Da quando, più di un anno fa, sono entrato a far parte della famiglia di Irpinia World, il mio scopo è stato sin da subito far conoscere la mia comunità al di fuori dei confini della stessa. Conoscere una comunità significa entrare in contatto con le radici storico culturali che da secoli delineano il ritratto di quest’ultima, attraverso le peculiarità e i monumenti di carattere storico artistico culturale che definiscono e descrivono la comunità stessa.
Ripercorrendo le varie fasi della storia locale una considerazione che non si può non fare riguarda lo stretto rapporto che c’è e da sempre c’è stato tra la realtà locale e la fede. A Lapio, come in molte altre comunità sparse per il mondo, i monumenti religiosi riflettono in modo emblematico la storia nella città in cui sono sorti. Proprio per questo motivo oggi ho intenzione di iniziare un immaginario viaggio insieme ai numerosi lettori di Irpinia Word, che ci porterà a scoprire le bellezze artistico-religiose di Lapio.
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Storia
La chiesa venne edificata tra il XV e il XVI secolo nella località detta “il Piano” o “Pianello”. L’edificio originariamente si sviluppava in senso longitudinale con cappelle allineate sul lato sinistro, come dimostrato da un’antica pianta risalente al XVII secolo, periodo in cui la chiesa subì alcune modifiche strutturali. Tuttavia, l’attuale aspetto si deve alla ricostruzione degli ultimi anni del XIX secolo e conclusasi nel 1892, come lascia intuire un’iscrizione latina posta davanti all’entrata principale.
Durante il corso del XIX secolo infatti la struttura presentò problemi di staticità; si decise pertanto che la chiesa andava ricostruita interamente. Il progetto della nuova chiesa venne redatto dall’ingegnere torinese Angelo Labò. Il lavoro venne iniziato dal muratore locale Silvano Romano.
L’edificio conserva al proprio interno importanti reliquie donate dai signori Filangieri e tuttora esposte alla pubblica venerazione. Tra le opere commissionate dai baroni si ricordano: il fonte battesimale con l’antico stemma di famiglia e i paramenti sacri donati dalla principessa Anna De Ponte nella prima metà del XVII secolo.
Dopo il tremendo sisma del 1980, che le causò danni rilevanti, venne sottoposta ad un profondo lavoro di ristrutturazione; ci sono voluti otto anni per riportare allo splendore di una volta la Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire.
Descrizione artistica
Oggi la chiesa madre di Lapio si presenta con una facciata esterna un poco sacrificata alla vista perché vicina ad altri edifici. Nella composizione della stessa si notano due impalcati: l’inferiore composto da tre campate, il superiore da una sola campata, la quale è baricentrale rispetto all’inferiore. Il prospetto dell’edificio a tre navate ripropone in maniera evidente la struttura interna. Il corpo centrale dell’edificio è largo circa il doppio rispetto ai due corpi laterali.
Ad una modesta facciata a salienti, sulla quale spicca un mosaico di recente fattura, si contrappongono degli interni pregevoli. Le navate laterali si presentano con cinque volte a botte ognuna ed uno spazio frapposto tra le prime quattro e la quinta volta. Di grande vanto è il soffitto rettangolare e piano sul quale spiccano numerosi affreschi.
La navata destra, sulla quale si possono notare un crocifisso di antica manifattura, una statua lignea di San Pio da Pietrelcina, un altare dedicato a Santa Lucia V. e M. e una statua che rappresenta il Sacro Cuore di Gesù, termina con un altare centrale è dedicato a S. Pietro Martire da Verona, patrono di Lapio. sulla navata sinistra si possono ammirare un altare dedicato a San Michele Arcangelo, una statua di San Giovanni Bosco, un busto di Santa Caterina, una statua di Santa Rita, un quadro di Sant’Antonio, una statua della Madonna del Carmine, nonché il monumento funebre del cardinale Giuseppe Caprio. la navata sinistra termina con un altare dedicato alla Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei.
Nella navata centrale, in corrispondenza dell’ingresso vi è l’altare di Santa Caterina, mentre nella volta della cupola sovrastante si trova un affresco raffigurante il Martirio di S. Pietro. nei quattro angoli della cupola centrale vi sono gli affreschi raffiguranti i quattro evangelisti.
Martirio di S. Caterina
Una delle più prestigiose opere che si può ammirare all’interno della chiesa madre di Santa Caterina vergine e martire in Lapio e la grande tavola dedicata al martirio della Santa co-patrona del piccolo borgo irpino, la cui fattura è riconducibile al periodo che va tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. L’autore dell’opera per la composizione della stessa attinge a una delle tradizioni più diffuse in quel periodo relative al martirio della Santa, secondo la quale Caterina sopravvisse al supplizio della ruota dentata e fu poi decapitata. All’interno dell’opera si nota una forte antitesi tra l’immobilità della Santa, raccolta in preghiera davanti alla ruota dentata ormai in frantumi, e il dinamismo della scena circostante, all’interno della quale si notano elementi tipici della tradizione michelangiolesca. L’opera è costituita inoltre anche da un’altra antitesi, tra luci ed ombre che vanno a rappresentare rispettivamente l’antitesi tra il mondo pagano e il mondo cristiano.
Il sepolcro del Cardinale Giuseppe Caprio
Immaginando di percorrere la navata sinistra dell’edificio sacro ci imbattiamo, a pochi passi dall’altare dedicato alla Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei, dinnanzi al monumento funebre del Card. Giuseppe Caprio, presidente emerito della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede nonché Gran Maestro emerito dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Figlio illustre della piccola comunità lapiana, il card. Giuseppe Caprio nasce il 15 novembre 1914 da Emanuele e da Rosa Carbone, proprietari terrieri dai quali riceve la prima educazione prima di compiere gli studi ginnasiali presso il Seminario Arcivescovile di Benevento. Ordinato sacerdote il 17 dicembre 1938, dapprima trascorse un periodo di servizio presso la Segreteria di Stato; poi, nel 1947, fu inviato presso l’Internunziatura Apostolica di Cina, dove rimase fino al settembre 1951 quando fu espulso dai comunisti, dopo aver sofferto tre mesi di domicilio coatto. Il 14 ottobre 1961 viene eletto Arcivescovo titolare di Apollonia da Papa Giovanni XXIII. Nell’aprile del 1969 Paolo VI lo nomina Segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Il 30 gennaio 1981 veniva nominato Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, incarico mantenuto fino al 22 gennaio 1990. Dal 15 novembre 1988 e fino al 21 dicembre 1995 è stato Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il 30 giugno del 1979 è creato Cardinale da Giovanni Paolo II. Muore il 15 ottobre 2005.
Oggi, ad oltre 15 anni dalla sua morte, riposa – come recita l’epigrafe in latino – coperto dalla terra che lo ha visto nascere, in attesa del giorno della resurrezione.
Salve a tutti! Mi presento: il mio nome è Francesco e ho 18 anni; da sempre mi definisco (e mi definiscono) altruista, positivo e determinato (e anche logorroico). Sono uno studente del quinto anno del liceo classico “Publio Virgilio Marone” di Avellino e ho una grande passione per il teatro e la fotografia. Nel 2019 sono stato uno dei rifondatori del Forum comunale dei giovani di Lapio, del quale sono segretario. Amo la mia terra, che porto sempre nel cuore e che cerco giorno dopo giorno di valorizzare; ho scelto di prendere parte a questo progetto per mettere in evidenza il piccolo angolo di mondo nel quale vivo: Lapio, un paese le cui mura hanno tante storie da raccontare. Pronti a conoscere queste storie? Iniziamo…
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