Si sa poco della vita di un santo chiamato “Marciano” e che è stato “vescovo di Frigento”, forse si può dubitare su questo titolo episcopale, ma non sulla sua reale esistenza. Se storici molto lontani nei secoli da noi ne hanno parlato significa che all’epoca vi erano dei documenti o delle prove schiaccianti. La vita del santo è tramandata da due manoscritti medievali: il più antico risale ai sec. XI-XII è conservato a Roma nella Biblioteca Casanatense, mentre l’altro del sec. XII appartiene alla Biblioteca Capitolare di Benevento (La più antica ufficiatura beneventana è pel vescovo di Benevento: Vita et obitus [vita e morte] s. Marciani ep. et cf. nel cd. II, ff. 5v-12, della capitol. del sec. XI-XII, e cd. XIV, ff. 180v-181v, della capitol. del sec. XII. […]).
Taurasi, ha come santo Patrono, un vescovo e confessore di nome Marciano, non certamente da pochi anni, ma bensì da secoli. San Marciano è il protettore di Taurasi, è già questo ci basterebbe. La domanda è: Da quando è il nostro Patrono? Non si sa, il primo documento cartaceo -conservato a Montevergine- in cui compare un “Sancti Marciani” relativo a Taurasi, porta la data del dicembre 1188. In un diploma del novembre 754 (Chronicon Volturnense, p. 247, doc. 32) relativo al monastero di santa Maria di Locosano compare “[…] ad Sanctum Marciano in Frecento”.
Il culto si diffuse per effetto della vittoriosa lotta per la libertà della chiesa sancita dall’accordo stipulato a Worms (antica Vermazia, in Germania) nel 1122 tra il papa e l’imperatore germanico, e celebrata nel 1123 con la convocazione del primo concilio ecumenico della Chiesa latina a Roma, si ebbe un’ampia rivalutazione delle figure dei vescovi. Tra il sec. XI e XII, si andava alla ricerca della memoria di un passato episcopale che supportasse il ruolo dei presuli: si fece ricorso al rinvenimento di reliquie prestigiose, si avallarono tradizioni celebrative a volte risalenti ai primordi del cristianesimo, si onorarono i prelati che si erano schierati con gli ecclesiastici riformatori. Nel frattempo le chiese furono oggetto di importanti interventi di restauro, esagerandone l’intitolazione, assai spesso al santo patrono, come avvenne a Taurasi nel 1150.
Così il culto di s. Marciano (ma più esattamente sarebbe MARCO). La tradizione riporta che la popolazione lo scelse come suo Patrono, perché Lo ebbe gradito ospite per molti anni, quando combatté strenuamente, per difendere la Fede cattolica, contro Giuliano vescovo di Eclano (n. circa 380 – m. 455), eretico e seguace delle dottrine di Pelagio sulla grazia e il libero arbitrio, che infestava le nostre contrade (dal Breviario).
Art. Elio Capobianco
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