San Sebastiano e San Fabiano

San Sebastiano: il mio protettore

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San Sebastiano e San Fabiano
Foto di Daniele Galluccio

Sono qui, nel posto dove mi hanno insegnato tutto su di te, Oh San Sebastiano, la mia stanza da letto dell’infanzia. Fa freddo e il cielo comincia a schiarirsi con le prime luci del mattino e subito risento le signore del “Cuore di Gesù” cantare: Dalle vette di Narbona tu scendesti o grande atleta”. Chiudo gli occhi e sono lì nella Chiesa della Natività, dove ti hanno portato la settimana scorsa dalla Chiesa che hanno dedicato a te e a San Fabiano, che fa da ingresso al cuore del paese come se fungesse da scudo a tutte le avversità; proprio come quando, invocato contro la peste, hai salvato l’intera popolazione e da quel tempo hanno affidato a te il compito di proteggere nei secoli il nostro bel paese. Contemplo zi Pietro vestirti dei tuoi “panni d’oro” mentre ti guarda con ammirazione e profonda devozione.

" O Focarone"

Ormai sono già le sette, Don Salvatore Favati si affretta a uscire dalla Chiesa e arrivare al centro di piazza Garibardi a benedire l’imponente e maestoso “Focarone”, io corro insieme a lui.

falò San Sebastiano
"O Focarone e San Sebastiano"

Esco fuori e sono tutti lì riuniti, intorno a quel grande falò; Maria à Merecana inizia a cantare e tutti con lei e dopo la benedizione, i ceppi si accendono dopo la prima scintilla creando una fiamma grossa che scalda tutti e la legna arde sempre più forte proprio come il sentimento di appartenenza al mio paese e la profonda devozione al mio Santo Protettore. Dopo un po’ sento le campane suonare a festa ed entriamo tutti in chiesa per ascoltare la prima messa.

È tutto così allegro, così festoso, così conviviale.

Quando la messa è finita mi dirigo a casa di zio Sebastiano che, come ogni anno, mi accoglie a braccia aperte mentre zia Nina si sbriga a preparare il favoloso pranzo del giorno di festa.

Alle nove esco e Pinuciello accoglie la banda musicale. Per i meno temerari che non sono riusciti a uscire dalle calde coperte per l’accensione del Focarone, ci pensa la banda, che con la musica degli strumenti e la sua marcia per tutto il paese, risveglia gli animi di tutti gli aiellesi. Io, mio padre Lorenzo  e Luigi ò Merecano facciamo il giro dei fochisti, nelle diverse postazioni per vedere se si stanno preparando a dovere per la solenne processione.

"La Processione"

Sono le undici, lo scampanio delle campane richiama tutti gli Aiellesi, che vestiti con l’abito più bello, riempiono la Chiesa per ascoltare la Solenne Messa che poi porta tutti i presenti, anche quelli tornati dal nord o dall’estero in occasione della grande festa, a posizionarsi in fila dietro i Santi: San Fabiano, il nostro papa contadino morto di fame in prigione e poi tu, San Sebastiano, mio caro protettore.

la processione di San Sebastiano

Durante la processione si canta, si prega, Daniele ò chierichetto profuma le strade della comunità con l’incensiere fumante e Luigino porta il megafono cosicché tutti fino in fondo possono seguire gli inni, si applaude, si percorrono lentamente tutte le viuzze del centro, si alzano gli occhi al cielo per vedere i fuochi d’artificio annanzi ò monumento, fore à fontana e nderra ò Comune e si è a casa.
Sì, perché proprio durante la processione di San Sebastiano ci si sente a casa.

 

Finita la processione, con ancora in mente le parole dell’inno Santo:

Sebastiano, provvido
Patrono, a noi t’avanza
L’amor, la fede illumina,
ravviva la speranza
nel cuor di quanti sentono
le spire del dolore.
Provi d’Aiello il popolo
L’eccelso tuo favor”

Torniamo a casa per un banchetto da festa nazionale: aperitivo, antipasto, due primi, secondo, frutta, dolce e chi più ne ha più ne metta. Sembra quasi di tornare al cenone di Capodanno.
Dopo la grande abbuffata, si scende per le vie del paese a fare quattro chiacchiere davanti al Focarone e si raccontano vecchie storie: “Oh ma to ricuordi quando si fottettero l’angioletto e San Sebastiano? Chissà addo sta, ricino che sta a Napoli! “, si scambiano confidenze con i vecchi amici e ci si diverte mentre la cenere danza nel cielo di gennaio.

I Fuochi d'artificio

Più verso sera ecco spuntare le patate nella cenere del Focarone e mentre aspettiamo le 20:00 per poter vedere i fuochi d’artificio, condividiamo qualche pezzo di patata bollente.
Tutti riuniti con il naso all’insù. Mi ricordo ancora compa Ferdinando, Sastiano e Musollini e De Gasperi con gli occhi innamorati mentre scie di luce colorano il cielo buio. Che bei tempi! Solo chi li ha vissuti lo può capire.

Fuochi d'artificio di San Sebastiano

A fine serata ecco rispuntare mio padre dal vicolo che porta alla piazza e dà sulla chiesa che fino ad allora non avevo visto mentre saluta tutti quelli che hanno contribuito a rendere questo giorno il più bello dell’anno e chiude così i festeggiamenti.

Se una cosa è sicura qui ad Aiello è che il giorno di San Sebastiano è festa e non importa tu in quale parte del mondo sei il 20 gennaio torni ad Aiello perché questa è tradizione.

Autore: Iris Muraglia

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