Lauro, porta di Fellino

Lauro: la storia, la leggenda e la romana Fellino

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Lauro, porta di Fellino
Foto di Tilde Schiavone

Nell’emblema della città di Lauro compare un albero di alloro attorno al quale campeggia un leone rampante … l’effigie ci proietta al tempo dei miti e degli eroi visto che il felino ritratto altri non è che il feroce leone di Nemea strangolato a mani nude da Ercole in quella che viene ricordata come la prima delle sue dodici fatiche. 

Un'antica terra tra storia e leggenda

Lauro, emblema
Fonte: Comune di Lauro

Un’antica leggenda in effetti, riportata da Giuseppe Del Cappellano nel suo Trattato che raccoglie i documenti familiari fino al diciassettesimo secolo e ripresa poi dallo studioso Gianstefano Remondini, racconta che il sopracitato eroe, dopo aver edificato Herculano giunge nelle nostre terre e precisamente in località Frecogna (o Friconia o Fregonia) dove viene accolto dagli abitanti festanti. Il luogo era all’epoca cosparso di piante di lauro i cui rami sventolati in segno di giubilo al passaggio del semidio inducono quest’ultimo, impressionato da tale devozione,  a sostare per un istante maturando poi la decisione di prendere sotto la sua tutela il territorio. Ed è in memoria di tale evento che  il toponimo Frecogna viene tramutato in Lauro.

La fondazione di Lauro da parte del figlio di Zeus, si sa, è una leggenda, non ne conosciamo quindi le radici ma possiamo supporre che essa sia stata tramandata oralmente e poi trascritta giungendo così fino a noi autorizzandoci ad ipotizzare, seppur sprovvisti di riscontri storici, la gloriosa alba di questo territorio … e comunque, leggenda o non leggenda, che Lauro e il circondario sorgano in un luogo la cui aria appare intrisa di antichità e di gloria è un dato di fatto: tombe sannitiche rinvenute in zona e reperti ceramici risalenti addirittura all’età preistorica raccontano un lunghissimo viaggio lungo i sentieri del tempo e della conoscenza consentendoci di ricostruire, con l’ausilio anche dell’immaginazione, epoche e civiltà misteriose e inaccessibili. Le fonti della nostra storia diventano però più concrete e tangibili se, muovendoci idealmente tra le diverse epoche, giungiamo al tempo in cui gli antichi romani imposero il loro modello di civiltà al mondo conosciuto.

Romanità ...

Lauro, villa romana ambienti termali
Foto: Tilde Schiavone

La romanità di Lauro e del Vallo è impressa nelle pietre, nei reperti che il presente ci ha consegnato grazie al lavoro di instancabili studiosi che ha permesso di ricostruire quel passato che da qualche decennio non ci appare più così confuso e vago. Documenti dunque, epigrafi, are, cippi, il sito archeologico con ambienti termali di cui in altra sede narrerò,  ricollegano questa area della bassa Irpina al tempo dei latini … per non parlare poi dei nomi dei luoghi che racchiudono e da secoli trascinano le tracce dell’antichità: quelli dei paesi che danno forma e sostanza alla nostra amata  Valle  e i toponimi di alcuni quartieri come Preturo, Ima, Migliano, Pignano, Fellino, toponimi di per sé evocativi, capaci cioè di raccontare la propria storia svelando caratteristiche e  peculiarità di una determinata località.

Fellino, terra di vasai

Lauro, fellino e la terracotta
Foto: pagina FB C'era una volta al borgo - Lauro

Per amare un luogo è necessario scrutarlo, penetrarlo, conoscerlo … non serve percorrere distrattamente un tratto di strada, è importante attraversarlo con la volontà di comprenderlo solo così si potranno percepire i suoni, i rumori, gli odori, le voci, quegli elementi che identificano un posto e che niente e nessuno potrà sradicare.  La sensazione di perderci nei meandri del tempo immaginandoci proiettati in una dimensione sì remota ma familiare, non è inconsueta se ci  inoltriamo tra le vie di Fellino: varcata la soglia della porta medievale su cui solo nel 1789 fu collocato l’orologio che ancora oggi si può ammirare, si giunge in un ameno e caratteristico rione che come pochi riesce a farsi ascoltare … e che sussurra all’anima parole arcaiche, sprigionando poi penetranti fragranze e  svelando infine i suoi segreti.

Parlando di “segreti” ecco che mi sovviene la graziosa chiesetta della Pietà, situata in tale quartiere ma al riparo da occhi indiscreti. Essa, di impostazione barocca e arricchita da preziosi dipinti ha custodito per secoli un tesoro nascosto emerso solo negli anni ’80 : l’ipogeo,  che prima di diventare un sito medievale era stato probabilmente un tempio e conserva sia amorini provenienti da are pagane che affreschi raffiguranti la vita di Gesù, il più prezioso dei quali, il Battesimo, ritrae il Figlio di Dio nella sua totale nudità.  Ma il toponimo Fellino (da figlinum o figulinum) rivela anche un’altra storia … una storia fatta di lavoro, di creatività … di artigianato perché qui, e precisamente nel luogo dove oggi sorge l’auditorium San Filippo Neri, “cavallerizza” nel ‘700, asilo infantile e chiesa poi, un tempo c’era una fabbrica e Fellino era terra di vasai.

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