
Bentornati su Irpinia World!
A volte ripenso al mio rapporto con Montefalcione e certe cose fanno presto a ritornare alla mente. Piccole cose, come l’odore del pane fresco lungo la stradina del forno, il suono delle campane che dalla chiesa in cima alla collina echeggiava verso valle, i giorni di estati infinite che ci regalavano il tempo di esplorare gli angoli nascosti del paese.
Questa, peró, non è memoria che appartiene solo a me. In una piccola comunitá come quella montefalcionese sono tante le esperienze che i paesani condividono. Ricordi preziosi che negli anni hanno rafforzato il nostro legame con il paese e, in un certo senso, hanno contribuito a renderci chi siamo oggi, aggiungendo un pezzo alla volta alla nostra essenza di montefalcionesi.
A volte tra questi preziosi frammenti del nostro passato comune ci sono persone tra le cui mani abili la nostra essenza si è accresciuta e migliorata.

La Professoressa Di Nardo
Per la mia generazione e quelle che ci hanno succeduto c’e una persona che ha saputo regalare questa spinta al miglioramento: la Professoressa Mariapia Di Nardo. Insegnante di educazione fisica per più di quattro decadi, era lei a prendersi cura di noi nelle ore più spensierate degli anni delle scuole medie. In pensione dal 2015 la Professoressa continua a contribuire alla formazione dei giovani del paese, sia nel fisico che nella mente. E nel modo speciale che da noi porta la sua firma: l’Orienteering. Quando la Professoressa introdusse lo sport nella nostra scuola fu una rivoluzione assoluta, ma dal 2012 Montefalcione ha la propria squadra agonistica ufficiale, l’Ori.Montefalcione.

L’affetto immediato che il nominare la professoressa risveglia sui volti di tutti i ragazzi suoi alunni mi ha fatto pensare a questa intervista. E con la sua solita gentilezza e il suo tipico entusiasmo lei accetta.
Ci sentiamo in videochiamata. Mi emoziona rivederla.
Quando ho accennato a vari amici che seguono il blog di Irpinia World che il nostro prossimo articolo sarebbe stato un’intervista a lei hanno tutti reagito con entusiasmo e con gli occhi pieni di rispetto e ammirazione. Come ci si sente ad essere una sorta di Rock Star per cosí tanti ragazzi?
Lei mi risponde con modestia carica di saggezza: “Fa sempre un bell’effetto ricordare tutti voi ragazzi, ma io ho imparato da voi tanto quanto voi avete imparato da me”
L’intervista si trasforma subito in una conversazione rilassata, e ci immergiamo nei ricordi. Mi sorprende la quantitá di dettagli che ricorda, parlando dei miei vecchi compagni di classe quasi fossero ancora suoi alunni visti solo il giorno prima.
Accenno alle prime gare di Orienteering che lei organizzó per la scuola nel centro storico di Montefalcione. Le confesso che se anche non portato per la corsa, adoravo quelle gare per via delle mappe e della grande concentrazione che richiedevano. Le chiedo come mai scelse quello sport.
“La mia formazione era nell’atletica, ma una volta cominciato ad insegnare sentii il bisogno di qualcosa di nuovo. Partecipando a diversi corsi di formazione incontrai vari professionisti del settore e mi innamorai immediatamente di questo sport. Introdurlo nel programma di insegnamento non fu facilissimo al principio, ma alla fine ha funzionato e con gli anni sono diventata io stessa Tecnico della Federazione Italiana di Orienteering. Lo sport in sé richiede un meraviglioso equilibrio tra mente e fisico, non si puó vincere senza avere entrambi”
Lei è stata d’ispirazione per la fondazione della squadra Ori.Montefalcionie. Alla guida di un gruppo cosí appassionato di ragazzi, cosa si sente di consigliargli?
Mi cita Glileo Galilei e il metodo scientifico: “tentare, fallire, imparare dal fallimento”; E non vi e traccia di banalitá nelle sue parole, perché subito dopo, nell’approccio pragmatico che ancora ricordavo vividamente dagli anni trascorsi insieme, mi spiega come applica questa filosofia durante le gare del suo gruppo:
“Se la gara non si rivela un successo con i ragazzi rivediamo sempre il percorso, per capire cosa è andato storto. Nella mia categoria anche io gareggio, lo stesso vale anche per me. Non si smette mai di imparare.Ci sono vittorie e vittorie e a volte partecipare a livello agonistico è farlo prima di tutto contro se stessi, per migliorarsi, per superare i propri timori e le proprie incertezze. Si vince nel diventare migliori”.

Montefalcione…come sente il legame con il nostro paese?
“Una cosa che posso dire è che qui mi sono sempre trovata a mio agio, ho sempre trovato tutto il supporto necessario. Da parte dei vari presidi con cui ho lavorato, ma anche dai genitori e, soprattutto, dagli studenti”
Come si sente al pensiero di passare la staffetta alle prossime generazioni?
Lei mi risponde con sinceritá: “A un certo punto dovró fermarmi, non posso andare avanti per sempre”
Non c’è amarezza nelle sue parole. “Toccherá ai ragazzi, poi, insegnare e passare oltre queste conoscenze; hanno giá iniziato, dovresti vederli, sono bravissimi con i bambini”.
E gli occhi pieni di gioia, pieni d’orgoglio mi ricordano il motivo per cui tutti noi la ammiravamo e continuiamo ad ammirarla: la sua inesauribile e contagiosa passione. Per lo sport, per l’insegnamento, per la vita.
E ringrazio la Professoressa, per gli anni di assoluto divertimento e di preziosi insegnamenti, per non essersi mai fermata. E auguro buona fortuna al suo gruppo, che continuino a migliorarsi, sempre, e che un giorno si dimostrino insegnanti straordinari quanto lei.
Articolo a cura di Davide Lepore

Blogger Montefalcione.
ExploreMontefalcione è un progetto nato dalla passione per la storia e le tradizioni locali e sostenuto dall’affetto verso il proprio paese di un gruppo di giovani montefalcionesi. Si è poi presto rivelato essere molto di più. La sorprendente quantità di dati, reperti ed opere la cui storia, se non del tutto dimenticata, aveva finito con l’occupare gli angoli più bui della memoria collettiva, ha reso quasi necessario un tentativo di riappropriazione e rivalutazione. Abbiamo quindi avviato questo nostro lavoro di catalogazione nella maniera che ci sembrava più appropriata: i social media. Lo scopo era semplice: raggiungere e coinvolgere quanto più possibile chiunque si sentisse parte della comunità Montefalcionese o, su più larga scala, irpina.
L’abbiamo considerata una missione personale. Una missione basata non sulla presunzione di voler insegnare, ma sul desiderio di imparare. Insieme.
Il nome la dice tutta: Explore, esplorare. Un’ esplorazione non limitata ne dallo spazio ne dal tempo, così da permetterci non solo un’analisi del territorio montefalcionese ed irpino oggi, ma un vero e proprio viaggio attraverso il passato di queste terre, riscoprendone la storia, le tradizioni e le credenze che hanno contribuito a costruirne l’identità.
ExploreMontefalcione è una promessa. Una promessa al paese, all’Irpinia e a noi stessi, perché si combatta l’oblio che rischia di inghiottire un patrimonio inestimabile e, soprattutto, insostituibile.
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