Affresco di Sant'Elia profeta

Sperone: la fede per Sant’Elia Profeta

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Affresco di Sant'Elia profeta

Nel primo appuntamento abbiamo ricostruito l’origine storica del nostro paese, in questo invece tratteremo della fede del popolo speronese per Sant’Elia Profeta, che precede la nascita del Comune.

La devozione che lega il nostro territorio al venerato Profeta Elia, nostro padre, maestro e Protettore, risale a tempi remoti: le prime tracce riconducono ad un affresco della cappella di Sant’Elia del XIV secolo raffigurante il nostro patrono vestito di un abito color marrone, tendente al nero, coperto sulle spalle da un mantello di colore bianco, nell’atto di impugnare nella mano destra una spada, e nella sinistra un rotolo e fiamme di fuoco, simbolo del suo ardore profetico. Ancora oggi nella stessa cappella ricostruita dai fedeli, e collocata al di sotto della Chiesa di Sant’Elia Profeta, si può ammirare il mirabile e significativo affresco e tanti altri capolavori risalenti, secondo gli esperti, al XVI secolo.

Sperone sant'elia
Scatto di Pio Stefanelli

Il documento attestante questo diffuso culto è lo “speculum Carmelitanum”, del 1680, in lingua latina, curato dal Rev. Frate Daniele, ex provinciale e storiografo, che riporta i grandi prodigi di Sant’Elia, Primo Maestro dei Monaci, Patriarca dell’Ordine Carmelitano, e con autorevoli testimonianze racconta il prodigioso miracolo del 1656, quando il Regno di Napoli era devastato dal flagello della peste.

A quel tempo, una notte, una figura con le sembianze del Profeta dell’affresco apparve in sogno al reverendo Giacomo Antonio Galeota, pastore della Chiesta parrocchiale di Sperone, e gli fece la seguente richiesta: “Abbi cura della mia Chiesa in rovina e sarà mia cura chiedere ed ottenere da Dio che la peste cessi.”

Sperone sant'elia
Fonte: Speculum Carmelitanum

Il Reverendo, incredulo, si recò dal decano della Chiesa cattedrale della città di Nola, il Rev. Giovanni Battista Fellecchia, e gli descrisse l’incredibile sogno; lui, non credendo a quella visione, decise di recarsi personalmente presso la cappella. Ma il Santo non tardò a concedere la grazia promessa e i miracoli: una donna del paese, contagiata dalla peste, recandosi nella chiesa e prostratasi in ginocchio con grande devozione, con l’olio della lampada sospesa davanti all’immagine di S.Elia si unse la parte infetta del suo corpo ed immediatamente liberata. 

Immagine speculum carmelitanum
Fonte: Speculum Carmelitanum

La notizia della prodigiosa guarigione della donna si diffuse velocemente e da quel momento tantissime persone, provenienti da ogni luogo della Provincia della Terra di Lavoro, si recarono nella diroccata cappella dinnanzi all’effigie del Profeta per ungersi con il miracoloso olio, tanto che il reverendo Galeota fece costruire due ingressi separati, uno per i malati e l’altro per i sani che accorrevano per pregare. In poco tempo, la cappella divenne così meta di pellegrinaggio e di preghiere devote e fiduciose e con le donazioni dei tanti fedeli fu possibile ricostruirla. Inoltre, fu acquistato un podere limitrofo con le cui rendite venivano pagati sei cappellani per la celebrazione delle sante messe e dei divini officii, un maestro per istruire i giovani del paese ed un eremita.

Peraltro, secondo la tradizione e fonti orali nel 1859 a seguito di un prolungato periodo di siccità, i fedeli invocarono il Profeta affinché ponesse fine alla terribile calamità naturale: il 20 febbraio di quell’anno decisero, infatti, di portare in processione per le strade del paese la statua del Santo. Improvvisamente piovve e la terra irrorata diede sollievo agli speronesi e frutti copiosi.

Un ulteriore miracolo, attribuito al nostro Patrono, risalirebbe al 1909: in quel tempo il colera mieteva vittime in tutta l’Irpinia; in paese ci furono tanti morti e ammalati. I devoti anche questa volta chiesero con le preghiere il soccorso, l’aiuto del Santo Patrono, portato a spalle per le strade di Sperone con una processione penitenziale, da quel momento non ci furono più i morti a causa del colera.

A memoria di questi eventi miracolosi, ogni anno, il 20 Febbraio viene celebrata la votiva festa religiosa con la processione. Solenne è poi la festa religiosa e civile del 20 Luglio, di cui parleremo in seguito.

Senza dubbio, questi episodi miracolosi, alcuni dei quali sospesi tra leggenda e storia, hanno rafforzato nel tempo la Fede: la fervida devozione per il Profeta Elia, la ravvivano e la trasmettono alle nuove generazioni.

E proprio in questo tragico momento storico, drammatico per il dilagare della letale pandemia abbiamo rivolto supplichevoli preghiere al nostro Protettore, con la speranza che ancora una volta ci protegga e ci liberi dal contagioso e mortale coronavirus.

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