sant' angelo dei Lombardi

Passeggiata sul “Lungomare”

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Scatto di Stella Signoriello

Ormai ho perso il conto di quante volte, parlando con amici non di Sant’Angelo dei Lombardi come me, alla mia proposta di fare una passeggiata sul “lungomare”, abbia ricevuto in risposta occhiate di traverso, come se avessi perso la cognizione dello spazio e del tempo. Quando poi, grazie alla mia insistenza, ci recavamo sul mio lungomare, le reazioni diventavano, forse, ancor più severe. I commenti ruotavano sempre intorno al fatto che io, e in generale i miei compaesani, peccassimo di presunzione nel giudicare “lungomare” quello che alla fine dei conti non era nient’altro che un viale, che aggirando la maestosa Cattedrale e gli edifici della Curia, affacciava su una distesa di folti alberi e numerose case.

Beh, dal mio punto di vista, immaginare e vedere il mare laddove non è assolutamente possibile che possa esserci, non è presunzione. È poesia.

Credo che la definizione di “lungomare” si riferisca alla vista che ne scaturisce nelle ore notturne. Di sera, infatti, con il favore delle tenebre, la distesa di alberi e case che soggiace al viale, sembra svanire lasciando il posto al nulla. Ma il nulla non piace a nessuno e quindi ci piace pensare che quell’ oscurità sotto di noi non sia nient’altro che il mare. In fondo il mare di notte appare come una landa scura, a volte temibile.

E poi, ad essere sinceri, non bisogna neanche lavorare troppo di fantasia, per immaginare di trovarsi in riva al mare. Il vento sul lungomare di Sant’ Angelo non manca mai. Certo, si tratta perlopiù di un vento freddo, ma sfido chiunque a passeggiare in prossimità del mare, di notte, e non avvertire un po’ di freddo sulla pelle. Ebbene quel vento o venticello, che a seconda delle stagioni, soffia sul mio lungomare, accarezzando le foglie degli alberi provoca un rumore simile a quello delle onde del mare. Basterà chiudere gli occhi e la differenza sarà minima. Manca, però, l’odore del mare. Ma noi ne abbiamo un altro, non oso dire migliore, ma egualmente inebriante. Il profumo delle foglie, dei tronchi, dell’erba. Il profumo di sempre, a cui siamo abituati, a cui non facciamo neanche più caso, perché ormai è parte di noi. È il profumo di casa.

Sinora ho parlato quasi esclusivamente della notte, è vero, ma a dispetto di ciò, il momento della giornata in cui provo un profondo appagamento nel passeggiare sul lungomare di Sant’ Angelo, è il pomeriggio, in prossimità del tramonto.  Proprio in quelle ore, infatti, il cielo diventa pura magia. Raggi arancioni invadono tutto il viale, e regalano calore alla pelle infreddolita dal vento.

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Scatto di Stella Signoriello

Ammirare il panorama che si presenta ai miei occhi alla luce del sole è una delle cose che preferisco in assoluto. Forse perché mi piace immaginare che gli alberi mi stiano parlando, o che cerchino di toccarsi tra di loro, o perché al tramonto le persone sono in casa e mi diverto a fantasticare su cosa stiano facendo, e su come siano andate le loro giornate.

La risposta vera, però credo di averla: dal Lungomare riesco, in maniera nitida, a vedere casa mia e capisco di non essere lontana.

Mi sento al sicuro.

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