Questi mesi passati dentro casa sembrano terribili. Ci manca la nostra quotidianità, ormai sostituita da altre abitudini: incarcerati, serrati nelle nostre case, senza la possibilità di poter passeggiare per il nostro amato corso, di poter prendere un caffè con un amico o di mangiare il ragù della nonna di Domenica. Ci manca sentire gli odori del Paese vecchio e discutere di calcio al mercato domenicale. Siamo chiusi da due mesi dentro una vita che non è la nostra.
Una tragica vicenda
Una vicenda che, però, nel nostro amato paesello ha dei precedenti non tanto lontani. Mi riferisco all’epidemia di Colera del 1887: un morbo abbastanza lontano da quello del COVID-19 in quanto a mortalità e letalità, ma nonostante ciò non è difficile trovare punti di contatto tra i due eventi. Così, per raccontare le vicende di quell’anno, ho rispolverato l’encomiabile “Monografia Storica di Altavilla Irpina” scritta da Michele Severini a inizio Novecento. Lavoro unico che, con dovizia di particolari, ci racconta l’intera storia della nostra comunità dagli albori a fine ‘800.
Il colera infierì ad Altavilla dal 13 settembre al 20 ottobre del 1887. Il totale dei colpiti fu di 275 persone, con una letalità del 37% e il morbo si portò con sé ben 103 altavillesi. Fra i comuni della provincia, il nostro fu il più duramente bersagliato, al punto da costringere tre quarti della popolazione a scappare via al primo sentore di colera. Più terribile e minaccioso diventava il propagarsi del batterio, meno persone restavano in paese per soccorrere gli infermi. Anche alcune persone tra quelle individuate per far parte di un Comitato di vigilanza, costituito per l’occasione, si diedero alla fuga.
Gli eroi altavillesi
A quel tempo, a capo dell’amministrazione comunale vi era l’anziano assessore Emilio Caruso e il lavoro svolto fu esemplare: in quei giorni, dalla mattina alla sera, non si stancò di accorrere in tutte le case piegate dal colera, rincuorando i degenti e le loro famiglie impaurite e contribuendo a provvedere a quanto fosse indispensabile in tale evenienza.
Tuttavia, l’anziano amministratore non fu l’unico cittadino a distinguersi per l’instancabile operato. Infatti, tra questi vi furono anche il farmacista Domenico Bruno, il segretario comunale che – rimasto solo in ufficio fin dal primo momento della diffusione del colera – si prodigò affinché non gravassero pesanti perdite sulle casse del Comune e Federico Capone, personalità illustre della nostra comunità ed eccezionale filantropo, il quale mise a disposizione dei malati il miglior vino delle sue rinomate cantine e contrasse egli stesso il morbo, riuscendo fortunatamente a salvarsi.
Inoltre, un grande aiuto ai malati fu fornito dal medico Raffaele Landolfi, che fu tra le prime vittime dell’epidemia. Infine, tra gli eroi altavillesi che operarono durante l’epidemia di colera, non si può non citare il giovane missionario padre Alberico Crescitelli, oggi Santo per la Chiesa. Tornato dai suoi studi ecclesiastici, si mostrò tra i giovani più infaticabili per il contrasto del batterio, prodigandosi senza sosta per la sua comunità natale.
Ma quelli che diedero il contributo maggiore furono dodici giovani ragazzi appartenenti ai RR. CC. (Corpo dei Carabinieri Reali) che, arrivati ad Altavilla per rinforzare i soccorsi, si distinsero per la più totale abnegazione che li vide protagonisti nella sconfitta del colera. Proprio come successo ai giorni nostri, il panico si diffuse in ogni dove: persino i becchini erano scomparsi e nessuno voleva prendersi il rischio di tumulare i defunti. Oltre a tutelare l’ordine pubblico, i carabinieri pensarono anche, con ammirabile spirito di sacrifico e con indomito sangue freddo, a destinare alle salme la sepoltura dignitosa che meritavano.
Mesi di angoscia
Furono accesi mucchi di zolfo grezzo che bruciarono per parecchi giorni nei diversi punti del paese: ardevano anche di notte tanto che, al mattino, i vasi di fiori che si tenevano sui balconi si ritrovavano seccati e ricoperti di zolfo. Tuttavia, questo rimedio non portò all’abbattimento del morbo e fu invece letale per molti concittadini, come Alessandro Di Troia e Francesco Cirelli, che morirono soffocati dalle esalazioni dello zolfo.
Scorrevano ben tristi e angosciose le giornate di quel nero settembre. Un silenzio tombale avvolgeva Altavilla, rotto solo dal sordo rumore delle pesanti ruote del carro funebre, che andava in giro a raccogliere i morti, e dal continuo martellare dei falegnami, che inchiodavano le bare. Di tanto in tanto monotoni rintocchi della campana a martello lasciavano stordita e affranta un’intera comunità. La nera signora era l’unica a vagare per le strade del paesello.
Il risveglio di un grande paese
Finito il colera, grazie al grande spirito di collaborazione del popolo altavillese, il paese si avviò alla rinascita, intraprendendo la via della prosperità e del progresso. Furono ultimati i lavori per la stazione Ferroviaria inaugurata l’8 Marzo del 1891. La Miniera di Zolfo divenne perno della produzione energetica italiana e da lì a poco Altavilla divenne un punto di riferimento per tutti i territori limitrofi. La storia ci insegna che il nostro popolo ha sempre reagito con forza e determinazione alle sfide della sorte; è nelle avversità che un grande paese si dimostra tale, non dimenticare significa guardare al futuro con occhi più consapevoli.
Spesso la forza di una comunità deriva dalle credenze che la contraddistinguono.
E’ iniziato il mese di maggio e con questo la stagione delle nostre feste di paese. Per scoprire con noi tradizioni, credenze e leggende, religiose e popolari, vi invitiamo a seguirci nel nostro prossimo articolo!
Autore: Gaetano Gagliardo
Siamo il Forum dei Giovani di Altavilla, organismo ricostituito nell’ottobre 2019 dopo diversi anni di inattività.
Decidiamo di aderire a Irpina World perchè consapevoli che il futuro dell’Irpina risiede nella rete collaborativa che possiamo iniziare a tessere oggi.
Avere la possibilità di condividere fuori dal nostro territorio le nostre tradizioni e di entrare in contatto con quelle dei paesi limitrofi, costituisce un’occasione di crescita da non perdere che non vogliamo lasciarci sfuggire!