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Zjarri Sën Sepit (il falò di San Giuseppe)

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foto di Stefano Lauda

il santo

San Giuseppe

Il 19 marzo rappresenta per molti un giorno importante, perchè oltre ad essere la festa del papà, si celebra San Giuseppe, santo amato e venerato, esempio di paternità, uomo saggio, pellegrino di Dio, custode del Redentore.

la tradizione del fuoco

In molti paesi, componente caratterizzante di questo giorno è il fuoco, o per meglio dire, il falò. Ma che valenza ha il fuoco? Rappresenta l’energia vitale, la distruzione delle cose brutte e la rigenerazione per eccellenza, il passaggio dall’oscurità dell’inverno allo splendore della primavera. Infatti il 19 marzo precede di pochissimo l’arrivo della bella stagione.

zjarri ndË katund (il falò a greci)

Anche qui a Greci è ancora viva questa tradizione, con delle differenze rispetto al passato. 

Prima, mi raccontano gli anziani, colonna portante del paese, oltre al falò principale che organizzava la Chiesa, tutti i rioni, o quasi, avevano il proprio fuocherello, formato da fasci di legna che ogni famiglia iniziava a raccogliere qualche giorno prima, con l’ausilio degli asini per trasportarli, per poi metterli tutti insieme, con grande spirito di partecipazione e appartenenza. 

...oggi

Oggi non è più così, sarà anche a causa della diminuzione drastica della popolazione. Di falò se ne fa solitamente solo uno, grande, all’entrata del paese. La legna viene raccolta dai giovani e meno giovani che si prestano al servizio, e di asini purtroppo non se ne vedono più. Si forma una bella montagnella e la sera, al calar del sole, si accende il fuoco, prima però, viene benedetto dal parroco dopo la funzione religiosa. Inoltre si getta nel fuoco un ramoscello d’ulivo, affinchè la nuova stagione possa essere florida. Raccontano voci longeve, che era usanza raccogliere le ceneri dei ramoscelli e conservarle per il “giorno delle ceneri”.

falò san giuseppe
foto di Pro Loco arbëreshë

inno a San giuseppe in arbëreshë

Intorno al fuoco si recita il rosario e si intona un inno a San Giuseppe in lingua arbëreshë, “Sën Sep kur të pe” (San Giuseppe quando ti ho visto) che, se vi fa piacere, potrete ascoltare facendo “click” sul link alla fine dell’articolo. 

La traduzione in linea di massima è la seguente:” San Giuseppe quando ti ho visto, così bello che sei, giorno e notte (allor) quando sei passato il fiume sa quale Santo sei! San Giuseppe che sei in cielo nel tuo giorno ci sia concessa la grazia. Tu prega per noi da Avvocato nostro, quale sei”. Sono sicura che i miei concittadini la staranno canticchiando con gli occhi lucidi e malinconici, anche perchè quest’anno, a causa del Covid, non è stato possibile vivere il bel momento tutti insieme. 

Oltre alle tante preghiere, più di recente si usa durante il falò fare festa in compagnia con carne arrostita e un buon bicchiere di vino locale. 

falò di greci
foto di Pro Loco arbëreshë

Ci tengo a fare un ringraziamento al maestro Leonardo Antonio Di Chiara, che, seppur a distanza, mantiene sempre vivo il nostro bagaglio culturale sonoro. Grazie maestro!

                                             Autore: Nicoletta Rosalbo

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