Torre aragonese

La storia della Torre Aragonese

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Torre aragonese
Fonte: Instagram @fdgpietra

Nell’articolo di oggi parleremo della Torre Aragonese presente nel nostro piccolo centro storico all’apparenza povero, ma in fondo ricco di storia.
In un testo scritto nel 1394 si legge che il Casale di San Pietro la Sala, poi Pietra delli Fusi, sito nelle pertinenze di Monte Fuscolo, viene concesso dall’Abate Pandullo al feudatario Roberto De Tocco, fratello dello stesso abate, con l’obbligo di ricostruirlo e pagare al Monastero un’oncia d’oro all’anno. Si accenna ancora alle misere condizioni economiche degli abitanti, precisando che in tutto non superavano le 13 unità, trattandosi, quindi, di un feudo improduttivo e poco appetibile. 

A Roberto successe il figlio Giacomo che, con l’intento di valorizzare il casale ebbe l’idea di erigere nel sito più alto del territorio, nonché su un enorme masso roccioso, una torre di sorveglianza ed avvistamento, con l’istituzione, ai piedi della stessa torre, di una stazione di pedaggio dei carri con merci o bestiame in transito.
L’idea non trovò favorevole l’abbazia di Montevergine, dove il Cardinale Ugone di Lusignano si oppose dicendo che l’edificio ricadeva per tre parti ancora in un’area di competenza del Monastero di Montevergine. Era chiaramente un pretesto per far desistere Giacomo De Tocco dal progetto, che ritrovatosi con un casale povero, decise di restituire l’eredità avuta dal padre al monastero di Montevergine.

Veduta torre
fonte: Instagram @gianni.scc

A questo punto il Cardinale Lusignano, liberatosi di Giacomo, continuò nella costruzione della torre, sfruttando il progetto del De Tocco. La stazione di pedaggio era situata nell’attuale Piazza N.Melisci dove, i carri che arrivavano da Passo di Dentecane, attraverso il Vallone lo Pozzillo, si potevano dirigere verso l’attuale Via Acquaviva D’Aragona, che attraversava il borgo antico, oppure, verso la Via Pella che aggirava l’area del borgo. Con queste due strade il transito veniva suddiviso in quello diretto al borgo ed in quello di passaggio, destinato alle greggi di animali che, dopo aver versato un tributo, transitavano per Via Pella per raggiungere Benevento, Montefusco o Avellino, attraverso S.Egidio. 

Questo perché al Passo di Dentecane, dove si controllava il transito sulla Via Nova, l’autostrada A16 dell’epoca, nonché arteria esclusiva per i funzionari amministrativi, militari della Corona e persone dell’alta nobiltà, era impedito il passaggio di bestiame venendo deviato per Pietra delli Fusi, attraversando il Vallone lo Pozzillo, Rione S.Gennaro, o via I Podestà, e la strada a valle dell’attuale Piazza G.Marconi, all’epoca inesistente. Le strutture edilizie connesse alla torre erano utilizzate come dimora del delegato e dei funzionari nominati dal titolare del feudo, mentre la torre era utilizzata per controllare l’intero percorso dal Passo di Dentecane a Pietra delli Fusi, il traffico su Via Pella e, ipoteticamente, l’intera proprietà feudale. Probabile anche la presenza di qualche ostello del tempo con delle stalle, data la presenza di mangiatoie nei locali prossimi al pedaggio, per chi volesse dimorare per la notte. 

La stazione di pedaggio restò in funzione all’incirca fino alla fine del 1700 quando Ferdinando IV di Borbone, riscattando il Paese di Montefuscolo dalla servitù feudale, abolì il diritto di pedaggio a Passo di Dentecane e di conseguenza anche la Portolania di Pietra delli Fusi.

Torre aragonese
Fonte: Instagram @chris_lep_
Al giorno d’oggi la Torre Aragonese rimane simbolo indiscusso del paese, dove nel periodo estivo vengono organizzate diverse manifestazioni dalle Associazioni del paese. Quest’anno, nonostante non sia stato possibile svolgere manifestazioni causa covid, per la prima volta dopo tanti anni, durante il periodo estivo, sono stati aperti i suoi giardini per delle semplici passeggiate e dare la possibilità al visitatore di poter osservare lo splendido paesaggio che comprende parte del Sannio, la Media Valle del Calore fino ad arrivare a parte della Valle Ufita.
Vista dalla torre aragonese
Fonte: Foto Vincenzo De Santis
Oggi, conoscendo la storia, il visitatore guarderà con occhi diversi quel paesaggio, immaginandosi il traffico che proveniva da Passo di Dentecane e transitava per Via Pella, consapevole che quella torre, seppur vuota, conserva ricordi inimmaginabili.
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