Cari lettori, con l’articolo di oggi vi illustriamo la devozione e la dedizione che il popolo Flumerese nutre verso il suo amato protettore San Rocco da Montpellier.
Nasce da una famiglia agiata di Montpellier, in Francia , dalla quale riceve una profonda educazione cristiana. Il suo sentimento religioso, i suoi comportamenti abituali, il suo carattere amabile , ricordavano a distanza di un secolo Francesco d’Assisi a cui Rocco era devoto. A queste qualità d’animo si univano le doti della mente grazie alla formazione sino all’età di vent’anni presso l’università di Montpellier. Più o meno ventenne, gli vennero a mancare a breve distanza l’uno dell’altro i genitori e, successivamente a questi eventi, distribuì ai poveri i suoi averi e s’incamminò per voto in pellegrinaggio verso Roma.
Questo tragitto in terra Italiana avvenne durante l’epidemia di peste che investì l’area negli anni 1367 e 1368, e Rocco andò a soccorrere i contagiati anziché scappare dai luoghi ammorbati. Il pellegrino francese comunque aveva già conosciuto l’epidemia nella sua giovinezza a Montpellier, poiché la città era stata investita dal morbo nel 1358 e nel 1361.
Rocco raggiunse Acquapendente, tappa fondamentale e irrinunciabile per qualunque pellegrino medievale diretto a Roma, ma soprattutto fu rilevante per il santo in quanto qui avvenne un importante episodio della sua vita . Arrivò nel paese tra il 25 e il 26 luglio del 1367,qui un fatto straordinario accompagnò la missione del giovane pellegrino su invito di un angelo, egli benediceva gli appestati con il segno della croce e all’istante li guariva toccandoli con la mano miracolosa.
Così, in breve tempo, l’epidemia si estinse. Numerose sono state le città in cui Rocco prodigiosamente ha lasciato il segno durante il viaggio di ritorno verso Montpellier. Antiche fonti rivelano che il pellegrino non riuscì mai a raggiungere la sua città natale, infatti si narra che il suo viaggio si interruppe probabilmente nella città di Voghera dove erano regnanti dei parenti da parte di madre. A causa della barba lunga e incolta, avvolto in poveri e polverosi abiti, con il viso trasfigurato dalla sofferenza della peste Rocco non fu riconosciuto e dicendo di essere “un umile servitore di Gesù Cristo” fu scambiato per una spia nemica ed incarcerato. Intanto nella cittadina correva la notizia che in carcere un innocente si lasciava morire. Rocco morì nella notte tra il 15 e il 16 agosto, tra il 1376 e il 1379.
San Rocco e Flumeri, simbolo di protezione
Anche la popolazione flumerese nel lontano 1600 quando scese da 600 a 240 persone, a causa della peste, si mise sotto la protezione di San Rocco. I flumeresi ritenevano, infatti, che, in occasione dei disastrosi terremoti che investirono l’area, Flumeri e la sua popolazione fossero stati risparmiati dalla catastrofe per intercessione del Santo. A Flumeri si racconta, tra l’altro, che un certo Maglione Rocco, in una calda notte di luglio, durante uno dei suoi abituali viaggi con il traino da San Nicola Baronia ad Ariano Irpino, s’imbatté in un uomo che, dal Campo Comune, vicino all’Antico Portone, guardava verso il paese. Il Maglione chiese allo sconosciuto il motivo della sua presenza in quel luogo a quell’ora (erano circa le tre del mattino) e si sentì rispondere: “Sto a guardia di questo paese e dei suoi abitanti”.
Quest’aneddoto spiega il motivo per cui il Giglio è stato dedicato al Santo Taumaturgo di Montpellier.
Come accennato prima San Rocco muore tra il 15 e il 16 di agosto e proprio in quei due giorni a Flumeri viene celebrato il santo; il primo evento è quello della tirata del giglio che avviene nel pomeriggio del 15 agosto e che consiste nella traslazione di questo immenso obelisco di circa 30 metri fatto di grano e di paglia interamente dedicato al santo sotto forma di ringraziamento per il prosperoso raccolto. Il secondo evento che la comunità flumerese si accinge a compiere nella notte del 15 agosto è quella della vestizione del santo.
La vestizione consiste nel vestire letteralmente la statua del santo con mantelli pieni d’oro donati da devoti che invocando l’aiuto del santo hanno ottenuto delle grazie. Una volta avvenuta la vestizione e dopo la solenne messa, la statua insieme alla reliquia del santo viene portata in spalla per le vie del paese accompagnata da una moltitudine di fedeli. Ritornata nella chiesa dedicata al santo da Montpellier la statua viene svestita e rimessa nella nicchia che sovrasta l’altre principe della chiesa.
Molteplici, inoltre, sono state le rappresentazioni teatrali ispirate alla vita del santo che hanno coinvolto tutta la popolazione, dai più piccoli fino agli anziani.
LA CONFRATERNITA
La devozione al Santo degli appestati nacque tra il popolo flumerese dopo i tristi avvenimenti del 1656 che causarono lo spopolamento del paese. In seguito, aumentando il numero dei fedeli fu avvertita l’esigenza di un luogo per il culto e di una spontanea aggregazione per la raccolta dei fondi. Edificato il piccolo oratorio, i fedeli di San Rocco formularono lo Statuto dell’Associazione e le sottoposero all’approvazione dell’autorità ecclesiastica . Inizialmente accoglieva soprattutto la parte più povera della popolazione.
Oggi, la Confraternita accompagna i cittadini flumeresi durante le manifestazioni religiose.