San Vito

Santo Stefano del Sole: il culto religioso di San Vito Martire

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San Vito
Foto di: Comitato Festa San Vito Martire

Oggi parleremo di qualcosa particolarmente importante per tutti i santostefanesi.  Qualcuno preferirà chiamarla tradizione, altri festa oppure culto religioso, semplicemente è un po’ la storia del nostro paese: San Vito.

Il culto di San Vito è diffuso in tutta Italia, considerato nel passato un vero taumaturgo per la vastità dei miracoli compiuti. In Italia, è considerato più che il santo delle guarigioni, il protettore dei campi. Quando si parla di San Vito, un elemento fondamentale è il suo legame con i cani, presenti in tutte le statue rappresentative del Santo. La spiegazione più semplice attribuita alla presenza del cane è quella della protezione del Santo dai morsi di un cane rabbioso, così come accade per San Michele e San Matteo. 

Per tale ragione il cane di San Vito ha assunto un valore simbolico diverso, ritornando così all’originale ipotesi del protettore dei campi. Non a caso, il 15 Giugno, data in cui cade la festa liturgica del Santo, coincide con l’arrivo della calura ovvero il momento più caldo della stagione, pericoloso per l’agricoltura. La forza distruttiva di questa stagione ha un simbolo ben preciso nella stella di Sirio e nella costellazione di cui fa parte, quella del Cane Maggiore, che segna il momento in cui il sole è più vicino alla terra. San Vito divenne il protettore dell’uomo e dei campi dal Cane celeste, dalla calura e dal simbolico morso di Sirio. 

Un canto diffuso nel Mezzogiorno racconta di come Dio stesse per distruggere il grano per punire l’uomo ma San Vito lo supplicò di lasciarne un po’ per i suoi cani, così l’uomo dispose ancora di cibo per molto tempo. Nasce così la tradizione del pane benedetto per i cani. Tradizione che arriva anche nel nostro paese con le famose panelle, ovvero piccoli pani azzimi, portate fuori dalla Chiesa in dei cesti l’ultima domenica di Agosto. Perché l’ultima domenica di Agosto? Nonostante la festa liturgica di San Vito ricorre il 15 Giugno, a Santo Stefano del Sole, si festeggia l’ultima domenica di agosto, ormai da oltre 200 anni. 

Nell’anno 1814 avvenne un evento straordinario, da Roma al comune di Santo Stefano del Sole, furono trasportate le ossa di San Vito, segnando così la data della traslazione delle ossa del Santo. Una scelta che il popolo santostefanese decise di fare in un momento storico particolare. Una scelta dettata dalla voglia di rinascita. Il 3 Agosto 1809, Santo Stefano del Sole fu segnato da un doloroso ricordo, la strage di Laurenziello, un brigante di origini santostefanesi, che nel bel mezzo dei festeggiamenti in onore di Santo Stefano, in quegli anni Patrono del paese, colpì la popolazione. 

Dal quel momento e per molti anni, quell’evento segnò la storia dei cittadini e del paese stesso. Così l’ultima domenica di agosto di 5 anni dopo, il Comune fece il prezioso acquisto delle ossa sacre di San Vito, che dal quel momento divenne il Protettore principale.

 

 

 

San Vito Martire
Foto di: Alessia Febbrariello

I giorni della festa

Con la scelta di festeggiare il proprio patrono l’ultima domenica di Agosto, un gruppo di persone realizzò il Comitato Festa San Vito Martire. L’organizzazione della festa cambia negli anni, fino al 1975 i giorni dei festeggiamenti erano due, il sabato e la domenica. Dal 1975 i festeggiamenti si prolungano a tre giorni, fino al 1993 dove si estendono a 5 giorni. Gli anni passano, gli organizzatori della festa si alternano, ma tutti con la stessa voglia e passione di fare. 

Il venerdì sera la sagra del vitello podolico ormai da diversi anni, accoglie centinaia di persone dai paesi limitrofi, il sabato è la musica, la principale protagonista della serata, concerti, musica popolare, fino ad arrivare alla domenica. Quando ci si ferma a parlare con le persone più anziane del paese, chiedendo loro un ricordo particolare legato a quel giorno, ci si ritrova ad ascoltare spesso la stessa storia.

 Tutti in paese, la domenica mattina indossavano il vestito migliore che si possedeva in casa e si andava in Chiesa, chi non poteva permettersi di comprarlo, lo cuciva, insomma si trovava il modo di avere qualcosa di bello per quel giorno. Oggi i tempi sono cambiati ma l’ultima domenica di agosto s’indossa il vestito più bello e si va in Chiesa. Oggi come allora, terminata la Messa ci si mette in posa, sotto il sole cocente di mezzogiorno per scattare una foto, sulle scale della Chiesa.

Una foto che resterà nella storia, come tutte le altre.

Foto di rito al termine della Santa Messa
Foto di: Comitato Festa San Vito Martire

I riti culminano la domenica sera

La sera, la processione dei mille ceri e il concerto della banda chiudono le scene ad una serata che si prolungherà fino ai fuochi pirotecnici, quando le luci si spegneranno, e tra un ultimo brindisi con gli amici ci saluteremo, consapevoli di ritrovarci l’anno successivo.

Fuochi Pirotecnici al termine dei riti religiosi
Foto di: Alessia Febbrariello

“Che Santu Vitu vi possa ajutana”

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