mariannina e le donne del 2021
Risale a meno di un mese fa la polemica che le parlamentari del Partito Democratico hanno riservato ai colleghi uomini per la loro scarsa – se non ininfluente – presenza all’interno dell’ultimo rimpasto di governo. Insomma nel 2021 la questione femminile è più aperta e agguerrita che mai. Le attrici dello star system hollywoodiano lamentano il “gender gap” dei loro compensi per le prestazioni attoriali rispetto ai colleghi del sesso opposto e – fatto molto più grave – si è ritenuto opportuno coniare il termine “femminicidio” per specificare che un assassinio è stato perpetrato da un uomo per lo più legato sentimentalmente alla vittima.
Insomma non sembrano bei tempi per noi donne, ma, ad essere onesta, non credo lo siano mai stati.
E' importante parlare di donne nella storia
“Per stare a questo mondo come donna, devi mettere i piedi in testa a tutti”. Il messaggio non lo condivido di certo, ma immagino sia stato il mantra di Mariannina Della Bella, di cui vi ho già parlato in uno dei miei precedenti articoli – se vuoi sapere di più clicca qui. Oggi tirerò di nuovo fuori quest’argomento, in parte anche per rettificare quanto riportato precedentemente. Un altro dei motivi che mi spinge a farlo è sicuramente quello di invitarvi a fare delle piccole riflessioni ora che è passato il “chiasso social” dell’8 marzo.
Mariannina “la pasionaria di Monteforte”
Così la definisce il Prof. Armando Montefusco nel suo libro “Contributi per la storia dell’Irpinia” Vol. secondo, che potete trovare qui. E in effetti lo era. Avrebbe potuto tranquillamente guidare lei la banda di Antonio Manfra, suo amante già dal 1862 – all’epoca aveva circa 19 anni – e sicuramente è stata la “mandante” di numerosi omicidi compiuti dal Manfra e dai suoi temibili uomini. Antonio Fusco, Marco Gimmelli, Marco Gallo, Luca Della Bella e Antonio De Falco sono solo alcuni dei nomi delle vittime della banda “segnalate” da Mariannina, che agiva spesso in collaborazione con la madre Maria Teresa Valentino. Circondate e supportate anche da una rete di donne con cui spesso i rapporti si incrinavano, le due “Zimunelle” – così erano soprannominate – facevano il bello e il cattivo tempo nel paese e spesso erano costrette a rifugiarsi a Napoli per sfuggire alla cattura da parte delle forze dell’ordine.
Mariannina e l'amore per Antonio Manfra
Bella e prepotente, Mariannina nonostante avesse potuto avere chiunque, scelse di rimanere fedele al suo Antonio, di nascondere per lui armi, di procurargli vestiti e rifornimenti, fino a che non fu arrestata. La giunta comunale di Monteforte, inviata ad esprimere un giudizio “morale” su di lei e la madre così si espresse: “di condotta pessima, connivenza con i briganti, condannate al domicilio coatto e responsabili della morte di alcuni individui”. A presiedere la Giunta il Sindaco Giovanni Amodeo, di lei invaghito da sempre. In molte occasioni il Sindaco stesso aveva favorito la sua latitanza e le aveva dato occasioni per “dettare legge” in paese, forse sperando di essere ricambiato in qualche modo. Nel 1865 Mariannina si vendicherà di questo “sgarbo” dal carcere, asserendo di essere incinta di 6 mesi e che il padre del suo bambino fosse proprio il Sindaco. Lo stesso Antonio Manfra dimostrerà il suo disappunto scrivendole una lettera credendo di essere stato tradito, ma ribadendole comunque il suo amore incondizionato.
lei voleva tutto e mostrava il suo “anello
Il brigantaggio e le vicende post-unitarie sono solo uno sfondo storico che accompagnano la vita di Mariannina: gli omicidi ordinati da lei e dalla madre spesso nulla avevano a che fare con la ribellione ai sabaudi. Si trattava di poderi desiderati o di vendette per delazioni fatte all’autorità. Ogni volta che riteneva di aver ricevuto un torto, la nostra pasionaria faceva in modo di far vedere al malcapitato di turno un anello d’argento donatole da Antonio su cui erano raffigurati un teschio e due cuori: quello era il segnale che ben presto il Manfra avrebbe riparato al torto con le “cattive maniere”. Mariannina pretendeva ed Antonio eseguiva: lei era il perno su cui ruotava il brigantaggio montefortese.
demonio o ribelle?
Non è mia intenzione fare un “santino” a Mariannina: renderla un’eroina del brigantaggio non sarebbe un’azione corretta e sarebbe un torto a tutte quelle donne che allora come oggi combattono con onestà per essere “viste”, per emergere da una discriminazione di genere così evidente. Tuttavia, il suo carattere, la sua volitività l’hanno spinta a dominare la scena, seppur con metodi che non approvo. Personalmente non credo nel buono e nel cattivo assoluti: noi esseri umani siamo un complicato ed indistricabile impasto di entrambe le realtà. La nostra Della Bella non faceva eccezione. Del resto poi c’è da chiedersi chi abbia raccontato la storia di Mariannina: tutti uomini che hanno “punito” il suo essere ribelle e non conforme ai canoni di quello che ci si aspetta da un “angelo del focolare”.
L'eredità di Mariannina
Certo è pur vero che, ripercorrendo la Storia, molte sono le figure femminili che hanno fatto la differenza, magari in maniera più positiva. Ma perchè non parlare anche della nostra Della Bella? Anche lei con le sue sfuriate, con la sua forza d’animo, con la fedeltà estrema al suo uomo,oltre ad essere un pezzo della storia montefortese, ha contribuito a “pavimentare” la strada ancora troppo precaria, ma migliore, che percorriamo noi donne del 2021. Come tutte le eroine delle tragedie, anche Mariannina subirà un triste destino: condannata al carcere e con un figlio a carico, nessuno sa dove sia finita dopo aver scontato la sua pena. Fatto sicuro è che a Monteforte non sia più tornata.
Tuttavia resta una traccia indelebile del suo percorso nella storia. Forse la pasionaria di Monteforte non potrà indicarci una giusta via, ma può spingerci a cercare la “nostra” via personale per cercare e pretendere il nostro meritato spazio nel mondo, a prescindere dal sesso che si ha.
Blogger Monteforte Irpino. Indole da viaggiatrice, dinamicamente pigra e silenziosamente chiacchierona: sono tutto e il contrario di tutto. Lauriniense di formazione ma Montefortese per amore. Tutto ciò che attira la mia attenzione sono solo e soltanto le storie: di qualsiasi tipo esse siano mi ipnotizzano e mi nutrono. Amo proverbi e luoghi comuni: anche se non sono veri racchiudono piccole realtà. Non sottovaluto mai il potere della semplicità: una serie tv e qualcosa di buono da mangiare possono cambiare le sorti di una brutta giornata. Non credetemi quando dico che sono molto timida: in realtà lo sono di più. Laureata in Comunicazione Pubblica e d’Impresa, giornalista pubblicista ma appassionata Avvocata delle cause perse: e che vuoi farci ho sempre il debole per gli ultimi della classifica!
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