La confraternita è un’associazione pubblica di fedeli della Chiesa Cattolica che ha come scopo peculiare e caratterizzante l’incremento del culto pubblico, l’esercizio di opere di carità, di penitenza, di catechesi.
Trova legittimazione sia nelle leggi della Repubblica che in quelle della Santa Sede, anche se da diversi anni questa parola non compare più nel codice di diritto canonico che però torna più volte sulle “associazioni di fedeli”. Wikipedia a parte, scopriamo insieme le confraternite e le confraternite di Montella.
Storia e inizio delle confraternite
Le più antiche notizie risalgono a confraternite sorte in Francia nel secolo VII. In Italia, le prime ebbero formazione nel secolo X, ma fiorirono realmente nei secoli XII e XIII. A Roma, nel 1264, sorse la confraternita del Gonfalone. Come altre che sorsero fuori dall’Italia, il loro scopo era aiutare i fedeli poveri che intendevano effettuare pellegrinaggi. Nei secoli XV e XVI sorsero molte confraternite, della prima metà del 1500 sono quelle del Santissimo Rosario e del Santissimo Sacramento (tali confraternite sorsero anche a Montella nel medesimo periodo). Tra le motivazioni che spingevano la costituzione di confraternite c’era sicuramente lo sviluppo del luteranesimo e quindi il tentativo di porre argini alle eresie.
Questi sodalizi avevano solo finalità di culto e il loro statuto doveva essere approvato dall’autorità ecclesiastica. Il Concilio di Trento pose sotto la giurisdizione della chiesa le confraternite, ma spesso, comunque, si richiese Il Regio Assenso, che conferiva la personalità giuridica. È questo il caso delle confraternite di Montella. La legge del 15 agosto 1867 riconobbe alle confraternite la personalità giuridica in quanto enti di beneficenza.
Nel 1890, con decreto reale, le confraternite furono soggette a un provvedimento di trasformazione, che, anche se di culto, le obbligava a destinare i beni a scopi di beneficenza. Il concordato del 1929, stabilì che le confraternite aventi finalità di culto dovevano dipendere, per quanto riguardava il funzionamento e l’amministrazione, dall’autorità ecclesiastica. Nella nostra diocesi gli ultimi cambiamenti all’organizzazione delle confraternite riguardano alcune modifiche statutarie apportate su richiesta del Vescovo tra la fine degli anni 90 e gli inizi del 2000. Da quel periodo, ad esempio, è possibile anche per le donne fare richiesta di partecipazione.
Caratteristiche di una confraternita
Le 12 confraternite di Montella nascono con Bolla Papale, sono dotate di uno statuto e, a parte una, seguono tutte un’organizzazione simile. A queste 12 si aggiunge il Terzo Ordine Secolare Francescano, la Fraternita di Misericordia e ovviamente, in processione, i gruppi di Azione Cattolica delle parrocchie del paese.
Una precisazione c’è da fare. Ci sono Confraternite ed Arciconfraternite. Le arciconfraternite hanno il diritto di aggregare ai loro privilegi e indulgenze altre confraternite; tale è, ad esempio, il caso dell’arciconfraternita dei cinturati di Sant’Agostino di Bologna, a cui fu aggregata la confraternita di San Bernardino di Montella. Questa come le altre tre, Santissimo Sacramento, Santissimo Rosario nella Annunziata e Santissimo Rosario in San Nicola, sono diventate arciconfraternite a fine secolo scorso ma a titolo puramente onorifico. Cioè, è esistito un periodo nel quale per fondare una confraternita bisognava “appoggiarsi” obbligatoriamente ad un’arciconfraternita.
Tutte le confraternite di Montella hanno un’intitolazione precisa, spesso è un Santo ma può trattarsi anche di un Mistero della fede.
Si riuniscono in un oratorio che quasi sempre insiste su una chiesa, spesso intitolata allo stesso Santo.
Hanno tutte dei colori precisi che caratterizzano “la veste” e lo stendardo (o labaro o gonfalone). Questi colori spesso richiamano quelli del Santo e sono riproposti, come l’effige, sullo stendardo. Lo stendardo, poi, è leggermente diverso per le arciconfraternite, monta un’altra struttura (quasi sempre un crocifisso con dei parati) in cima all’asta.
Le vesti hanno nella quasi totalità la stessa composizione: una tunica con maniche lunga fino ai piedi, un cordone alla vita, un cappuccio (simbolo di obbedienza, carità ignota, rispetto e lutto nei casi prescritti) e un mozzetto (o mozzetta). In alcuni casi i confrati portano un medaglione con l’immagine del Santo e di recente, alcune, hanno aggiunto anche la custodia per la veste.
La veste è personale e non indossabile da altri, ma può essere data in eredità. Viene consegnata al nuovo confrate durante un apposito rito di vestizione nel quale viene benedetta. Deve essere conservata con cura e indossata con dignità e rispetto. In tantissimi casi, soprattutto i mozzetti, costituiscono vere e proprie antiche opere d’arte tessile.
Le confraternite sono rette da una “banca”, un consiglio. A capo c’è un priore (in un caso il presidente) eletto con voto segreto (favorevole o contrario per singolo candidato). Collaborano con il priore due assistenti, il cassiere, il segretario e il maestro dei novizi. Questo è un ruolo molto importante nell’organigramma poiché in capo a questa persona è il dovere di formare i nuovi confrati. Il priore partecipa alla processione con un “bastone”. I sodalizi sono seguiti dal Padre Spirituale, che è il parroco, il quale non ha poteri ma costituisce una guida. I confrati si riuniscono seduti sugli stalli (scanni per i montellesi) nell’oratorio secondo un preciso ordine cronologico per ingresso, dal decano ai novizi. Gli oratori spesso custodiscono tesori di arte e paramenti sacri, sculture e soprattutto opere lignee artigianali antiche e di pregio come appunto gli stalli, ma anche portoni, armadi, archivi e arredi in genere.
L’attività di preghiera delle confraternite di Montella è concentrata nel periodo invernale, mentre il periodo estivo è caratterizzato dalle processioni. Durante tutto l’anno liturgico partecipano alle celebrazioni solenni e agli incontri di preghiera che lo richiedono.
Le confraternite di Montella
Per voi l’elenco con un minimo di storia per ogni confraternita. L’ordine non è cronologico, ma bensì quello delle processioni, quindi per vicinanza al santo. Aprono le processioni i gruppi di azione cattolica a seguire il Terzo Ordine Francescano, la Fraternita di Misericordia, poi tutte le confraternite di Montella, quindi il clero e le autorità, il santo, la banda e il popolo.
Santissimo Sacramento: nel 1541, con bolla del Papa Paolo III, nella cappella dell’Immacolata Concezione nella chiesa di San Francesco a Folloni, la “Pia adunanza di Santa Maria del Monte” divenne una confraternita con la denominazione di Santissimo Sacramento (e dell’Immacolata Concezione). Fu aggregata ad un’arciconfraternita di Roma. Intorno al 1600 costruirono l’oratorio presso la collegiata e un altare nella stessa dedicato all’Immacolata. E’ da notare la particolare storia di questa confraternita che nel 1541 fondò il Monte di Pietà che divenne sempre più attivo, ricco e munifico. Il Monte oltre alle elemosine elargiva borse di studio ai seminaristi e doti alle giovani spose. Al monte fu offerta, nel 1544, la cappella di Santa Maria del Monte che da esso fu ricostruita. Nello stesso periodo si fece costruire un monastero che ospitò i riformati di San Francesco dal 1604, a spese del Monte.
Il 20 giugno 1752 re Carlo III concesse il regio assenso alla confraternita. L’arciconfraternita del Santissimo Sacramento è anche proprietaria della chiesa di San Vito. Nell’oratorio è stata conservata la reliquia del miracolo del sacco di San Francesco (di cui vi parlerò presto) e la confraternita custodisce anche il corpo di San Felicissimo Martire in un altare di sua proprietà nella collegiata.
La veste è di colore rosso e non presenta il mozzetto. Ma in passato questa confraternita aveva anche un’altra veste di colore “cenerino” utilizzata per i riti e le celebrazioni all’Immacolata della quale si titola.
San Bernardino da Siena: ha l’onore di essere la prima confraternita eretta a Montella, nel 1482, dieci anni prima della scoperta dell’America. Ebbe il titolo di arciconfraternita nel 1881 con bolla di Leone XIII. Anche questa fu aggregata ad un’arciconfraternita, di Bologna, e la denominazione nel 1719 divenne “congregazione di San Bernardino, Santa Maria della Consolazione, Sant’Agostino e Santa Monica”. Anche questa intorno al 1600 si dotò di un oratorio presso la collegiata dove eresse due cappelle (San Bernardino e Santa Monica). Il 27 giugno 1754 il re di Napoli concesse il Reale Assenso. L’arciconfraternita ha ricevuto, nella storia, diverse reliquie: di Sant’Agostino, di Santa Monica, dei Santi Martiri Clemente, Teodosio, Felicissimo, Vitale, Teodoro, Bonifacio e Florido. Gli altari dell’arciconfraternita di San Bernardino da Siena sono tutti privilegiati.
La veste è di colore bianco e il mozzetto di nobile velluto blu “carta da zucchero”.
Prima delle prossime due confraternite c’è da dire che in passato vicino alla chiesa di San Leonardo (nei pressi di piazza Matteotti) c’era una ricovero per forestieri gestito da quattro laici. Erano evidentemente bravi nel loro mestiere e gli fu affidata la gestione di altre due chiese: l’Annunziata e San Rocco. Nel 1534 in questa chiesa vi era un’effige della Madonna della Libera che secondo una leggenda fu portata dalle Fiandre da un cavaliere Montellese, e nei pressi fu trasferito l’”ospedale” che iniziò ad ospitare anche pellegrini.
Santissimo Rosario nell’Annunziata: nel 1573 gli amministratori fondarono nella chiesa dell’Annunziata la confraternita del Santissimo Rosario, ottenendo, lo stesso anno, la Bolla. La chiesa fu quindi ingrandita ma non era sufficiente per ospitare devoti e fedeli e così la confraternita decise di costruire una nuova chiesa sotto il titolo di Santa Maria della Libera che ospitava anche San Rocco, tutt’ora aperta al culto dal 1617. Nel 1565, in seguito alla terribile peste, i montellesi eressero a protettori e patroni di Montella la Madonna della Libera e San Rocco. Le quattro chiese (San Leonardo, San Rocco, l’Annunziata e Santa Maria della Libera) erano state così riunite, secondo la Bolla di Clemente VIII del 1593, sotto l’amministrazione dei governatori della Santissima Annunziata eletti nella confraternita del Santissimo Rosario. La chiesa dell’Annunziata fu distrutta dal terremoto del 23 novembre 1980 e da quel giorno la confraternita si è “trasferita” nella chiesa della Madonna della Libera. Il Reale Assenso è del 19 agosto del 1748
La veste è di colore bianco e il mozzetto di un giallo “paglierino” con riporti e ricami in oro.
Santissimo Rosario in San Nicola: la chiesa dell’Annunziata era molto distante e scomoda per i rioni più alti di Montella. E così nel rione Garzano, l’8 giugno 1712, fu fondata, con Bolla di Papa Clemente XI, un’altra congrega del Santissimo Rosario nella chiesa parrocchiale di San Nicola. Si creò ovviamente una disputa che fece sospendere le attività di questa confraternita per due anni. Il Vescovo di Nusco stabilì che le due congreghe, entrambe legittimate da Bolla Papale, potevano coesistere nello stesso paese perché appartenenti a due parrocchie diverse.
Come per l’arciconfraternita del Santissimo Sacramento anche questa fu chiamata ad amministrare un monte. Nel 1765 con la morte del nobile sacerdote, avvocato, Alessandro Bosco, fu costituito per volontà testamentaria il “Monte Bosco”. Nel 1766 la congrega ottenne il Regio Assenso, ma come le altre, riguardava il regolamento. A questa data i confrati erano 90. La confraternita del Santissimo Rosario in San Nicola è stata, infatti, la prima ad avere Regio Assenso di fondazione nel 1778.
La veste e il mozzetto sono di colore bianco con riporti neri.
Santissimo Sacramento e cinque piaghe (di nostro Signore Gesù Cristo e i dolori di Maria): nella chiesa di San Michele Arcangelo, il 10 marzo 1686, nacque, con Bolla, questa arciconfraternita che fu aggregata nel 1690 all’omonima arciconfraternita in Roma. L’8 settembre 1694 un terremoto distrusse Montella, restò in piedi quasi esclusivamente la chiesa di San Michele Arcangelo. Per gratitudine i confrati della nuova congrega fecero erigere una cappella alla Nascita di Maria. La confraternita aveva bisogno di un oratorio, e fu costruito nel 1714, adiacente la chiesa, sotto il titolo di Cinque Piaghe di Gesù Cristo e Maria Addolorata. Nel 1752 si ottenne il Regio Decreto quando i confrati erano 174. Poco dopo, alle spalle delle due costruzioni, fu realizzato un nuovo oratorio e il precedente divenne chiesa, sempre intitolata alle Cinque Piaghe e Maria Addolorata.
La veste è di colore bianco e il mozzetto rosso e azzurro.
Immacolata concezione: nasce con Bolla nel 1743 ma come pio sodalizio della Presentazione. Ora, prima vi ho raccontato della doppia veste dell’arciconfraternita del Santissimo Sacramento, bene, nel 1688 il priore decise (per incrementare il numero dei confrati in processione) di cedere la veste cenerina ai confrati dell’oratorio della Presentazione nei pressi della chiesa di San Benedetto, lungo il Corso. Tutti si opposero, ma non abbiamo notizie di come da pio sodalizio della Presentazione si sia arrivati, ufficialmente, alla congrega dell’Immacolata Concezione in San Benedetto. Sappiamo però che il portale di accesso in pietra e gli stalli provenissero dal monastero di San Guglielmo al Goleto.
La veste è di colore bianco e il mozzetto azzurro.
San Giuseppe Patriarca: la Bolla è del giugno del 1744, firmata da Benedetto XIV, e fu aggregata all’omonima arciconfraternita di Roma. Il Regio Assenso di fondazione è del 1745. L’archivio e la storia di questa arciconfraternita sono andati persi, come l’oratorio e la chiesa dell’Annunziata attigua, nel terremoto del 23 novembre 1980. Sappiamo però che all’inizio i confrati erano soliti riunirsi nella chiesa di San Silvestro. Ottennero poi, dagli amministratori dell’Annunziata, il terreno per edificare il proprio oratorio che utilizzarono per la prima volta nel 1808 (data sul portale).
La veste è di colore bianco e il mozzetto di colore giallo.
San Pietro e Santissima Vergine della Consolazione: ufficialmente eretta il 29 aprile del 1830. Ma sappiamo che già prima del 1775 vi erano delle pie adunanze nella chiesa di San Pietro Vecchio, presso la corte di San Pietro. Una chiesa abbandonata nella seconda metà del 1700 e divenuta aia, scomoda e lontana dal centro abitato. Una nuova chiesa a San Pietro fu costruita nel cuore del casale Serra su un terreno donato. Sappiamo anche che già nel 1788 i confrati facessero celebrare messe per i confrati defunti. Nel 1838 si fece costruire una Scala Santa, come quella di Roma, da salire in ginocchio per lucrare le indulgenze. In realtà la scala serviva a collegare l’oratorio dell’arciconfraternita e la chiesa, a due quote diverse.
La veste è di colore bianco e il mozzetto di colore rosso con righe gialle alla base.
Santa Lucia V. M.: nacque il 13 marzo del 1854 per concessione di Sua Santità alle incessanti richieste del Vescovo di Nusco e del popolo. Con il Regio Decreto del 19 agosto 1858 il re Francesco II si compiacque di dare appoggio e approvazione alla fondazione di questa confraternita. Nel 1858 un confrate donò il terreno alle spalle della chiesa di Santa Lucia per costruirvi l’oratorio, ultimato nel 1869. Sin da questa data i confrati di Santa Lucia non hanno mai smesso la loro opera munifica nei confronti della chiesa della martire e dei suoi fedeli. Furono loro infatti a comprare la prima campana e a concedere l’uso dei paramenti della congrega per celebrare la messa. Una cosa va ricordata, fino al 1861 la veste era di colore bianca, come le altre. Si fece richiesta al Ministero dell’Interno di poter modificare il colore in rosso, più adatto a manifestare il martirio della Santa siracusana.
La veste è di colore rosso e il mozzetto verde.
Madonna del Carmine: ebbe la Bolla pontificia il 6 novembre 1854, ma in realtà i confrati si riunivano già nel 1785 come congregazione della chiesa della Madonna del Carmine. Questa chiesa, di proprietà di una famiglia agiata, non più di una “badia” di inizio 1600, divenne di proprietà della confraternita con atto notarile dell’8 marzo 1885. Costò lire 1.000. il 16 maggio 1891 il Comune dava in enfiteusi (30 lire/anno) a questa confraternita la chiesetta detta del Purgatorio, che serviva l’antico cimitero (oggi in via del Corso). Il 5 dicembre 1912, dopo alcuni problemi legali, i confrati la acquistarono definitivamente per 600 lire. La chiesetta fu usata per le adunanze, soprattutto d’inverno, poiché più comoda, e per i riti funebri dei confrati. E’ in corso il restauro.
La veste è di colore bianco e il mozzetto marrone e bordeaux.
Madonna Santissima delle Grazie: ebbe la Bolla di fondazione dal Vescovo di Nusco nel 1886 e i primi incontri dei confrati avvennero nella chiesa parrocchiale di San Silvestro. All’epoca era stata già ingrandita perché sappiamo di un ampliamento ad opera del Conte Garcia Cavaniglia nel 1574. Al lato della chiesa era la sagrestia, e sopra due vani al servizio del sacrestano, tutto fu trasformato in oratorio per i confrati. Abbiamo poche notizie, poiché anche questo archivio è andato perso nel sisma dell’80, ma sappiamo che la confraternita si è fatta sempre apprezzare per la propria tenacia. Costantemente svantaggiata economicamente, sin dalla sua fondazione, fu quella che di più soffrì lo spopolamento in seguito alle maggiori ondate di emigrazione. Nonostante ciò, grazie sicuramente anche alla devozione per la Madonna delle Grazie, Montella ha sempre goduto di una importante festa e una particolare processione il 2 Luglio. Ma di questo vi parlerò nel prossimo articolo, come di Giovanni Palatucci, che fu confrate.
La veste è di colore bianco e il mozzetto azzurro e rosso.
Santissimo nome di Gesù: nasce il 17 settembre 1859 con una Bolla emessa da un Padre Generale, approvata da un Vescovo e confermata da un altro Vescovo. Per comodità, i fratelli si riunivano nella chiesa di Sant’Antonio Abate (oggi inutilizzabile e quasi diruta). Questa chiesa apparteneva comunque alla parrocchia di San Michele Arcangelo ma i rioni che serviva erano distanti dalla parrocchia. In Sant’Antonio Abate vi era all’epoca anche un’altra confraternita, la congrega della Carità (oggi inesistente). I confrati del Santissimo nome di Gesù furono presto sollecitati dai colleghi della Carità a trovare un’altra soluzione. Così il capitolo della Collegiata li autorizzò a riunirsi nella chiesa di San Giovanni Battista fino a quando non avessero eretto un oratorio. I confrati acquistarono un terreno attiguo alla chiesa nel 1901, iniziarono i lavori e terminarono l’oratorio nel 1905.
La veste è di colore bianco e il mozzetto di colore rosso.
Vi suggerisco davvero di venire a Montella e assistere ad una processione, ognuna ha le sue peculiarità. Noterete, ad esempio, che la statua del Santo è portata a spalla dai confrati di una confraternita, secondo una precisa suddivisione geografica. Allo stesso modo, potrete sentire “Ave Maria!”, ma non si tratta della preghiera, bensì è il comando di arresto della processione per permettere questa staffetta tra le confraternite (la Maronna è pe la via – la Mdonna è di strada). In passato serviva anche a prendere il tempo per “la posata”, la sosta del simulacro all’altare della chiesa che si incontrava nel percorso della processione. Se ve lo state chiedendo, “Avanzate” è il comando per riprendere il cammino di fede. Potete leggere tanto su Irpinia World della fede e delle tradizioni legate ai Santi della nostra terra. Io farò il possibile per descrivervi cosa si prova, ma è difficilissimo spiegare quale importanza abbia per i montellesi essere parte di una confraternita e poter, con essa, partecipare alle celebrazioni e alle processioni. Le confraternite di Montella ne fanno il comune con la più alta concentrazione e percentuale di partecipazione per abitanti. Venite a vivere un’esperienza di fede come poche.