La festa del 28 aprile a Castelvetere è sempre stata ricca di peculiarità: la raccolta dei tacchiri, la cerca del grano, l’oro, la preparazione dei tortani, le dispensatrici, la raccolta dei gigli della Madonna, i canti. Tutto a caratterizzare il senso di comunità e di appartenza ad un Qualcosa che ci unisce e ci protegge dal mondo. Questa data rappresenta qualcosa che va oltre le barriere: quelle fisiche, in senso geografico, abbattute da coloro che dovendo lasciare la propria terra hanno portato con sé il bene più prezioso, la nostra Mamma e la Festa a Lei dedicata. Ma anche le barriere di genere, e questo ce lo ha insegnato l’arrivo della pandemia.