Il 25 agosto per tutti i grecesi è una data speciale: non segna solo l’apice delle festività estive, ma è come se fosse il nostro capodanno. E’ un giorno scandito da una routine irrinunciabile che, anno dopo anno, ci lascia tante emozioni contrastanti alle quali non potremmo mai rinunciare.
Bartolomeo: cenni storici
San Bartolomeo è uno dei dodici apostoli, il cui vero nome sarebbe Natanaele. Dall’aramaico Bartolomeo- Bar Tolmaj si traduce in figlio di Tolmai. Dopo la morte e la resurrezione di Cristo predicò la buona novella in India e in Armenia Maggiore, dove trovò la morte ad opera del Re dei luoghi nel 71 d.c., si ritiene il 24 agosto. Tuttavia i festeggiamenti in paese avvengono il 25 in quanto, essendo il Santo anche protettore dell’intera diocesi di Benevento, per evitare commistioni liturgiche, la celebrazione per la popolazione grecese fu rinviata al giorno successivo. Per onorare il Santo, si mette in scena ogni anno la rappresentazione teatrale del suo martirio.
come si svolge la giornata
Alle prime luci dell’alba si intravedono i primi movimenti: i venditori ambulanti arrivano puntuali per la fiera e si posizionano lungo la via principale del paese, le signore sono già operative nel preparare il pranzo per la festa mentre le strade si popolano di sorrisi e abbracci. Tra la folla si intravedono gli attori che con i loro costumi danno un tocco di colore all’atmosfera.
Intorno alle 12, c’è il raduno dei partecipanti al dramma che, scortati da soldati a cavallo, si fanno largo tra la folla incuriosita in una sfilata storica per raggiungere, in Piazza Purgatorio, il palco sul quale andranno in scena per la versione mattutina. Nel pomeriggio, molto sentita è la processione in onore Santo, che viene portato in spalla da fedeli devoti. Come per la Madonna del Caroseno, vengono posizionati dei tavoli per far sostare la statua davanti alle abitazioni. A metà percorso, generalmente, viene celebrata la messa in Piazza Purgatorio. Alle 22 si da inizio alla versione serale della rappresentazione a cui seguono i fuochi pirotecnici.
Dramma sacro del martirio di S.Bartolomeo Apostolo
Il 25 agosto di ogni anno a Greci viene messo in scena il plurisecolare dramma del martirio di S. Bartolomeo Apostolo. E’ difficile, per chi come noi su quel palcoscenico ci è cresciuto, spiegare le emozioni, l’impegno, la fatica, l’amore, l’orgoglio e l’attesa che comincia il 26 agosto e si conclude il 25 agosto per poi ricominciare. Per i grecesi la rappresentazione teatrale del dramma (o meglio “il dramma” come lo chiamiamo noi) non segna solo l’apice delle festività estive, ma rappresenta la continuità di una tradizione alla quale grandi e piccoli sono legati in maniera viscerale da sempre e senza che nessuno lo abbia mai insegnato, sembra essere spontaneamente nel Dna di tutti noi. E’ il momento per ricordare chi non c’è più ed immaginarlo ancora su quel palco; è il momento in cui tutti ci sentiamo davvero vicini.
Storia e composizione dell'opera
La rappresentazione teatrale del Dramma Sacro del martirio di S. Bartolomeo Apostolo si deve all’Abate Luigi Lauda che alla fine del XIX secolo riprese la storia del Santo, che fino ad allora veniva improvvisata da attori locali, la trascrisse in versi e la donò ai suoi concittadini. La prima versione del testo fu scritta nel 1881, mentre quella che viene attualmente recitata risale al 1913. Il dramma si compone di 5 atti e 23 scene e narra la vicenda storica dell’Apostolo in Armenia, terra da lui evangelizzata a scapito dei precedenti culti pagani e nella quale subì lo scorticamento ed il martirio.
La scena si svolge ad Albanopoli, città di fantasia posta dall’autore nell’Armenia Meridionale, il cui nome, forse, voleva avvicinare idealmente l’origine albanese del popolo grecese ai luoghi che videro il martirio del Santo. Secondo il racconto dell’autore, San Bartolomeo, giunto in Armenia, riuscì a convertire al cristianesimo gran parte della sua popolazione compreso il re Polimio, inizialmente scettico, del quale guarì la figlia indemoniata e che battezzò insieme a tutto il suo popolo.
Di contro, il fratello di Polimio, Astiage, che nel frattempo gli aveva usurpato il trono, non solo rifiutò di convertirsi alla religione di Cristo rimanendo fedele al paganesimo ma, per vendetta, fece catturare, scorticare ed uccidere il Santo, decapitandolo: “A morte, a morte! Io lo condanno. E presto, decorticato e tronco il capo egli abbia”. Ciò determinò un duello tra i due fratelli nel quale Polimio ferì a morte Astiage. Infine il primo si recò, insieme ai suoi, a pregare sulla tomba dell’apostolo martirizzato.
Il dramma si conclude con l’apoteosi del Santo in un quadro plastico, momento questo estremamente emozionante che segna lo scoccare della mezzanotte del nostro capodanno. E’ impossibile trattenere lacrime per i tanti, troppi sentimenti che affollano i nostri cuori.
Fonte: opuscolo “Dramma Sacro del martirio di S. Bartolomeo Apostolo-2008”, a cura del Comune di Greci.
Autori: Anna Imbimbo e Nicoletta Rosalbo
Blogger Greci. Siamo un gruppo di ragazzi di età e professioni diverse, con una grande cosa in comune: l’amore per il nostro piccolo, ma splendido paese. Speriamo di incuriosirvi con i nostri racconti e condurvi prima con il cuore e poi con il corpo qui da noi. Scoprirete una piccola oasi di paradiso!
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