L’Otto settembre è un giorno speciale per noi calitrani, un giorno che ci portiamo nel cuore dall’infanzia e la cui importanza aumenta con il passare degli anni e con la presa di coscienza del suo significato. L’Otto settembre è il giorno dell’Immacolata.
La Chiesa dell'Immacolata
Ammirando la nostra Positano d’Irpinia e volgendo lo sguardo verso il lato sinistro del panorama, balza subito all’occhio una chiesa maestosa, di colore giallo, che sovrasta tre piccoli vicoletti di casette. È proprio quella la chiesa dell’Immacolata Concezione, che ha dato il nome anche alla via. Nel 1710, sotto la guida dei Gesuiti della Congregazione di padre Pavone, fu fondata la Confraternita dell’Immacolata Concezione di Calitri e l’anno successivo iniziò la costruzione della sua Chiesa. In origine a navata unica e coperta a tetto, il progetto successivamente fu ampliato realizzando il nuovo altare maggiore, in legno di tiglio dipinto e indorato, la cupola sul presbiterio e nel 1846 le navate laterali. La Chiesa fu danneggiata dal terremoto dell’80, ma poi ricostruita, mantenendo fede alla precedente. (fonte Arciconfraternita Calitri)
L’altare maggiore, diviso in quattro colonne, ospita nella nicchia centrale la statua dell’Immacolata, realizzata da uno scultore di Napoli (probabilmente Giacomo Colombo) in stile barocco. Ma tralasciando i dettagli artistici, la particolarità di questa statua, oltre naturalmente alla sua bellezza e all’emozione che traspare, è la capacità di far sì che, da qualunque lato ci si trovi, il suo sguardo sembra rivolgersi a ogni presente. Quella dei calitrani, o forse in generale degli uomini, la devozione verso l’Immacolata è qualcosa di particolare ed unico.
L'Otto settembre a Calitri
La giornata dell’Otto settembre inizia di buon mattino, con i primi botti a segnalare l’inizio della festa e subito dopo la banda che, percorrendo le strade del paese, sveglia a suon di musica tutti i compaesani: anche per i più pigri, è un buon ‘buongiorno’. All’ora di pranzo, i più devoti corrono alla Chiesa dell’Immacolata per assistere al momento della discesa della statua dalla sua nicchia nell’altare. È uno dei momenti in cui la tensione è palpabile, sia per i fratelli a cui tocca questo compito, sia per chi assiste. Ma una volta che la statua è posizionata vicino all’altare, mostrando tutta la sua bellezza, l’emozione è così forte da riempire gli occhi di lacrime.
Nel tardo pomeriggio, l’intero paese è riversato in Chiesa, per la liturgia eucaristica e ad aspettare la processione. Non si tratta di una semplice fila di persone che accompagnano una statua, è un atto di amore, per alcuni anche di sacrificio, è un momento di unione, di legame dei calitrani, sia tra di loro che da loro verso la Madonna. Una delle poche cose che unisce realmente tutti i compaesani, anche quelli meno praticanti la religione, è, appunto, la devozione per l’Immacolata. Nessuno si perderebbe l’emozione di vederla uscire dalla sua Chiesa, quando il cielo cupo, che puntualmente ricopre Calitri in questa giornata, lentamente si schiarisce; quando, da qualunque lato ci si trovi, Lei sembra avere lo sguardo rivolto verso te. Quante volte abbiamo sentito espressioni come queste, dai nonni, dai nostri genitori, e oggi dalla nostra stessa bocca.
Dai balconi dei vicoletti abbandonati, i più anziani, gli ammalati, che con una mano asciugano le lacrime di commozione, con l’altra mandano un saluto o un bacio, mentre il corteo passa sotto i propri occhi, alternando il suono della banda, ai canti e alle preghiere, o a volte anche mischiandosi tra di loro.
Fino ad arrivare in Piazza: il tramonto fa da sfondo alla statua, in sottofondo le note di ‘Cuore Abruzzese’, la commozione sale: è questo il momento che più mi emoziona. Il corteo prosegue, tra le giostre dei bambini, le luminarie, ogni cosa intorno ricorda la gioia, la festa. Alla Chiesa Madre ci si ferma ad ascoltare l’Ave Maria, intonato da una voce femminile calitrana e tutto intorno sembra fermarsi, anche le persone incantate.
Ormai buio, è l’ora per l’Immacolata di ritornare nella sua Casa, accompagnata dall’applauso di tutti i fedeli che la guardano ritirarsi dietro la porta della Chiesa.
Non so dare una spiegazione a quello che succede in questo giorno a Calitri, forse non è definibile. Sicuramente la fede non si limita soltanto a questo. Ma so che succede qualcosa, e ,qualunque nome abbia, è pur sempre un’emozione.
Ai calitrani vicini e lontani dedico questo articolo: quest’anno non abbiamo la possibilità di rivivere questi momenti come d’abitudine, ma spero che leggendo questo articolo le sentirete comunque dentro di voi.
Blogger Calitri. Studentessa magistrale in ‘Economia e Management’, laureata in Economia Aziendale. Appassionata di fotografia e della mia terra. La mia ambizione più grande è quella di restare e fare del nostro territorio un luogo di opportunità per tanti giovani come me. Ecco perché ho deciso di far parte di questo progetto e di portare Calitri nel cuore di chi mi leggerà.
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