La Dogana Aragonese o Palazzo della Bufeta (o Bufata, dal nome del fiume Ufita, anticamente Vufeta, che scorre non molto lontano)sorge su una piccola altura della parte iniziale della Valle Ufita, la cui costruzione sarebbe stata commissionata nel 1479 da un esponente della famiglia regnante di Federico d’Aragona, che fu re dal 1496 al 1501.
Sulla funzione originaria della costruzione si registrano due tesi storiche:
a)secondo la prima, il palazzo sarebbe stato edificato come residenza reale di caccia nella vicina Bufata (un bosco prossimo al fiume), per poi trasformarsi, a causa della crescita della transumanza e contestualmente delle greggi pascolanti, in dogana di pertinenza della famiglia regnante;
b) per la seconda tesi, mentre, il complesso edilizio fu appositamente costruito per controllare il folto transito delle greggi in transumanza per trarne profitti e, quindi, riempirne le casse del regno. Tuttavia, la Dogana sotto forma di fortezza fu edificata ex novo in età aragonese, sul modello dell’architettura angioina, come prova la forma delle torri, che fra l’altro farebbero pensare ad un uso anche strategico-militare a difesa della piana dell’Ufita, esposta ad attacchi di briganti soprattutto interessati a rapinare le greggi.
La struttura quadrangolare era costituita nel lato Est e nel lato Sud da un pian terreno e da un primo piano variamente organizzati e probabilmente destinati ad ospitare militari e pastori, oltre che funzionari statali addetti alla gestione della Dogana. Il lato Nord e quello Ovest erano occupati soltanto da enormi stalle. Questi due grandi ambienti e parte della corte ospitavano le greggi transumanti o che pascolavano nel territorio circostante. L’ingresso principale non era quello attuale, ma si apriva al centro della parete Sud. Lo stesso stemma araldico con epigrafe, oggi posizionato sul versante Est, doveva trovarsi al di sopra dell’arco d’ingresso e quindi sulla parete Sud.
Tale sito archeologico risalente al 1479, ha mantenuto nel tempo la sua struttura portante e la sua identità che hanno permesso di portare avanti dei lavori di restauro e di valorizzazione della dogana stessa.
I lavori hanno permesso di salvare il destino della dogana dalle condizioni precarie nelle quali versava e sono stati portati a termine nel 2011. Questi lavori sono stati accompagnati dal rinnovo dell’area adiacente al palazzo in modo da renderlo accessibile al pubblico.
La Dogana Aragonese si è rivelato essere luogo di interesse culturale e aggregazione. Sono state molteplici le iniziative messe in campo per tenere viva l’importanza intorno a questo importante sito storico. Si ricorda sicuramente la “Disfida del soffritto” realizzata con Slow Food, “Dogana blues” evento interamente dedicato al blues che ha visto la partecipazione di mostri sacri del genere musicale, mostre fotografiche, presentazione di libri con rievocazioni storiche ed eventi di aggregazione giovanile .
In futuro la dogana Aragonese potrebbe essere utilizzata come museo del giglio di Flumeri e di alcuni reperti storici che appartengono ai territori della Valle Ufita e della Baronia. Inoltre verrà sicuramente utilizzata come successo negli ultimi anni per la realizzazione di eventi culturali e per la valorizzazione del territorio. Le proposte in ballo sono molte e l’interesse del popoli flumerese nel promuovere l’importanza della dogana aragonese è uno degli obiettivi principali per dare lustro alla nostra cittadina.
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