
Bentrovati a tutti voi lettori e sostenitori di “Irpinia World” con il nostro ormai affezionato appuntamento alla scoperta del piccolo paese irpino di Cairano! Ho deciso di dedicare alcuni dei nostri appuntamenti mensili, alla riscoperta delle antiche tradizioni culinarie cairanesi. Oggi tocca ad una particolare produzione di questo periodo che, insieme ai tipici “peperoni cruschi”, và a coronare la maggior parte delle nostre stradine e desta non poca curiosità negli occhi dei turisti che vengono a visitare il nostro paese, inducendoli a fotografare le varie “mazze di legno” su cui giacciono questi curiosi “dischi di zucca”. Ancora più strano è il nome che esse vanno ad assumere nella tipica lingua dialettale: “Turzuledrr”.
R turzuledrr sono un prodotto tipico del periodo di fine estate-inizio autunno, giorni in cui le zucche presentano la loro completa maturazione. Questi strani “dischi di zucca” tagliata, sbucciata e privata dei semi, viene messa ad essicare al sole per alcuni giorni, fino a quando non si presentano completamente disidratate da sembrare quasi delle “matasse di lana”. Oltre al loro aspetto strano, la curiosità che nasce negli occhi di chi le vede per la prima volta è sicuramente capire il perché vengono essiccate e non conservate in altro modo.
E’ proprio qui la particolarità che fa assumere al prodotto la sua preziosa antichità. Nel passato non si aveva la possibilità di congelare i prodotti o conservarli in frigo e la zucca, ortaggio che si può avere solo in questo periodo, veniva diligentemente essiccato dalle nostre massaie per poterlo poi consumare durante l’inverno: non volendo, hanno dato vita ad un piatto straordinario della cucina tipica! Esse si conservano fino a un anno intero in buste di carta e nel momento in cui devono essere consumate si immergono per alcune ore nell’acqua fino a quando si reidratano e riassumono la loro forma originale; l’unica cosa che cambia, ovviamente, è il gusto che si presenta completamente diverso da quelle cotte fresche.

Quest’immagine illustra come si presentano alla vista “r turzuledrr’ appena essiccate: sembrano davvero delle matasse di lana.
Il loro tipico profumo richiama quello dei peperoni cruschi che vengono essiccati nello stesso periodo ed hanno un profumo originale che non richiama l’odore tipico della zucca ma il profumo e la freschezza dell’aria di Cairano.
Come si prepara il piatto tipico delle "turzuledrr"

Per preparare questo tipico e curioso piatto cairanese, bisogna prendere alcuni dischi essiccati di zucca e immergerli nell’acqua fino a quando non assumono la loro forma originale.
Nel momento in cui si sono reidratate, si tagliano a pezzetti e si immergono per pochissimi minuti in acqua bollente.
Intanto si versa dell’olio d’oliva in una padella e lo si fa soffriggere insieme ad uno spicchio d’aglio.
Prima che l’aglio bruci, si versano i pezzetti di zucca (precedentemente bolliti e scolati bene) nella padella e si fanno soffriggere insieme ad alcuni peperoni cruschi sbriciolati all’interno e un pò di sale fino. Non si fanno cuocere per molto tempo ma bisogna avere l’accortezza di girarle spesso per farle insaporire bene. E’ davvero molto semplice preparare questo tipico piatto altirpino ma vi assicuro che è un contorno prelibato (lo si può notare dalla foto). Inoltre esso si presta benissimo anche come condimento per la pasta e si può fare in diverse varianti; questa semplice con olio, aglio e peperoni cruschi resta sempre e comunque quella originale.
I semi della zucca essiccati: "r menl'"

Della zucca che si va a tagliare ed essicare, non si butta davvero nulla! Le bucce sono usate come foraggio per gli animali e i loro semi vengono anch’essi essiccati al sole e conservati. Sono il “passatempo” delle serate invernali davanti al focolare dove ci si diletta a sbucciarle e gustarle come frutta secca. Si perde davvero molto tempo a toglierne la buccia perciò è considerato un vero e proprio “passatempo” nelle fredde serate invernali” durante le quali, nei tempi antichi, era il capofamiglia ad avere il compito di sbucciarle e distribuirle a tutti. Nel dialetto cairanese, questi semi di zucca essiccati vengono chiamate “menl'”
Vi ringrazio di cuore per l’attenzione e per aver letto il mio articolo. Vi do appuntamento al prossimo per scoprire un nuovo piatto della tradizione cairanese; intanto vi invito a venire a Cairano per saggiare r turzuledrr’. Alla prossima!

Blogger Cairano. Ciao sono Luca, un ragazzo nato e cresciuto a Cairano e che vive tuttora a Cairano. Sono un tipo molto solare, a cui piace stare in compagnia e lavorare insieme; mi piace avere molte conoscenze e amicizie e ne ho tante sul territorio. Mi piace collaborare per qualcosa di bello per la nostra terra che possa aiutarla a renderla più viva. Sono impegnato da anni in alcune associazioni presenti sul territorio che si impegnano in qualcosa di concreto per la nostra amata Irpinia. Sono felicissimo di far parte di questo gruppo di giovani come me che hanno a cuore la crescita e la promozione della nostra cara terra. Sarò il promotore, in particolare, di Cairano, il paese più piccolino di tutta l’Irpinia, povero demograficamente (in particolare povero di gioventù) ma ricco di arte, storia, cultura e folklore. Mi piace gridarlo a tutti: IO AMO L’IRPINIA, IO AMO CAIRANO!
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