
Le cripte hanno origine dalle catacombe, tunnel sotterranei e spazi risalenti ai primi secoli dell’era moderna, nei quali le prime comunità cristiane svolgevano le cerimonie e seppellivano i loro defunti. Successivamente, le cripte vennero costruite anche nelle chiese ed erano adibite a sepolcro, contenente un sarcofago o una bara.
È proprio dalla parola Crypta, dal latino “grotta”, che deriva il nome di Grottolella, in passato chiamata Crypta Castagnaria.
Le quattro cripte di Grottolella
A Grottolella possiamo trovare tre diverse cripte-cimiteri, poste sotto le chiese e risalenti ai primi decenni del 1600: quella situata sotto la chiesa madre, un’altra sotto la cappella rurale di S. Michele Arcangelo all’ Angelo, della quale però oggi non compare nessuna traccia, e la cripta sotto la chiesa di S. Maria di Costantinopoli, tempio ubicato in p.zza Angelo Maglio fino al suo abbattimento, la metà del secolo scorso.
Con l’editto napoleonico di Saint Cloud, il quale sanciva che i cimiteri dovevano essere ubicati fuori dalle mura cittadine, si stabilì che il cimitero di Grottolella doveva essere costruito nei pressi della cappella S. Bartolomeo, poco distante dal centro. Il seppellimento in quel luogo iniziò negli anni trenta dell’ottocento, anche se il camposanto fu benedetto e ufficialmente aperto solo nel 1850. In questo luogo “nasce” la quarta cripta, dove adesso riposano tutte le ossa che si trovavano nella cripta della chiesa madre.

Parte dei resti è stata lasciata nella cripta della Chiesa Madre, dove è possibile scorgerli sul pavimento e sul soffitto, mischiati con cemento e colati.
La cripta principale della Chiesa Santa Maria delle Grazie
Attaccata alla Chiesa, al lato ovest, sorge la cripta principale di Grottolella, la quale costituiva l’antico cimitero del nostro paese. Ricavato, molto probabilmente, all’ inizio del 1500, il cimitero fu scavato lateralmente all’altare maggiore della vecchia chiesa. All’ inizio del 700, su pressione del cardinale Orsini, futuro papa Benedetto XIII, fu edificata l’attuale chiesa; contemporaneamente venne allargata la cripta occupando tutto lo spazio sotto la sacrestia.
Furono ricavate, inoltre, altre nicchie colatorie, dove venivano posti in posizione seduta i cadaveri, rimanendo là finché non avessero perso tutti i liquidi umorali; una volta mummificati venivano posti in una fossa comune ubicata nella stessa cripta. La cripta sotto la chiesa, venne chiusa e, per ragioni igieniche, resa inaccessibile. E’ stata ripulita e riaperta, solo in parte, con la ricostruzione del dopo sisma del 1980.
La cripta oggi

Ciò che si può vedere oggi non è tutto il complesso di quella che era la cripta originaria: in passato era molto più grande, dato che si trovavano le camere mortuarie, che però si dovettero riempire dopo il terremoto del 1980.
L’accesso attuale della cripta della chiesa madre molto probabilmente non coincide con quello di una volta: dove prima c’era la chiesa ora si trova un muro, dal quale si scendeva per andare verso la cripta. Molto probabilmente l’uscita e l’altra entrata si trovavano nei pressi dell’altare, tra i gradini e l’altare maggiore, e si creava un percorso nel quale da una parte si entrava e dall’altra parte si usciva, e nel mezzo era situato tutto il corpo cimiteriale. Oggi non siamo a conoscenza dell’esistenza di un altro accesso, ma in seguito ad alcuni rilevamenti con nuovi sistemi 3D, si può notare un grande corpo, poi riempito dal cemento, che ce la fa intuire.
Della cripta si conservano solo pochi elementi liturgici, tra cui una croce processionale datata 1500/1600 e una pianeta antichissima con un solo pezzo di oro zecchino, addirittura più antica di quella di San Vincenzo. Sono tutti oggetti che parlano di una cultura religiosa molto ricca, di cui però, al giorno d’oggi, restano solo pochi elementi. Delle culle che ci sono adesso, alcune molto probabilmente sono quelle originali mentre altre sono state modificate e ricostruite; ciò lo si può notare perché hanno una forma ben definita, a differenza di quelle antiche, fatte con pietre accumulate in maniera indefinita.
Le cripte rappresentano un’indelebile traccia del passato: possono collegarci spiritualmente ai primi cristiani che pregavano e adoravano Dio, affidandogli i resti dei loro cari defunti. E’ una splendida traduzione della Chiesa cattolica, che continua ad avere un grande significato quasi duemila anni dopo.

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