Lauro museo dedicato ad umberto nobile

Lauro e Umberto Nobile, pioniere dell’Artico

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Lauro museo dedicato ad umberto nobile
Fonte: fb @amici di umberto nobile

Questo è il mio primo articolo del 2021 e scelgo di iniziare parlando di un illustre figlio della mia Lauro, Umberto Nobile pioniere dell’Artico. La mia scelta è dettata da due ragioni: lo spessore del personaggio e gennaio, il suo mese natio.

il generale Nobile e la cagnetta Titina
fonte: fb @amici di umberto nobile

Umberto Nobile

Riassumere in poche righe la figura dell’eroe è difficile cercherò pertanto di esporre le tappe fondamentali della sua vita narrandone le imprese e il legame mai spezzatosi con la terra che gli diede i natali.

Umberto Nobile nacque a Lauro il 21 gennaio del 1885, i genitori erano originari di Eboli e il padre, Vincenzo Nicolò Francesco Nobile delle Piane,  era capo dell’ Ufficio del Registro. Il suo lavoro era soggetto a continui trasferimenti e perciò fu il caso o il destino che volle omaggiare la nostra cittadina dandole la possibilità di accogliere i primi vagiti del futuro generale dei ghiacci.

La famiglia era di discendenza nobile e suo nonno Vincenzo, che era stato ciambellano alla corte di Francesco II delle Due Sicilie, nel periodo dell’unità d’Italia scelse la fedeltà ai Borbone, atto che gli costò l’ostilità savoiarda e la perdita del titolo nobiliare. Il cognome Nobile si riferisce quindi all’appellativo di casta.

La permanenza dei Nobile nella verde valle fu dunque breve e sebbene Umberto avesse  circa un anno quando il papà fu traferito a Sant’Angelo dei Lombardi il legame con Lauro non si spezzò mai e tornò qui a distanza di anni tra i suoi concittadini, in quel paesino che aveva imparato ad amare e a sentir suo grazie ai racconti dei genitori.

nobile, dirigibile norge
fonte: fb @amici di umberto nobile

La spedizione del Norge

Dopo essersi laureato nel 1908 in ingegneria meccanica Nobile si dedicò allo studio dei dirigibili sperimentando nuove tecniche di costruzione e realizzando notevoli progetti, il che gli permise di raggiungere la fama e a 38 anni il grado di tenente colonnello. Tale fama fece sì che nel 1925 l’esploratore norvegese Roald Amundsen lo contattasse coinvolgendolo nel suo proposito di raggiungere il Polo Nord.

Molti anni dopo, in una intervista rilasciata a Brizio Montinaro, Nobile racconta così la prima spedizione al Polo a bordo del dirigibile da egli stesso progettato: “Lo scopo che si prefiggeva la prima spedizione polare, quella che si chiamò … scrivono NORGE ma si pronuncia in realtà Norghe che poi vuole dire Norvegia e che si effettuò nel 1926, era di scoprire che cosa c’era fra il Polo e le coste dell’Alaska. Questa era una regione sulla quale nelle carte del tempo era scritto ‘regione inaccessibile’ perchè qualunque tentativo era stato fatto per entrarvi non era mai riuscito. Scoprimmo che fra il Polo e l’Alaska c’era un mare ghiacciato. Fu chiamato Mare Artico, Oceano Polare e noi avevamo compiuto la prima traversata di questo mare.”

dirigibile italia
fonte: @osservatorioartico.it

La seconda spedizione con l' "Italia"

Il successo del Norge accrebbe la popolarità di Nobile e gli procurò il grado di generale nonostante l’avversione di importanti esponenti del regime fascista. L’eroe dei ghiacci cominciò a preparare dunque una seconda spedizione a bordo del dirigibile ribattezzato “Italia”. Era il maggio del 1928 quando Nobile sorvolò i ghiacci polari in compagnia del suo equipaggio e dell’inseparabile cagnetta Titina. Sembrava andare tutto bene ma durante il viaggio di ritorno l’aeronave fu travolta da una bufera e mentre la cabina di comando precipitava sul pack il dirigibile con a bordo 6 uomini scompariva per sempre tra le nubi.

La notizia del disastro sconvolse il mondo, parecchie nazioni si mobilitarono per trarre in salvo i superstiti che intanto avevano montato sui ghiacci una tenda. “La tenda passò alla storia col nome di Tenda Rossa benchè rossa non sia mai stata” afferma l’esploratore nel corso dell’intervista di cui sopra, e aggiunge “E’ stata rossa il primo giorno, per un giorno o due, perchè per farla vedere meglio dall’alto fu dipinta con del colore di anilina che conservavamo come sempre, e poi dopo svanì. Infatti, quando tornai in Italia, era già bianca, un bianco sporco. Rossa non è mai più stata.

Dopo giorni di  tribolazioni il generale fu salvato da un aereo svedese e più tardi, grazie al rompighiaccio sovietico Krassin, fu tratto in salvo il restante equipaggio.

direttore museo nobile
fonte: fb @amici di umberto nobile

Lauro e il museo

Tra Nobile e Lauro c’è un legame profondo intensificatosi negli anni: attraversando la piazza ad egli intitolata ci si rende conto che ogni cosa  parla di lui, dalla lapide affissa sulla facciata di Palazzo Lupo che celebra l’impresa del Norge, al Museo Comunale che custodisce alcuni cimeli donati alla città dalla famiglia del generale. Qui, grazie alla passione e all’impegno del direttore Antonio Ventre, Umberto Nobile continua a vivere e ad entusiasmare le giovani generazioni.

giovanni taufer poeta laurese
fonte: Fb @antonella taufer marinelli

il professore Taufer

Parlando dell’eroe del Polo Nord non posso non citare il compianto professore Giovanni Taufer, maestro elementare per professione, poeta per passione. Quest’uomo, colto ed elegante nonché profondo conoscitore dell’idioma napoletano ha raccontato il re dei ghiacci con sapienza e delicatezza: in “Storia d’o generale Umberto Nobile” è racchiusa la vita dell’illustre concittadino che egli accarezza coi suoi versi. Concludo l’articolo condividendo una delle liriche del libro, un omaggio dovuto al poeta, al generale … e a Lauro.

Lauro, piazza nobile innevata
Fonte: @prolocolauro.it

'O paese nativo

Lauro è ‘o paese

addò nascette

nu juorno ‘e vierno

e sciuccava forte.

 

Dint’a stu paese

io nce stette

n’anno e forse cchiù

nun m’allicordo.

 

Chisto è nu paese 

bell’assaje,

dint’ ‘a ‘na valle

d’ ‘a “Verde Irpinia”.

 

Sta ‘ncimma a tutto, 

‘ncoppo a nu pestiello,

cu tanti ccasa attuorno

nu bello vecchiariello.

 

Io m’allicordo niente

d’ ‘0 paese addò nascette,

pecchè tenevo n’anno

quanno me ne jette.

 

Però, cu tutto chesto

vuje site assicurate,

ca ‘a dint’ ‘o core mio,

nun s’è mmaje alluntanato.

 

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