Le delizie del Grano

Altavilla in un morso: A pizz’ da Zi’ Luisella

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Le delizie del Grano
La pizza in forno - Scatto di Maria Benedetta Polcari

Oggi voglio raccontarvi una storia. Una storia bellissima e richiede una premessa necessaria, che è la seguente: ognuno di noi altavillesi, ben più di una sola volta – nella propria vita – si è ritrovato ad addentare una pizza speciale. Alta, soffice, semplice. Una pizza fatta nel ruoto, con l’impasto del pane. Una pizza che profuma di pomodoro, origano e tradizione. Sappiamo tutti di cosa sto parlando: è la pizza di “Zi’ Luisella” ed è in grado di accompagnarci in ogni momento della nostra giornata.

Che sia a colazione, a pranzo o a cena, questa leccornia è, da moltissimi anni a questa parte, uno dei pezzi forti della nostra storia e della nostra tradizione culinaria, non solo in grado di soddisfare i nostri palati, ma anche di legare una moltitudine di generazioni diverse con la sua bontà e la sua semplicità. Noi tutti lo sappiamo: la pizza di Zi’ Luisella va a ruba ogni giorno ed è il capriccio perfetto in ogni occasione.

Ma quanti di noi possono dire di conoscere la vera storia di una delle merende preferite dagli altavillesi? Ho avuto modo di parlare con Ludovica, una ragazza dolcissima e appartenente alla terza generazione della famiglia Malegieri, panettieri dal dopoguerra e maestri nell’arte della panificazione. Ludovica mi ha raccontato un po’ della bellissima realtà che circonda il panificio che una volta era dei suoi nonni e che ora è dei suoi genitori, di com’è nato e com’è andato avanti. È un racconto che parla di amore, di passione e di sacrificio. In una parola: di famiglia.

Arco
Le delizie del Grano - Scatto di Maria Benedetta Polcari

Gli Albori

La passione per il pane che contraddistingue – da molto tempo – la famiglia Malegieri, ha inizio da nonno Mario che, in gioventù, lavorava in un mulino, grazie al quale accumulò una vasta conoscenza in materia di farina. Purtroppo, con i bombardamenti provocati dalla Seconda guerra mondiale, il suo luogo di lavoro fu distrutto e Mario fu costretto ad arruolarsi.

Tuttavia, con il senno di poi, fu quasi una fortuna: di ritorno dalla guerra, Mario decise di concentrarsi sulla sua grande passione per il pane e di imparare tecniche e preparazioni della panificazione. Dopo aver lavorato in diversi panifici, aprì il suo primo forno ad Altavilla, insieme a suo fratello Galliano.

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Quando Galliano scelse di trasferirsi fuori paese, Mario e sua moglie – la signora Luisa Bosco – decisero di aprire, nel 1950, il loro panificio a conduzione familiare al Corso Garibaldi di Altavilla Irpina, una location storica che tuttora ospita l’attività. I due coniugi riuscirono a completarsi a vicenda e a far fiorire il forno. Infatti, le mani sapienti ed esperte di nonno Mario, uomo timido ed estremamente laborioso, preparavano con cura e fatica le pagnotte di pane, che passavano dall’impasto alla cottura nel tradizionale forno a legna.

Nel frattempo, nonna Luisa – ricordata da Ludovica come una donna forte, carismatica e determinata – diventava la vera icona di questo storico panificio: era lei, infatti, a intrattenere rapporti con fornitori e clienti, con i quali adorava intrattenersi a conversare.

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Solo un pezzo di pizza - Scatto di Maria Benedetta Polcari

La nascita della Pizza

Fu proprio da una di queste stimolanti conversazioni che nonna Luisa – divenuta per tutti “zì Luisella” – trovò l’idea della pizza che soddisfa ancora adesso il palato cittadino. Infatti, chiacchierando con un suo caro amico, si iniziò a discutere della bontà innata del loro impasto per il pane, lavorato con il lievito madre e ad alta digeribilità, e della possibilità di realizzare una pizza semplice e buona, da chiudere a libretto e utilizzare come colazione al sacco, soprattutto per venire incontro alle esigenze di quella vasta porzione di lavoratori che all’epoca tenevano viva l’economia di Altavilla: i minatori.

Così incominciò, tra il 1969 e il 1970, come una sorta di scommessa: nonno Mario e nonna Luisa decisero di realizzare una pizza morbida, alta, condita con pomodoro e olio d’oliva, semplice e senza troppi fronzoli, ma buona e gustosa quanto il loro pane. In pochissimo tempo, la pizza di zi’ Luisella riscosse un successo enorme.

All’inizio veniva consumata principalmente dai minatori, che la mangiavano durante la lunga e faticosa giornata lavorativa, ma non ci volle molto prima che tutti – e dico davvero tutti – iniziassero a consumarla a colazione, a pranzo o a cena. La tradizione altavillese vuole che la pizza di zi’ Luisella sia perfetta da mangiare la mattina presto, a colazione, prima di andare al lavoro o dopo aver marinato la scuola.

Tonino e Sabina - Scatto di Maria Bendetta Polcari

Da ieri a oggi

Con gli anni e con la scomparsa dei cari nonni, il forno è passato ai genitori di Ludovica – papà Antonio e mamma Sabina – che, con non pochi sacrifici e moltissima, emozionante dedizione, hanno portato avanti l’attività familiare, talvolta mettendo da parte i loro sogni per dedicarsi interamente alla fortuna di famiglia e tener viva, con molto successo, la fiamma dell’eredità che gli è stata trasmessa.

E “qual è il segreto di questa pizza così buona?”, ho chiesto a Ludovica. Mi risponde che il segreto è che non esiste alcun segreto. Tutto consiste nella dedizione, nella cura di ogni passaggio, nel sapersi prendere del tempo per ricercare l’equilibrio giusto tra i sapori, per realizzare quella semplicità gustosa che contraddistingue da molti anni le ricette ideate da nonna Luisa e nonno Mario, poi sapientemente affinate da Antonio e Sabina.

A mio modesto parere, la morale di questa storia risiede proprio nel tempo. Nell’imparare a rallentare, sia che si tratti di impastare una buona pizza in teglia, sia che si tratti di prendersi qualche minuto e gustarsi quella stessa leccornia, lontano dalla frenesia quotidiana che ci inghiottisce. È un po’ quello che la pizza di zi’ Luisella rappresenta per tutti noi: tempo, risate, sapore, festa. E famiglia.

Autore: Giorgia Greco 

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