare una lettera destinata ad un caro amico, per dirgli tutto ciò che probabilmente di persona non è riuscito ad esprimere. 

Potrà parlare di quanto gli è mancato averlo come compagno di banco, oppure giocare di pomeriggio insieme, o ancora potrà provare a descrivere come abbia vissuto questo periodo così particolare. 

Insomma avranno la possibilità di esprimersi liberamente. In fondo si sa che spesso si riesce ad aprirsi molto più scrivendo o disegnando che non parlando. 

Si tratta di un’iniziativa estremamente interessante, e per quanto possa sembrare strano che nell’ era di internet si invitino i bambini a scrivere delle lettere, ritengo che invece proprio questo renda il progetto ancor più particolare. 

Nei mesi passati, come già detto, i bambini hanno vissuto 24 ore su 24 con un computer davanti agli occhi, e quindi invitarli ad impugnare una penna e a godere del profumo dei fogli, mi sembra il miglior modo per far sì che riprendano contatto con la vita vera.

Inoltre fattore ancor più rilevante nel progetto è che, gli operatori del centro Sprar, ospitando due famiglie siriane per un totale di 9 bambini, hanno potuto assistere a come delle persone lontane dalla propria casa abbiano potuto affrontare un periodo così pesante senza poter neanche virtualmente sentire la vicinanza di una persona cara. 

È per questo che il progetto si rivolge principalmente a questi bambini, per far sì che possano riprendere, da dove li avevano lasciati, prima della chiusura della scuola, quei legami di amicizia che erano riusciti a stringere. Ricevere ed inviare delle lettere sarà l’occasione giusta per consolidare vecchie amicizie o per stringerne di nuove. Avranno modo di rendersi conto di quante persone gli vogliano bene e di quanto la loro amicizia sia importante e fondamentale nella vita di tutti gli altri bambini. 

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