L’anno che abbiamo appena (ci auguriamo) lasciato alle spalle ci ha segnato profondamente: sensazioni, emozioni e preoccupazioni diverse si sono alternate giorno dopo giorno e forse il sentimento che più ha prevalso è stato quello dello smarrimento e dell’incertezza. E proprio questa incertezza sul divenire, ci porta a chiederci anche quale sarà il nostro futuro e quello dei nostri territori. Da questo interrogativo parte un’iniziativa di un gruppo di ragazzi, riuniti nell’ Associazione “Sgradevole”, che con il loro sguardo rivolto al domani, senza dimenticare le radici, le tradizioni ed il passato, hanno pensato di installare una mail box nel centro di Calitri, in cui raccogliere tutte le testimonianze degli irpini, ma non solo, relative questo anno che tutti vorremmo dimenticare, ma che forse dovremmo, al contrario, custodire per trarne qualche insegnamento dagli errori e anche dai “successi”. Tutto il materiale raccolto sarà poi inserito all’interno di una capsula d’acciaio, per essere poi sotterrata in un giorno dedicato “Il capsula Day” e che sarà riaperta soltanto tra 50 anni!
“Al momento stiamo raccogliendo in una mailbox lettere, foto e altri piccoli oggetti per lasciare ai nostri successori una testimonianza della nostra epoca, legata sia a paure e ansie relative all’attuale situazione sanitaria, sia a sogni, passioni e speranze, senza dimenticare tradizioni e folklore.”
Per capire meglio di cosa si tratta ne parliamo con i promotori: Alessandro, Attilio, Enzo, Giuseppe e Michele.
Una chiacchierata (s)gradevole
Partiamo da voi e dalla vostra associazione, “Sgradevole”, nome un po’ in contrasto con quella che è la vostra attività. Da dove nasce e di cosa vi occupate?
Dopo un goal subito dall’Avellino calcio, ecco l’esclamazione inconsueta: “Sgradevole!”. Era il dicembre del 2017 e di lì a poco la parola sarebbe diventata virale tra i giovani calitrani. Ne consegue una battuta: “se facessimo delle maglie scrivendoci Sgradevole, sai quante ne venderemmo?”. Dopo qualche risata, il tono si fa serio. Perché non provarci davvero in estate (2018), devolvendo il tutto in beneficenza?
Risultato: più di 400 T-shirt distribuite dietro piccole donazioni per un totale di 2.862 euro raccolti e interamente devoluti all’Airc. È solo l’inizio: l’avventura si ripete nelle due estati successive, per un totale di 1.696 magliette complessivamente prodotte e un ricavato totale di più di 11.000 euro interamente devoluto tra la già citata Airc, il Centro Giada di Rocca San Felice (AV) e l’Associazione Italiana Sindrome di Kleefstra.
“Sgradevole” è diventato un invito a prendersi meno sul serio, nella consapevolezza che spesso lo stress quotidiano porti a vivere tragicamente anche il futile, che basterebbe invece archiviare con una battuta e un sorriso.
Da qui il nostro motto:
“Sono poche le cose davvero brutte che possono capitare nella vita. Tante altre, al massimo, possono definirsi Sgradevoli!”
Cosa vi ha ispirato per questa originale iniziativa della Capsula del tempo e cosa vi ha spinto a portarla avanti?
Tutto è partito da un’idea di Giuseppe di Cosmo. Da questo suggerimento ci siamo subito attivati per sviluppare e rendere coinvolgente il progetto, che ci ha colpito per la sua unicità e per la rilevanza che avrebbe potuto raggiungere.
Voi personalmente cosa avete mandato nel 2071? E qual è stato l’oggetto più strano che finora è stato spedito?
Per il momento non abbiamo spedito nulla, sarà una sorpresa! (sorridono, ndr). Possiamo anticipare che, nonostante il Covid abbia condizionato il nostro presente, ciò che noi invieremo ai futuri non sarà legato alla pandemia.
Fra gli oggetti più particolari che abbiamo trovato nella mailbox ci sono un magnete del 2002 di Buffon e le regole del tradizionale gioco meridionale “Patron e sotta”.
L’iniziativa sta riscuotendo il successo sperato, sia in termini di oggetti spediti sia in termini di dibattito sul futuro delle nostre aree interne?
Siamo rimasti particolarmente colpiti dall’entusiasmo che si è creato intorno alla Sgradevole Time Capsule, che sta avendo un buon riscontro anche fuori dai confini comunali. Basti pensare che abbiamo ricevuto delle testimonianze da persone residenti nel Nord Italia (come testimoniato nella foto a sinistra) e che la notizia è stata riportata da diverse testate giornalistiche nazionali.
L’ interesse che si è creato intorno all’iniziativa ci ha posto un interrogativo potenzialmente valido sia per il nostro Comune sia per tutti quelli delle aree interne d’Italia, particolarmente colpiti dal tema dello spopolamento: “Tra cinquant’anni ci sarà qualcuno pronto a raccogliere le nostre testimonianze?”
Abbiamo quindi pensato di contattare, come primo interlocutore, il Comune di Calitri così da portare, insieme ad esso, la questione all’attenzione delle altre istituzioni locali, regionali e nazionali. Speriamo di riuscire a coinvolgere anche i presidenti della Repubblica, del Consiglio e della Regione Campania in un dibattito che organizzeremo nei prossimi mesi, in occasione del Capsula Day.
A proposito del Capsula Day, dove appunto si aprirà la discussione sul futuro delle nostre aree rurali. Voi siete giovani, alla luce delle problematiche ma anche dei fattori favorevoli emersi durante la pandemia nei nostri territori, come secondo voi la situazione che stiamo vivendo impatterà e cosa vi augurate di riuscire a realizzare nell’arco di questi 50 anni da poter lasciare alle generazioni future?
Nelle nostre menti abbiamo già disegnato il Capsula Day nei minimi dettagli: sarà un ritorno alla vita consistente in una serie di eventi. Oltre al dibattito sul futuro delle aree interne e alla “sepoltura” della capsula, vorremmo coinvolgere anche tutte le altre associazioni calitrane e raccontare la nostra terra tramite esse e le loro iniziative.
Sicuramente la situazione attuale ha avuto delle ripercussioni sui nostri territori, ma è ancora presto per riuscire a trarne delle conclusioni. Speriamo che il continuo utilizzo dello smart-working da parte delle aziende possa portare nuova linfa a queste aree. Raggiungere dei grandi traguardi lavorativi, restando nel proprio paese, è il sogno di tanti giovani che purtroppo oggi sono costretti ad emigrare.
È una rivoluzione ancora in atto e non è detto che al termine della pandemia le aziende saranno ancora così propense a permettere ai propri dipendenti di lavorare a distanza.
Tra di noi c’è chi spera in una Calitri del 2071 ricca, piena di giovani, lavoro e vita. C’è anche chi teme uno scenario peggiore di quello attuale, dove il paese, in continua decrescita demografica, sarà meta di soli avventurieri, che troveranno e leggeranno le nostre testimonianze.
Siamo consapevoli di quanto il problema sia delicato e di difficile soluzione. Noi giovani con le nostre energie, idee e iniziative dobbiamo però provare a dare un contributo, affinché si possa rallentare e poi fermare definitivamente questo brutto film che è lo spopolamento.
Cosa vorreste dire a chi leggerà questo articolo, irpino e non, magari tra 50 anni?
Speriamo di avervi lasciato un mondo migliore di quello attuale e peggiore di quello che potrete lasciare ai vostri figli.
Grazie ai ragazzi di Sgradevole per il tempo dedicatoci.
Ricordo ai nostri lettori che avete ancora tempo per partecipare a questa iniziativa, ovunque voi siate! Trovate tutte le info sulle modalità e sui tempi sui social di “Sgradevole” e sul sito: sgradevole.net
E voi cosa spedireste nel 2071? Fatecelo sapere nei commenti!
Blogger Calitri. Studentessa magistrale in ‘Economia e Management’, laureata in Economia Aziendale. Appassionata di fotografia e della mia terra. La mia ambizione più grande è quella di restare e fare del nostro territorio un luogo di opportunità per tanti giovani come me. Ecco perché ho deciso di far parte di questo progetto e di portare Calitri nel cuore di chi mi leggerà.
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