Bentrovati a tutti gli amici di “Irpinia World” con il nostro periodico appuntamento alla scoperta delle meraviglie del piccolo borgo altirpino di Cairano! In questo articolo voglio presentarvi la piccola chiesa dedicata al nostro santo patrono Leone Magno.
Mentre si sale dalla valle per le stradine un po’ ripide e scoscese di Cairano, salta all’occhio una chiesetta la cui particolarità, che attrae l’occhio di chi la vede per la prima volta, è sicuramente il luogo dove essa sorge: completamente arroccata sul pendio nord della rupe di Cairano. La domanda che sorge spontanea è: perché costruire una chiesa proprio sulla rupe e non al centro del paese?
Mi sono posto questa domanda sin da quando ero piccolo e i miei nonni mi rispondevano sempre che S. Leone così aveva disposto: Il nostro santo patrono, secondo un’antica leggenda tramandata dai nostri nonni, è apparso in quel luogo, appoggiato su un ramo di sorbo, ad un ragazzo “un po’ particolare” del paese dicendogli di andare immediatamente dal curato e chiedergli di costruire lì una chiesa affinché gli abitanti di Cairano potessero trovare presso di lui rifugio conforto e intercessione. Il ragazzo corse immediatamente dal curato dicendogli che aveva visto san Leone in trono sull’albero di sorbo della rupe e che voleva una chiesa lì. Ovviamente il curato non gli credette e lo mandò via! Dopo una settimana, san Leone gli apparve di nuovo e il ragazzo, intimorito, gli disse che il curato l’aveva scacciato e non gli aveva creduto e fu così che san Leone dettò al povero ragazzo un inno in lingua latina a lui dedicato: il ragazzo analfabeta lo imparò a memoria e andò coraggiosamente a recitarlo al curato. Quest’ultimo, sorpreso e incredulo, accolse la richiesta del ragazzo e ora san Leone giace ancora lì, su quel ramo di sorbo con la sua statua di stucco attaccata al muro absidale. È questa la storia che raccontano i nostri nonni e che viene tramandata di padre in figlio: che sia una storia vera o una leggenda questo a noi cairanesi poco importa; la cosa importante è preservare e tramandare la fede povera e autentica di chi ci ha preceduto e questo noi giovani dovremmo impegnarci a farlo sempre!
L’edificio nel suo complesso
L’edificio si presenta in modo semplice: una navata unica con volte in muratura.
Durante il terremoto del Novembre 1980, l’edificio ha subito alcuni danni strutturali che l’hanno reso inagibile per anni: fin da piccolo guardavo con tristezza quella chiesa “sbirciando” con un sano timore misto a emozione, quell’uomo seduto ritto in trono che colpiva il mio occhio poggiato alla grande serratura della porta. Ho sempre avuto un grande desiderio di entrare in quella chiesa per vedere da vicino quella statua “abbandonata” e, questo mio desiderio, è stato appagato nel momento in cui si è avviato il restauro dell’intero edificio durante la prima decade degli anni 2000. Ricordo ancora con emozione il giorno in cui aprirono quella grande porta e potei ammirare da vicino la statua del nostro santo patrono.
Per diversi anni il locale è stato usato come centro polifunzionale della comunità ma finalmente, dopo quarant’anni, il 10 Novembre 2020 il parroco Mons. Tarcisio Luigi Gambalonga e il sindaco Luigi D’Angelis, hanno accolto la voce che scaturiva forte dal cuore di ogni fedele e la chiesa è stata riaperta al suo culto originario. È stato un giorno di gioia e commozione per tutta la Comunità che entrerà negli annali di Cairano.
La facciata, con il suo colore azzurrino e le due paraste in stucco di colore bianco, donano un po’ di vivacità all’intero edificio che presenta una muratura in pietra. Il timpano dona slancio alla piccola facciata insieme alla nicchia campanaria che sorge all’estrema destra del tetto. Il portale è in semplice pietra locale.
Il presbiterio
Il presbiterio, molto piccolo nell’insieme, ospita un altare barocco in marmi commessi di maestranze napoletane datato A.D. 1777. Incastonate, nella predella dell’altare ci sono delle maioliche settecentesche.
Sulla parete di fondo dell’abside si trova un retablo in stucco (termine spagnolo che indica una grande pala d’altare inquadrata architettonicamente) che raggruppava cinque dipinti andati purtroppo perduti nel corso del tempo Il retablo racchiude, in una nicchia al centro, la statua di S. Leone Magno in stucco dipinto di fattura cinquecentesca che lo ritrae seduto in trono con la tiara sul capo e il pastorale nella mano. Questa fa un tutt’uno con la parete absidale e non è removibile.
Avanzando nella navata, sulla destra, troviamo un altare laterale in pietra locale dell’inizio del XX secolo che ospita una statua lignea di S. Antonio di Padova del 1917, che merita attenzione.
Infine, nella piccola sacrestia laterale, è degno di considerazione un lavabo in pietra locale con un bellissimo mascherone.
Le fede popolare e l’intercessione di S. Leone Magno per i contadini
La fede semplice degli abitanti di Cairano espressa nel culto di S. Leone Magno, ha prodotto nel tempo diversi inni a Lui dedicati, oltre a racconti, aneddoti e credenze che alcuni anni fa noi giovani, insieme al parroco di allora, decidemmo di raccogliere in testimonianze, fotografie, articoli e scritti che abbiamo raggruppato e messo in “mostra” nella chiesetta a lui dedicata durante la commemorazione estiva del santo (la sua festa liturgica, infatti, cade il 10 Novembre e la commemorazione estiva, per rendere viva la partecipazione dei nostri compaesani emigrati, avviene la terza domenica di luglio).
Attraverso questo lavoro, abbiamo recuperato un antico inno che si stava oramai perdendo insieme a foto storiche, aneddoti, racconti, testimonianze. In alcuni di questi spicca, in particolare, l’intercessione di San Leone sul raccolto: durante i temporali estivi o quando il cielo minacciava la grandine, era usanza suonare la campana della chiesa di san Leone come richiesta di aiuto da parte dei fedeli per preservare i raccolti della campagna.
La tradizione narra di un altro miracolo attribuito a san Leone Magno nelle campagne limitrofe di Calitri dove un contadino calitrano imprecò verso il santo durante un incendio che si diramò sulla sua aia dicendo: “E moh, cupplon r’ Carian Si m vuoi’ aità’!” (Ed, ora, coppolone di Cairano, se vuoi aiutarmi!); si narra che arrivò all’improvviso un vento talmente forte che virò il fuoco lontano dall’aia.
Infine un altro prodigio è attribuito al volto della statua di san Leone: si narra che l’incarnato del volto giovanile di san Leone, di solito rubicondo, diventi scuro quando deve succedere qualcosa di tragico alla comunità o al paese. Ci sono sicuramente tante altre testimonianze e racconti attribuiti alla figura del nostro santo patrono, che cercherò personalmente, nel limite del possibile, di ricercare e trascrivere.
Ringraziamenti
È stato per me un onore e ho provato un’emozione particolare scrivendo questo articolo. Ringrazio di cuore, ancora una volta, il mio parroco e padre spirituale Mons. Tarcisio Luigi Gambalonga per il suo prezioso contributo sulle note descrittive tecniche, architettoniche e artistiche dell’articolo.
Sperando che possiate tutti venire presto a visitare da vicino tutto ciò che ora vi sto raccontando, vi saluto con affetto e vi dò appuntamento al mio prossimo articolo sul piccolo borgo di Cairano.
Blogger Cairano. Ciao sono Luca, un ragazzo nato e cresciuto a Cairano e che vive tuttora a Cairano. Sono un tipo molto solare, a cui piace stare in compagnia e lavorare insieme; mi piace avere molte conoscenze e amicizie e ne ho tante sul territorio. Mi piace collaborare per qualcosa di bello per la nostra terra che possa aiutarla a renderla più viva. Sono impegnato da anni in alcune associazioni presenti sul territorio che si impegnano in qualcosa di concreto per la nostra amata Irpinia. Sono felicissimo di far parte di questo gruppo di giovani come me che hanno a cuore la crescita e la promozione della nostra cara terra. Sarò il promotore, in particolare, di Cairano, il paese più piccolino di tutta l’Irpinia, povero demograficamente (in particolare povero di gioventù) ma ricco di arte, storia, cultura e folklore. Mi piace gridarlo a tutti: IO AMO L’IRPINIA, IO AMO CAIRANO!
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