Il viaggio ha finalmente inizio. Mi sono chiesto, dovendo scrivere il primo capitolo di questa avventura, da dove partire. Spiegone generico? Non fa per me. Avvenimento importante? Nemmeno. Allora sono partito dalla cosa più semplice, ma non scontata: l’età.
Quanti anni hai?
Di tanto in tanto mi capita ancora di fare qualche giro turistico per il paese. Accompagno i turisti tra i vicoli e gli racconto un po’ di storie inerenti questo o quel luogo. Spesso chiedo, soprattutto ai morresi che si cimentano a scoprire meglio ciò che li circonda, quanti anni ha Morra. La domanda lascia spesso interdetti. Ed in effetti non ha una risposta semplice. Se lo chiedessi a voi, sapreste rispondermi? Eppure sembra un dato così scontato. Le risposte che mi sono arrivate, negli anni, sono tutte state più o meno giuste, ma in realtà, contravvenendo al galateo, a questa domanda si dovrebbe rispondere con un’altra domanda: quale Morra? Già. Non esiste una “Morra”. Non esiste un luogo con questo nome, se non nella creazione medievale di un luogo con questo nome. Parliamo, dunque, delle varie “Morra” e delle loro possibili datazioni.
Morra antichissima
Morra antichissima non aveva esseri umani a calpestare i suoi terreni in via di formazione. In realtà non aveva quasi nulla che potesse “calpestare”, ma più che altro “nuotare”. La geologia ci dice che il paese, il punto alto, è formato da rocce sedimentarie, chiamate “conglomerato”. In pratica tante piccole pietre tenute insieme da del materiale legante. Tutto il centro storico è costruito su questo tipo di roccia il che ha causato non pochi problemi nei secoli scorsi per l’approvvigionamento idrico, essendo una roccia permeabile. L’età, di questa Morra è di 5 milioni di anni, millennio più, millennio meno.
Morra antica
Faccio un salto temporale, altrimenti cadrei troppo nello specifico e magari parlerò di quando si stava tutti allegramente sott’acqua da queste parti in un’altra occasione. Passiamo alla Morra antropica. Se qualcuno chiedesse: “Quando la specie H. sapiens ha iniziato a camminare da queste parti”, la risposta sarà vaga e stratificata.
Le notizie ufficiali
Tutto ciò che è attualmente musealizzato ci dice che Morra antropica ha 2800 anni, secolo più, secolo meno. Da queste parti giravano genti appartenenti a quella che gli archeologi chiamano “Cultura di Oliveto-Cairano”, antichi italici afferenti al popolo degli Irpini. Ma in realtà ci camminava già qualcun’altro, e da molto tempo.
Altra notizia ufficiale: il primo centro abitato di cui si ha traccia risale a circa 2500 anni fa. Racconterò questa storia ma, per riassumerla, qui i “morresi” incontrarono i “greci”. Ne nacque un santuario, ma in realtà no. Già c’era. Ma si modificarono molte manifestazioni culturali.
Notizie non ufficiali
Ricognizioni archeologiche hanno rivelato un panorama diverso. Già durante l’ultima glaciazione, 10 mila anni or sono, c’erano gruppi di cacciatori-raccoglitori che attraversavano il territorio di Morra. Ne sono testimonianza resti di industrie litiche trovate sparse all’interno del territorio. È una storia in fase di costruzione, il che la rende forse ancora più affascinante.
Morra medievale
Il luogo dove oggi nasce il paese ha un’età incerta, ma che si pensa possa risalire alla guerra “Greco-Gotica”. In quel periodo, mentre le truppe di Giustiniano avanzano, dei goti avrebbero costruito un avamposto, poi ulteriormente fortificato dai Longobardi. Signore e signori è nata Morra che vedete oggi, la quale, come locazione, ha, quindi, all’incirca 1450 anni.
Le prime notizie, però, di Morra, in documentazione, con questo nome,sono più tarde: siamo intorno all’anno mille, il che vuol dire che il nome “Morra” ha all’incirca 1000 anni.
Morra diventa "Irpina"
In realtà diventa “Irpino”. Oppure no. Ci sono almeno due scuole di pensiero sul fatto che si debba usare il maschile o femminile. Io per quale protendo? Per il maschile. Non mi sia dia del patriarcale, semplice questione toponomastica: Morra deriverebbe il suo nome da “mucchio di pietre”, dalla radice “mur”, il che renderebbe necessario l’uso dell’aggettivo al maschile. Tutto questo succede in fase ottocentesca. Prima l’unico appellativo era, appunto, Morra. Ma non durerà a lungo questa parentesi…
1934
In questo anno si cambia volto, e da “Irpino” si passa ad un altro cognome, creando un unicum a livello italiano: il paese, vedremo poi meglio perché, è composto da due cognomi Morra e, da questo momento, de Sanctis. Chi sono i Morra e chi i de Sanctis lo spiegherò in altri capitoli di questo viaggio. Ma ora sappiamo un’altra cosa: il nome del paese, quello che potete vedere oggi sui cartelli di benvenuto, ha 86 anni.
Morra contemporanea
Quello che vedete oggi ha un’ulteriore età, che si aggira intorno ai 40 anni. Infatti, la maggior parte degli edifici, delle strade, di tutto quello che vedete, è stato ristrutturato o ricostruito ex-novo dopo il sisma del 1980, il quale rappresenta un’ulteriore cesura per le tante età di questo luogo. Una data che segna l’ultimo spartiacque tra un “prima” ed un “dopo”.
Per concludere
Spero di avervi fatto capire che un luogo non ha un’età, ma ne ha tantissime, a seconda di cosa si voglia scoprire di quel luogo. Quanti anni ha il suolo che calpestiamo? Ed il nome che usiamo? E la prima casa quando fu costruita? E la prima persona che ha camminato qui, quando è vissuta? Tutte domande che ci invitano a riflettere e che possono trovare una risposta che mette insieme tutto, almeno per quanto riguarda il mio paese: Morra, nel complesso, ha una storia lunga 10 mila anni, nella quale individui hanno calpestato, cacciato, coltivato, dormito, sognato, combattuto, amato, ed ucciso, sotto il cielo che ancora oggi potreste ammirare se camminerete nei vicoli e lungo i sentieri di questo piccolo paese.
Alla prossima…
Leggendo questo titolo ho pensato ad una frase, o meglio, ad una rivelazione che scrissi anni fa sul retro di un quaderno: “Le cittá invecchiando diventano contemporanee”.
Di un luogo ancora vivo non ci chiediamo mai quanti anni abbia, perchè ne sentiamo l’anima pulsante. L’etá di una cittá e quella di un essere umano hanno diversi andamenti rispetto al corpo, ma non rispetto all’anima che, al contrario, resta sempre bambina.
si resta bambini anche invecchiando nel luogo che ci ha visto tali