panoramica centro storico morra de sanctis

La salita al Palazzo Biondi-Morra

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panoramica centro storico morra de sanctis
Foto di Jonatas Di Sabato

Dopo l’arrivo, la prima tappa obbligatoria è quella che deve anche redimere dai peccati del viaggiatore che non conosca Morra. Proprio come un’ascesa, la salita al centro storico è l’inizio del percorso nel cuore della storia di Morra.

Primo giorno - poco dopo l'ora terza:
dove si sale dai Principi, si incontrano strane rocce, e si va con lo sguardo tra battaglie lungo i secoli.

Quando si arriva nella piazza “De Sanctis” di Morra, il primo sguardo si posa sui grandi palazzi signorili che dominano il circondario. La maggior parte voluti dalla famiglia Molinari, dettano quella che è la fisionomia del paese “nuovo”, dando un tono altolocato a questa prospettiva che ha 200 anni. Il paese prima era molto diverso, ma ne riparleremo.

Superata, quindi, questa prima fase, inizia una salita sinuosa, tra strade lastricate in pietra, che porta nella parte più antica del centro abitato. Salendo iniziamo a capire dove Morra si “siede”: le tracce del conglomerato di cui geologicamente il paese è composto, sorgono un po’ ovunque e non è un dettaglio di poco conto: come vedremo, ogni palazzo aveva una sua cisterna d’acqua e questo è dovuto proprio alla geologia del terreno. Il conglomerato, infatti, è un tipo di roccia sedimentaria molto permeabile, il che vuol dire che l’acqua piovana “scappa” tra i suoi meandri sabbiosi per poi riaffiorare, sotto forma di sorgenti, più a valle, dove argille impermeabili la fanno risalire. Ecco spiegata la presenza dei grandi pozzi di raccolta dell’acqua piovana ed ecco spiegato anche il probabile perché, almeno fino al medioevo, questa zona non fosse abitata permanentemente.

C’è anche un altro dettaglio che all’occhio più esperto non sfuggirà: nonostante gli sforzi profusi, è chiaro come tutto ciò che circonda e compone il centro storico, di storico, effettivamente, abbia solo il ricordo: restando in tema geologico, i vari terremoti hanno condannato ad inerorabili e ripetuti restauri gli edifici, cambiando anche assetti e conformazioni nel corso dei secoli (non ultimo quello del 1980). Questo fa sì che, per viaggiare nella storia di Morra, se debba essere muniti anche di non poca immaginazione, per poter “vedere” quello che è invisibile agli occhi.

Giunti a metà della salita verso la parte alta, si viene accolti da una fisionomia ben diversa del paese: vicoli più stretti, stradine tortuose e sguardi che si stagliano su edifici forse anche troppo grandi per un borgo così piccolo. È il caso delle altissime mura della Chiesa Madre o della lunghezza del Palazzo Biondi-Morra. Proprio quest’ultimo rappresenta il punto di massima salita per quanto riguarda l’abitato: ci troviamo circa ad 850 metri d’altezza.

Da qui, messere, si domina la valle avrebbe probabilmente detto Francesco Di Giacomo se fosse stato al nostro fianco e potrebbe effettivamente iniziare così il racconto che porta alla scoperta del (fu) castello. Da questo punto, infatti, davvero è possibile controllare tutto ciò che ci circonda, e questo ci permette di ricostruire il perché della sua posizione.

Tra le ipotesi di nascita di Morra, o, per meglio dire, tra le varie possibilità delle motivazioni della costruzione del paese qui, c’è, appunto, quella del controllo su tre punti principali del territorio: ad est la “Capostrada” (parleremo approfonditamente anche di questo diverticolo viario) e Compsa, a sud c’è la Sella di Conza e “Serro di Morra” e ad ovest Sant’Angelo e la zona che va verso quello che fu il Principato di Benevento. È chiara quindi la motivazione “difensiva” alla base della fortificazione iniziale di questi luoghi. Ma chi la fece?

Questa domanda non ha una risposta precisa ma, grazie a delle prove spesso nascoste tra la stratigrafia urbana del paese, si possono individuare almeno due momenti principali di sviluppo della parte antica: il primo è legato alla fondazione, durante la guerra “Greco-Gotica“, quando le truppe ostrogote, nello scontro contro le truppe bizantine, fortificarono vari luoghi intorno proprio a Compsa, prima di arretrare verso i Monti Lattari ed essere definitivamente sconfitti. È in questo momento che, come probabile avamposto militare, viene costruito il primo nucleo di quello che diventerà, poi, il paese vero e proprio. Siamo negli anni tra il 535 e il 553 dopo Cristo. Non a caso, a suffragare questa teoria, ci sarebbe il fatto che le la famiglia dei Morra avrebbe origini gote.

Chi fortificò il paese furono, invece, i Longobardi: questo popolo, arrivato in Italia come mercenario al soldo delle truppe di Giustiniano, approfittò della debolezza politico-militare del dopo guerra per una vera e propria migrazione di massa. Furono loro, con ogni probabilità, a fortificare e monumentalizzare il paese e a dare l’assetto di sviluppo al centro storico. Di tracce, purtroppo, non ce ne sono molte ma possiamo notare, da piccolissime prove, il come “l’attenzione” delle componenti difensive sia traslata dal “guardare” le zone di Compsa e della Valle del Sele, verso ovest, dove, dal IX secolo in avanti, si avrà quel confine che separerà il Principato di Salerno, sotto il quale Morra ricadeva, da quello di Benevento. Morra diventa, così, terreno di confine e di battaglie e questo fa supporre, grazie anche a notizie storiche, l’importanza che dovesse avere strategicamente e il come potesse essere ben fortificato. Purtroppo, come detto, per avere delle certezze l’unica via è quella di indagini archeologiche estese ma, al momento, non c’è nessun progetto in cantiere.

Torniamo al nostro “castello”. Avrete notato che il termine castello non lo utilizzo, preferendo un più appropriato “palazzo”. Anche qui il motivo è semplice: la connotazione spiccatamente difensivo/offensiva è stata persa da secoli e le svariate peripezie di chi fu signore di Morra ha fatto si che tale dimora diventasse, col tempo, semplice luogo di vacanza, facendo perdere l’antica utilità militare della costruzione. Per questo motivo trovo molto più approppriato il termine “palazzo” a quello di castello”.

Tralasciando queste discussioni, appare chiaro come, passeggiando nel centro storico del paese, si possa notare solo ad un primo sguardo quelle che sono state le motivazioni e le cause che hanno portato a determinate scelte abitative e del come tanti fattori abbiano anche inciso in maniera determinante sulle scelte di chi, nel passato, camminava tra queste montagne.

Questo è quindi il paesaggio che si presenta all’osservatore che, dalla piazza, come prima ed obbligatoria tappa, sale fino alla sommità dell’abitato. Ora non ci resta che girarci ed entrare nella struttura che più di altre può raccontarci la storia di questi luoghi.

Alla prossima…

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