Il Tartufo nero di Bagnoli Irpino

Il Tartufo di Bagnoli: il Re della cucina irpina

CONDIVIDILO CON I TUOI AMICI!
Il Tartufo nero di Bagnoli Irpino
Foto di Giovanni Nigro

Oggi vi porto alla scoperta di quello che è considerato il Re della cucina nostrana, non solo in Irpinia. Il Tartufo Nero di Bagnoli Irpino è un prodotto che contribuisce ad innalzare ancora di più la cucina della Provincia di Avellino. Resta un sapore quasi di altri tempi, considerando ancora la tradizione che ne rappresenta tra i miei compaesani. Infatti, esiste ancora un gruppo di cavatori di tartufi legati al passato, con gli stessi cani, gli stessi orari e gli stessi posti, che noi chiamiamo “botte”. Un prodotto della tavola pregiato, che raccoglie ogni anno molti avventori che si riversano per le strade di Bagnoli Irpino e salgono sull’Altopiano Laceno per scoprire le varie ricette rivisitate per permettere di assaporare questo che io considero un “frutto prelibato”.

Cenni storici

È doveroso parlare della sua storia che io ho riscoperto leggendo qualche libro presente nella Pro Loco e nella Biblioteca di Bagnoli. Partiamo dall’inizio.

Del Tartufo di Bagnoli se ne parla già nella prima metà dell’Ottocento, quando il naturalista Carlo Vittadini lo classificò come un tartufo molto apprezzato nei secoli dalle nostre popolazioni e che ha il suo habitat naturale nel comprensorio dei Monti Picentini. Da Vittadini arriva anche il nome scientifico “Tuber Mesentericum Vitt”, ma a noi piace chiamarlo comunemente “Tartufo nero di Bagnoli”. 

Il Tartufo nero di Bagnoli Irpino
Foto di Giovanni Nigro

L'evento "Il Nero di Bagnoli"

L'evento Il Nero di Bagnoli
Foto di Giovanni Nigro

Al Tartufo a Bagnoli dedichiamo un evento nell’ultimo week end di ottobre: “Il Nero di Bagnoli”, che ha raggiunto e superato i 40 anni, una tradizione che si ripete e che, insieme alla Castagna, permette a noi di dare giusto risalto al Re della cucina irpina. Ma permette ai turisti di viaggiare alla scoperta del borgo di Bagnoli, con le eccellenze non solo culinarie. 

Una immersione tra musica e balli della tradizione. Ogni anno l’evento ha portato nel centro storico migliaia di persone diventando ormai un appuntamento fisso.

Curiosità

Il Tartufo a Bagnoli è sostanzialmente una identità e lo si capisce anche dai numeri importanti che si aggirano intorno ai 15000 kg a stagione. Tutto questo è possibile grazie alla conoscenza dei bagnolesi della montagna e degli amici cani, che sono il fulcro della ricerca del tartufo.

Infatti, tra padrone e cane si crea giorno dopo giorno una vera fiducia che porta al risultato finale: cioè quello di ricercare tra le montagne e sotto vari centimetri di terra il frutto. Il cane, fin dalla giovane età, viene allenato a ricercare sotto terra il tartufo, a cavarlo e a riportarlo al padrone che ad ogni tartufo trovato consegna un premio in cibo. Ma non solo i cani sono professionisti nella ricerca, infatti, anche il cinghiale, presente in buona parte sul nostro territorio comunale, purtroppo, ne è ghiotto e ne compromette la ricerca.

La ricerca del nero
Foto: Instagram @passione_laceno

I cani più usati dai tartufai professionisti o come si dice in gergo ‘di mestiere’ sono: Bracchi, tra loro i preferiti sono quelli Tedeschi ed Ungheresi, Beagle, Épagneul breton, Pointer, Bracchi Pointer (incrocio tra le due razze), Lagotto romagnolo, Spinone, Grifone, Cocker e Jack Russel, ma vanno bene anche altre razze di cani cosiddetti “meticci”.

Appuntamento alla scoperta di Bagnoli

Dopo aver ricordato cosa rappresenta per me e per tutti i bagnolesi, ma non solo, il tartufo, voglio darvi appuntamento ai prossimi articoli su Irpinia World dove sarà possibile scoprire la trasformazione del prodotto dalla ricerca alla tavola, con ricette della tradizione e qualche altra curiosità. Augurandovi un buon appetito!

ricette tartufo nero di bagnoli
AUTORE
CONDIVIDI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »