Monsignore Giovanni Braschi

Mugnano del Cardinale: “Don Giovanni Braschi: una vita per la fede”

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Monsignore Giovanni Braschi
Fonte Forum Giovani Mugnano del Cardinale

Inizierei col dirvi che questo non sarà un articolo come gli altri, perché non scriverò di nessun luogo, di nessuna tradizione, ma della figura di colui che, per trentotto anni, è stato il pilastro portante della comunità religiosa devota alla piccola martire Santa Filomena; Don Giovanni Braschi.
Nacque a Mugnano del Cardinale il 24 ottobre del 1943. Sin da bambino, fu grande devoto della Santina, tanto che, dopo la formazione nel seminario di Nola e nel Seminario Regionale, fu ordinato sacerdote nel 1971. L’incarico importante giunse nel 1983, quando il Vescovo di Nola lo nominò rettore del Santuario.
Sin da subito, sostenere il nuovo ruolo, non fu affatto semplice, sia per le condizioni in cui versava la struttura, sia perché la devozione della Santa non era ormai più la stessa. Iniziò a quel punto un lungo periodo di lavori e ricerca, anni intensi nei quali si dedicò al restauro del Santuario e alla lettura di quante più informazioni possibili su Santa Filomena. Ne amava la storia e le sue infinite ricerche sono state indubbiamente fondamentali affinché la luce della devozione potesse riaccendersi nel cuore dei fedeli. Formò, dopo solo un anno, la nuova Arciconfraternita Universale di Santa Filomena e, nel 1985 scrisse il suo primo libro che fece tradurre in diverse lingue. Iniziarono per lui anche gli inviti all’Estero per parlare della Santa e diffonderne il culto.

In questi anni venne affiancato da Suor Bertilla, la cui personalità materna fu di grande sostegno sia per il suo operato, sia per il Santuario. Leggendo la sua storia, la sua forte devozione, uno degli aspetti che maggiormente mi ha colpito, è il fatto che lavorò per circa dieci anni affinché venisse realizzata una statua all’altezza della Santa. Vi parlerei ampiamente anche di tutte le tradizioni, che soprattutto grazie a lui, hanno ripreso vita, fino a diventare ormai i simboli dei fedeli provenienti da tutto il mondo, ma non basterebbe una pagina d’articolo, dato che ogni ricorrenza ha la sua storia ed ognuna di queste storie, ricche di straordinari dettagli, ci è stata inculcata, amorevolmente, proprio da colui che per anni è stato il nostro Rettore.

Sono certo che a tutti, compaesani e non solo, mancherà la sua figura, le sue parole colme di saggezza, il suo sguardo volto alle file di Battenti che rientrano dopo la lunga camminata di fede o alla folla di fedeli a seguito della processione della Madonna delle Grazie. Ammetto che mi risulta un po’ difficile trovare le parole giuste per giungere alla conclusione; sono sempre stato dell’idea che ricordare una persona attraverso le solite frasi, quelle che mi piace definire “d’occasione”, sia solo ancor più triste. Credo, invece, sia più bello ricordare ciò che quella persona ha lasciato, quanto abbia trasmesso, e come lo abbia trasmesso, perché è proprio grazie a questo che storie e persone non svaniscono mai davvero.

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