Il lavatoio di Aiello del Sabato è uno dei più antichi luoghi del paese, un simbolo della nostra storia e della quotidianità del passato della nostra comunità.
Questo luogo che oggi è circondato dal silenzio, un tempo era affollato, animato dal rumore dell’acqua che ancora oggi sgorga dalla sorgente e che riempiva la lunga vasca piena di stracci e cenere, dall’energia delle donne, lavandaie di mestiere e non, che sbattevano i panni zuppi d’acqua sulla pietra, canticchiando e scambiando consigli e pettegolezzi.
Quei gradini che conducono al lavatoio divennero anche un luogo di aggregazione per tanti ragazzi che si recavano lì per chiacchierare e divertirsi, e anche per guardare, incuriositi, l’asina bianca di Sastiano ‘e pipiciello. La lasciava lì per andare in paese a fare la spesa, legata alla ringhiera di fronte all’ingresso del lavatoio. Aspettando che il padrone sbrigasse le sue faccende, ne approfittava per ruminare un po’ d’erba fresca che spuntava dalla ringhiera, mentre sorseggiava l’acqua della sorgente del lavatoio, riposta in un secchio dal fedele proprietario.
Non è un quadro tanto semplice quanto meraviglioso?
Oggi, quest’antico posto in pietra è valorizzato da un murale, “La finestra sull’acqua” che, ricco di colori, riporta alla luce la memoria di questo luogo.
Tanti sono i racconti delle nonne aiellesi che si recavano qui per il lavaggio di panni, lenzuola e biancheria.
Il Bucato "fore a fontana"
Riempita la cesta, la riponevano sul capo e, in equilibrio, la trasportavano fino al lavatoio. Durante il cammino, d’estate, si riparavano per un po’ dal caldo, all’ombra dei platani secolari.
Arrivate al lavatoio, strofinavano i panni con il sapone, perlopiù ottenuto in casa con scarti di grasso animale e, una volta smacchiati, li risciacquavano sotto l’acqua corrente del lavatoio.
Se si trattava d’indumenti bianchi o eccessivamente sporchi, il bucato iniziava il giorno prima. La cesta di panni era ricoperta con un telo cosparso di cenere per eseguire la cosiddetta “colata”. L’acqua bollente versata sulla cenere penetrava nei panni rendendoli bianchi e profumati. Lasciati in ammollo per l’intera notte, il giorno dopo occorreva recarsi al lavatoio.
Qui sciacquavano e risciacquavano il bucato, sbattevano i panni zuppi d’acqua contro la pietra per togliere ogni residuo di cenere, e poi li strizzavano ben bene, aiutandosi a vicenda.
Tante volte i bambini, attaccati alla gonnella delle mamme, le seguivano al lavatoio dove, insieme agli altri bimbi, si divertivano a scivolare su quel muretto inclinato che accompagna le scale e che, per molto tempo, è stato un luogo di aggregazione per tanti ragazzi. Tra uno scivolo e l’altro aiutavano le signore a stringere le lenzuola, tenendo il capo opposto.
Era quasi una festa, gli schiamazzi dei bambini, i rumorosi schiocchi dei panni zuppi d’acqua sbattuti contro la pietra e il fischiettìo delle signore che, tra un pettegolezzo e l’altro, cercavano il modo di sorridere nonostante la fatica.
"La Finestra sull'acqua" di Eremita
Ed ora, caro lettore, se chiudi gli occhi cosa immagini? Io immagino una donna che, stanca, porta su di sé un peso. Il peso della fatica, il carico dei panni che portava sul capo, il sudore e il cammino per raggiungere il lavatoio. Ed è proprio questa l’immagine che dal 2018, grazie all’idea della signora Silvana Volpe, è raffigurata sulla parete dell’abitazione che costeggia il lavatoio. Il murale, eseguito da Davide Brioschi, in arte Eremita, e rinominato dall’ artista stesso “La finestra sull’acqua”, ha dato un’immagine a questo antico posto.
Percorro questa strada ogni qualvolta mi trovo a raggiungere l’abitazione di mia zia. È inevitabile fermarmi ed essere rapita dai colori di quel meraviglioso quadro e dalla storia di questo posto antico. Se ti trovassi un giorno a passare di lì, guarda il viso stanco di quella donna raffigurata, affacciati dalla ringhiera rossa e dai uno sguardo al lavatoio.
Dopodiché chiudi gli occhi e sentirai anche tu, nel silenzio, i rumori di un tempo, le risate dei bambini,i pettegolezzi delle donne in fila per attendere il posto al lavatoio, e le voci di quelle che, chinate e con la schiena ricurva, intonavano canzoncine e filastrocche per alleviare il peso delle lunghe ore di fatica.
E così questo posto suscita in me tante emozioni, ammirazione e curiosità. Mi fa riflettere su quanto il mondo sia cambiato. Tuttavia esistono ancora dei luoghi e dei profumi, ove è possibile ritrovare pezzi della nostra storia e che ci rendono consapevoli di appartenere a una comunità.
Autore: Chiara Pagano
Blogger Forum Comunale dei giovani di Aiello del Sabato, siamo un gruppo di ragazzi con la voglia di partecipare attivamente alla vita politica e sociale del nostro paese. La nostra idea è quella di realizzare uno spazio di confronto e di crescita territoriale per la comunità di Aiello del Sabato in cui giovani e meno giovani si confrontano e condividono le proprie esperienze. Cerchiamo di coinvolgere sempre più giovani affinché prendano parte alle iniziative sociali e di tenere in vita le tradizioni proprie del nostro territorio.
Bravissimi avete descritto un luogo storico tra ricordi e presente in scene e quadretti che facilmente sono ricostruibili nella immaginazione di giovani e meno giovani
Grazie per avermi generato emozioni su valori e consuetudini della nostra comunità che incontrano l’apprezzamento di voi giovani
Ernesto Urciuoli