I primi passi per un ritorno alla quotidianità, in questo che è un contesto storico molto delicato, sono stati compiuti e quella sensazione invadente di claustrofobia sembra svanire ogni giorno di più lasciando posto all’incertezza delle paure legate alla curva dei contagi e alla frenesia di ricominciare a vivere. Il post-quarantena è una miscela di sentimenti contrastanti, che vanno dalla paura di fallire alla voglia di normalità. Nella mia testa si disegna tutto come un’immagine che è più comunicativa di qualsiasi parola.
Immaginate di dover partire all’improvviso per un periodo di tempo indeterminato, immaginate la foga nel preparare i bagagli, nel coprire la vostra mobilia con teli bianchi e nello sprangare le finestre. Immaginate poi di partire e di convivere per tutto il tempo trascorso fuori casa con l’ansia di non aver controllato per la milionesima volta di aver spento il gas o di aver chiuso il rubinetto dell’acqua o anche di aver lasciato una luce accesa.
Immaginate infine di tornare a casa, di entrare e di cominciare a sfilare i teli bianchi con lo zelo di chi vuol tornare ad accoccolarsi sulla propria poltrona, a inebriarsi dell’odore della propria cucina e a stordirsi con i suoni più striduli, ma che sono e saranno sempre i suoni di casa. Immaginate poi di prendere coscienza e di capire quanto lavoro avete lasciato in arretrato. D’un tratto l’ansia vi assale nuovamente, insieme alla paura di dover lasciare i propri affetti per un malaugurato nuovo viaggio.
Nella fase che stiamo attraversando il ticchettio dell’orologio sembra scorrere più velocemente e la vita inizia ad avere la fretta di sempre, così mi ritrovo a scrivere questo articolo in estremo ritardo e con una domanda fissa nella mente: “Cos’è la quotidianità per Lioni?”
La risposta potrebbe essere complessa, aggrovigliata come una matassa di cui non si riesce più a trovare il bandolo, ma in realtà quel bandolo è sotto il nostro naso, così ben celato e così palese allo stesso tempo.
Le essenze della quotidianità lionese sono l’associazionismo, la cooperazione tra persone e il forte senso di appartenenza alla comunità che si tramandano di generazione in generazione.
Queste sono abitudini di cui la nostra struttura sociale si nutre e senza le quali probabilmente non saremmo quel che siamo.
Fin da bambini abbiamo l’opportunità di misurarci con contesti esterni a quelli scolastici e familiari, grazie alle associazioni presenti sul territorio che offrono la possibilità non solo di rapportarsi agli altri per costruire insieme, ma anche di scegliere il campo in cui poter e voler dare il proprio contributo. I campi di azione sono molteplici, contiamo circa 20 associazioni che si occupano del nostro paese curandone ogni aspetto dal turismo, alle attività culturali, sportive, ludico-ricreative e di volontariato.
Il risultato tangibile è che la nostra gente lavora incessantemente per il gusto di condividere e creare nuovi legami, raccogliendo il frutto più succulento di tutti: l’armonia, che permette la crescita e lo sviluppo della stessa Lioni.
Nella monotonia di questa quarantena paragonabile a una pellicola cinematografica costituita da fotogrammi tutti identici, qualcosa ha sicuramente donato un tocco di speranza alle nostre vite un po’ ingrigite e quel qualcosa è la notizia che la formula della cooperazione funziona nella realtà oltre che nei libri e nelle storie che ci raccontiamo per essere buoni cittadini.
Il Forum dei Giovani di Lioni intrecciando le proprie idee con quelle della “Pro Loco”, della “Confartigianato Avellino”, dell’ I.I.S. “L. Vanvitelli”, dell’ “Azione Cattolica Lioni” e della “Associalmente” ha provato che laddove esistono un progetto valido e menti in grado di svilupparlo con perseveranza esistono anche risultati inattesi ed estasianti.
Il nostro progetto “RI-CONOSCENZE DEL TERRITORIO” è stato valutato come il migliore in regione, figurando primo nella graduatoria del bando “Giovani in Campania”.
Un risultato così ambizioso è sicuramente dovuto a una buona miscela di ingredienti in cui i lionesi hanno sempre creduto: la cooperazione tra persone e la curiosità che spinge gli uomini a migliorare se stessi e le cose a cui si sentono strettamente legati.
“I lionesi prima di essere lionesi sono irpini.” Questo è il concetto cardine dal quale scaturisce l’interesse che ci spinge a conoscere e a “RI-CONOSCERE” il nostro territorio in tutti i suoi angoli, per puntare poi sui punti di forza, per migliorarne i deboli e per essere infine un tassello vivo e fiorente della grande comunità, Irpinia.
La strada da percorrere è insidiosa e lunga, il lavoro dovrà essere minuzioso, ma l’obiettivo di far crescere una pianta per far si che questa possa essere fonte di ristoro per una comunità e per quelle che la circondano è impagabile. I piccoli passi diventeranno grandi e sicuri e il nostro turismo “mordi e fuggi” lascerà spazio a un turismo di più lunga durata che permetterà al mondo intero di scoprire le bellezze che la nostra Lioni e l’Irpinia tutta posseggono.
Scritto da Chiara Ciotta
Editor: Gian Salvo Nappa
Il Forum dei giovani Lioni è tante cose, è innanzitutto un’associazione che ha un occhio particolare per i giovani cittadini lionesi.
Nell’ultimo anno, con la formazione del nuovo direttivo, composto da 11 membri, il Forum dei Giovani di Lioni ha messo a disposizione le sue energie per eventi, tornei, cineforum, donazioni, laboratori linguistici e tante altre attività, favorendo la creazione di momenti di crescita individuale e collettiva.
Il forte entusiasmo e la nostra capacità di mettere al centro della vita lionese non solo i più giovani, ci ha permesso di essere un punto cardine nella nostra cittadina, ricca come sempre di idee e grandi fermenti alimentati dalla collaborazione con le altre associazioni sul territorio e la stretta sinergia con l’amministrazione comunale.
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