Cari lettori di Irpinia World, oggi, attraverso le parole e i ricordi di un protagonista che non esiste, vi racconterò la storia della ferrovia Avellino-Rocchetta S. Antonio, soffermandomi soprattutto sulla storia di uno dei ponti più belli e maestosi della tratta: il ponte Principe, che congiunge le sponde del fiume Calore tra i territori di Lapio e Taurasi.
L'ultimo viaggio contro il tempo
Sabato 11 dicembre 2010.
Vorrei potervi raccontare che questa mattina mi sono svegliato alla buon ora per andare a messa, come tutti i sessantaduenni del mio paese, ma se lo facessi mentirei. Sono le ore 05:40 e, dopo aver indossato il mio giubbotto nero e il cappello da emigrante sono uscito di casa per andare alla stazione di Avellino. La strada la conosco bene, l’ho attraversata miliardi di volte, d’altronde fare il ferroviere è stato il mio mestiere per quarant’anni. Quella di questa mattina però sarà una partenza diversa dalle altre: una partenza amara.
Ore 06.35 – Dall’altoparlante si sente per l’ultima volta la frase che ho ripetuto per anni: “Il treno interregionale diretto a Rocchetta S. Antonio è in partenza dal binario quattro. Allontanarsi dalla linea gialla”. Io sono già in carrozza, anche se non sono pronto a partire, a dirla tutta nemmeno se mi dessero tutto il tempo del mondo riuscirei ad essere pronto per questa partenza, l’ultima. Un lacrima mi accarezza il volto mentre l’amarezza che si annebbia nel mio cuore non riesce a farmi godere il paesaggio che scruto ancora una volta da questo finestrino troppo piccolo per tanta bellezza. La neve caduta negli scorsi giorni ha ricoperto il paesaggio con un manto bianco che rende ancora più suggestivo e spettacolare questo viaggio tra passato e presente.
Appunti di storia
La storia di questa ferrovia è ultracentenaria e ci riporta indietro nel tempo agli anni ’70 del XIX secolo, quando furono fatte le prime proposte per la realizzazione di una tratta ferroviaria che potesse collegare le valli dei fiumi Sabato, Calore e Ofanto. Suddette proposte furono accolte nel 1879 e sei anni dopo furono affidati alla Società italiana per le strade ferrate meridionali i lavori per la costruzione della tratta. Questi iniziarono nel 1889 e si protrassero sino al 1895, anno dell’apertura ufficiale della ferrovia.
Tra le numerose opere nelle quali ci si imbatte attraversando i binari di questa tratta ferroviaria una delle più suggestive è di certo l’imponente ponte in acciaio che congiunge le sponde del Calore tra i territori di Lapio e Taurasi. Esso venne progettato dall’ingegnere Sangiorgi e realizzato tra marzo e settembre del 1893.
Il viadotto è sospeso sulle sponde del fiume Calore ad un’altezza di circa 35 metri. Esso è composto da tre travature in acciaio di circa 98 metri ciascuna che poggiano sulle spallette e su due pilastri intermedi. La lunghezza totale del ponte è di 340 metri. Per la sua magnificenza il ponte fu ribattezzato sin da subito “Principe” e ancora oggi è considerato un’opera eccezionale che testimonia il progresso raggiunto durante la Belle Époque.
La tratta delle lacrime
Venerdì 18 maggio 2018
Ne è passato di tempo da quel giorno di qualche anno fa. Tante cose sono cambiate, tranne l’amarezza che ancora oggi porto nel mio cuore. Le lacrime versate sul viaggio di ritorno, quel sabato del 2010 bruciano ancora e soltanto adesso che un vecchio collega mi ha fatto visita, il dolore sembra placarsi.
Quando ho aperto il portone di casa mia questo vecchio amico mi ha sorriso e, con gli occhi in lacrime, mi ha invitato a rifare un viaggio sui binari di una ferrovia che non è stata solo il nostro posto di lavoro, è stata ed è casa nostra. Oggi, versando lacrime di un sapore differente, ho scoperto che certe volte le cose belle accadono, accadono per davvero. Penso che non siamo gli unici a piangere, tutti coloro che ci hanno creduto per davvero, adesso almeno un lacrima di gioia la stanno versando, adesso che dopo tanti anni la ferrovia verrà riaperta grazie a tutti coloro che ci credono e non hanno mai smesso di crederci in questa strada di ferro.
Salve a tutti! Mi presento: il mio nome è Francesco e ho 18 anni; da sempre mi definisco (e mi definiscono) altruista, positivo e determinato (e anche logorroico). Sono uno studente del quinto anno del liceo classico “Publio Virgilio Marone” di Avellino e ho una grande passione per il teatro e la fotografia. Nel 2019 sono stato uno dei rifondatori del Forum comunale dei giovani di Lapio, del quale sono segretario. Amo la mia terra, che porto sempre nel cuore e che cerco giorno dopo giorno di valorizzare; ho scelto di prendere parte a questo progetto per mettere in evidenza il piccolo angolo di mondo nel quale vivo: Lapio, un paese le cui mura hanno tante storie da raccontare. Pronti a conoscere queste storie? Iniziamo…
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