
Oggi parliamo di emigrati
Cari lettori, oggi mi sento chiamata a fare un po’ di “citizen journalism” approfittando di questo spazio che Irpinia World ogni mese mi concede. Dovete sapere che questa piattaforma ha dei fan d’oltreoceano, che leggono i nostri articoli e i quali sono desiderosi di conoscere ed esplorare la loro terra d’origine. Dico ciò perché grazie ai miei precedenti articoli ho avuto l’onore e il piacere di conoscere Marcio – “Marsio” – Luiz Mendes. Marcio è un ragazzo brasiliano sposato con Shirley de Fasio Pinhero Mendes. Fino a qui vi sembrerà tutto assolutamente normale e non molto attinente al solito tenore delle nostre “chiacchierate” mensili. Ed è qui che vi sbagliate.

Mario De Fazio e la sua famiglia montefortese
Shirley è montefortese: il suo bisnonno Mario de Fasio – il cui cognome vero De Fazio era stato naturalizzato nella lingua locale – emigrò in Brasile il 6 giugno 1896. Mario lasciò la zona del Castello di Monteforte, dove abitava insieme alla sua famiglia, imbarcandosi a Napoli a bordo della Nave Fortunata Raggio. Era figlio di Antonio De Fazio e Orsola Marano, entrambi montefortesi e sposatisi in paese il 19 novembre del 1882. La Fortunata Raggio tra il 1880 e il 1900 è stato il piroscafo più utilizzato per percorrere la lunghissima tratta Italia-Brasile. Tra i suoi passeggeri ha ospitato anche la famiglia De Fazio, che oltre ad Antonio di 40 anni , Orsola di 44 e Mario di solo 4 anni, era composta anche da Giuseppe di 13, Nicola di 11 e Rosa di 7. Il viaggio, come ci insegna la storia, fu lungo e tormentato e li condusse a Dourado nello Stato di San Paolo, dove trovarono lavoro nelle numerose piantagioni di caffè della zona.

Mario nella storia dell'emigrazione brasiliana
Mario e la sua famiglia furono soltanto alcuni dei circa 3,6 milioni di emigrati che tra il 1880 e il 1924 andarono a popolare le terre brasiliane. La pagina Wikipedia dedicata all’immigrazione italiana in Brasile – cliccate qui – stima che all’epoca gli italiani fossero diventati circa il 57,4% della popolazione carioca. Lo sfondo storico che ospita la vicenda intera è da far accapponare la pelle. Il postunitarismo aveva ridotto in miseria la maggior parte dei contadini italiani, i quali, delusi dalle promesse di terra per l’autosufficienza, si ritrovarono nell’impossibilità di vivere del terreno che lavoravano. D’altro canto in Brasile nel 1850 si era posta fine con una legge alla tratta degli schiavi africani, una mano d’opera a basso costo per le fruttuose piantagioni che benedivano il territorio. Insomma, si trattava di scappare da una gabbia per andare ad infilarsi in un’altra.

Il sogno brasiliano
Tuttavia, in Brasile, dove la mobilità sociale era più fluida, in alcuni casi era possibile riscattarsi e divenire padroni del proprio destino. Inoltre, si pensava che alla luce delle teorie eugenetiche e razziali in voga nel XX secolo, il lento sviluppo dell’economia brasiliana dipendesse dal fatto che la popolazione fosse per lo più di colore. Pertanto, permettere l’ingresso massiccio di tanti lavoratori cattolici e dalla pelle bianca avrebbe consentito un presunto “miglioramento” del corredo genetico dell’intera nazione.

La discendenza di Mario in Brasile
Mario, cresciuto in terra straniera, soffre per i soprusi e il trattamento che, nonostante tutto, viene riservato agli emigrati italiani, ma resiste e pianta il suo seme nel freddo terreno brasiliano. A 23 anni sposa un’altra emigrata italiana di origini friulane, Thereza Factor. Dal loro matrimonio nacque a Ibtinga nel 1924 Pedro De Fasio, il quale a sua volta, una volta adulto, divenne padre nel 1950 di Terezinha Josefina de Fasio Pinheiro, la mamma della nostra Shirley.

Con Monteforte nel cuore
Terezinha ha sempre raccontato a Shirley e Marcio di suo nonno Mario, di come amasse l’Italia e Monteforte nonostante le avesse abbandonate in fasce. Amava la musica, la danza e nelle feste si divertiva a far danzare le nipotine. Sebbene fosse un semplice contadino, intratteneva una fitta corrispondenza con i suoi parenti montefortesi, i quali gli parlavano – ahimè – molto bene di Mussolini. Ma Mario non poteva sapere certo la verità e di certo ancora non la conoscevano i suoi parenti!

Alla scoperta delle proprie radici
I suoi pronipoti Marcio e Shirley, infatti, parlano e scrivono in un ottimo italiano e proprio come lui, sono desiderosi di conoscere l’Italia e Monteforte Irpino. Secondo le loro ricerche sembra che il padre di Mario, Antonio De Fazio, abbia lasciato a Monteforte un fratello, Giovanni De Fazio, nato nel 1864 e sposato con Pasquarella Ercolino nel 1886. Dall’unione dei due nacque nel 1904 Annunziata De Fazio.

L'eredità di Mario
Mario ha lasciato questo mondo il 1 settembre de 1957 a soli 65 anni stroncato da un infarto. Una esistenza semplice e gioviale, che ha ingrossato le file di tutti coloro che hanno subìto le conseguenze di circostanze economico-sociali più grandi loro. Sono i nostri parenti, i nostri bisnonni, zii alla lontana….non sono persone così distanti da noi. Eppure, ciò che accadeva allora accade ancora oggi: tanti giovani migranti bussano alle nostre porte e spesso voltiamo la faccia, come successe con i nostri antenati. Ogni tanto è bello uscire dai libri di storia, dai nomi altisonanti di Sovrani e Statisti, di banditi e cortigiani per parlare di quotidianità e normalità. Io ringrazio Marcio e sua moglie per aver condiviso con noi tutti questa bella storia e questa ricostruzione del loro albero genealogico fatta con molta pazienza e amore.

Aiutiamo Marcio e Shirley
Ora però vi chiedo di aiutare Marcio e Shirley a ritrovare i loro parenti montefortesi: se qualcuno tra di voi riconosce o ipotizza una parentela con i nostri De Fazio può contattarli sui social ai seguenti indirizzi Instagram: @marcioluizmendes1980 e @shirley.fasio.
Ogni tanto usiamo questi tanto amati e odiati social per fare qualcosa di buono!

Blogger Monteforte Irpino. Indole da viaggiatrice, dinamicamente pigra e silenziosamente chiacchierona: sono tutto e il contrario di tutto. Lauriniense di formazione ma Montefortese per amore. Tutto ciò che attira la mia attenzione sono solo e soltanto le storie: di qualsiasi tipo esse siano mi ipnotizzano e mi nutrono. Amo proverbi e luoghi comuni: anche se non sono veri racchiudono piccole realtà. Non sottovaluto mai il potere della semplicità: una serie tv e qualcosa di buono da mangiare possono cambiare le sorti di una brutta giornata. Non credetemi quando dico che sono molto timida: in realtà lo sono di più. Laureata in Comunicazione Pubblica e d’Impresa, giornalista pubblicista ma appassionata Avvocata delle cause perse: e che vuoi farci ho sempre il debole per gli ultimi della classifica!
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Carissima Valentina, oltre alle interessanti descrizioni storiche storiche di Monteforte che ci offri, complimenti per le vicende umane che racconti di Montefortesi che nel lontano passato furono costretti a lasciare il paese natio per cercare una vita migliore e assicurare un futuro più sereno ai propri figli. E’ un piacere leggerti e buona continuazione.
Carissimo Martino ti ringrazio per la fiducia e la pazienza nel leggermi! La tua risposta mi incoraggia ad approfondire ancora di più la storia di questo bel paese che è Monteforte! A presto!