Nell’ultimo articolo ci eravamo lasciati con una passeggiata virtuale in alcuni dei vicoletti di Calitri. In questi giorni, ripercorrerli in solitudine genera, mescolato alla solita sensazione di pace, un pizzico di nostalgia, al ricordo di questi stessi luoghi che, in questo particolare periodo dell’anno, si preparavano a vivere insieme al Presepe, insieme alla comunità, in cui a riecheggiare erano i canti natalizi, i canti popolari, il chiacchiericcio delle persone, anziché il rumore dei propri ed unici passi.
Proprio in questi giorni, infatti, si sarebbe tenuta la 24esima edizione del “Presepe Vivente”, organizzata dal Circolo Aletrium: un’occasione di pura riscoperta dei valori tradizionali, delle proprie radici e della cultura locale.
Un evento in cui non solo si mette in scena una rievocazione di tradizioni, di profumi, sapori, ma che permette di ridare anima al cuore del paese, al suo centro storico, ai ricordi del passato, propri ed altrui, a quel senso di autentica partecipazione alla comunità, lontana dalla modernità e dalla virtualità, quello spirito di unione e di vicinanza.
l'incanto...
I vicoli offrono ogni giorno un’occasione di evasione dalla vita quotidiana, ma in questo evento ancor di più.
Diventano luogo di riparo dal freddo invernale e dalla freddezza del cuore: il loro spazio ristretto costringe a star vicini, ad aggregarsi (qualcosa che in questi giorni sembra così lontano dalla nostra normalità e anche solo immaginarlo quasi ci spaventa), ricompattando l’intera società, in cui giovani e meno giovani si fondano attraverso il collante che è l’orgoglio di essere figli della stessa terra.
Diventano luogo di riparo dalle distrazioni che ci portiamo costantemente in tasca, a portata di cellulare, costringendo tutti ad ammirare con i migliori obiettivi fotografici che abbiamo, i nostri stessi occhi, l’incanto che centinaia di volontari hanno realizzato.
Un incanto che parte dai portali, finalmente spalancati, di case e grotte ormai abbandonate, che riportano alla luce ricordi di una vita, economicamente più misera, più umile ma paradossalmente più ricca di valori e di calore.
“Vedi, lì c’era l’asinello, lì invece c’erano le galline e lì dormivamo noi, tutti insieme”, “Ah questa era la grotta di r ai Michele, quante volte siamo passati qui davanti, con le vecchiette ‘nanz u prtal che facevano la calza raccontando aneddoti antichi’.
Quante volte ho sentito ripetere frasi di questo tipo, passando di portale in portale, leggendo sempre tra le righe quella malinconica nostalgia verso tempi, luoghi, che forse mai più torneranno. È come se gli spettatori diventassero, in realtà, protagonisti della rappresentazione della propria vita passata, interagendo con i personaggi.
Un incanto che prende forma tra le ampie e lunghe gonne, i vantisini (grembiuli) e maqquatur (fazzoletto da capo) delle donne, alle prese con le faccende di casa, con gli insegnamenti a bambini (non proprio ligi al dovere), ricami, scarpegghie, tra i “trucchi” della magiara che toglie il malocchio; tra uomini con il costume tradizionale calitrano, con i cappelli di feltro, con i “cappotti a rota” per ripararsi dal freddo, intenti nei loro ruoli di mestieri antichi, come il fabbro, il sarto, lo speziale.
Un incanto che prende forma anche attraverso i suoni, tra i canti popolari della “cunvrsazion”, i dialoghi dialettali della “parlata” , in cui le famiglie discutono per “combinare” un matrimonio, il suono della fisarmonica e del canto che un giovane dedica alla sua innamorata affacciata al balcone, la musica che allieta il banchetto nunziale, dove donne, uomini e bambini si lasciano andare a balli e alla quadriglia.
Un incanto che cresce passo dopo passo, assieme allo stupore e al calore natalizio, all’interno di un viaggio a ritroso nel tempo. E quando la magia sembra aver raggiunto il culmine, si è ancora una volta sorpresi, arrivando sino alla Grotta della Natività: i bambini ‘angioletti’ intonano canti natalizi, l’odore del fieno riempie i polmoni, la Madonna, San Giuseppe e Gesù bambino aspettano i visitatori al termine del percorso.
E così si esce da questo incantesimo, colmi di gioia e di serenità e di calore nel cuore.
Le stesse emozioni che ci auguriamo possano scaldare ugualmente i nostri cuori, in questo insolito Natale.
Buone feste a tutti e speriamo di potervi dare appuntamento al prossimo Presepe Vivente.
Blogger Calitri. Studentessa magistrale in ‘Economia e Management’, laureata in Economia Aziendale. Appassionata di fotografia e della mia terra. La mia ambizione più grande è quella di restare e fare del nostro territorio un luogo di opportunità per tanti giovani come me. Ecco perché ho deciso di far parte di questo progetto e di portare Calitri nel cuore di chi mi leggerà.
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