Sono le parole che fanno i luoghi o i luoghi a fare le parole? Me lo chiedo da quando ho scoperto che la Fiumara, la jùmara come diciamo noi, è un termine che sta ad indicare un tipo di fiume e non il mio fiume. No, non è mio ovvero di mia proprietà ma è quello che scorre a poche centinaia di metri da casa mia, attraversa Carife e diversi altri comuni della Baronia e si chiama Ufita, in verità.
La fiumara è un tipo di fiume che definirei adattivo. Le caratteristiche principali sono il corso breve, il letto largo e ciottoloso. In inverno e in autunno (a seconda delle piogge) tendono ad avere una grossa portata d’acqua, mentre in estate e in primavera la portata diviene scarsissima.
Una strada in mezzo al fiume
Vivendo in campagna da tutta la vita i miei luoghi non potevano che essere a sfondo prettamente naturalistico. Una delle cose che preferivo in assoluto era trovare la strada in mezzo al fiume, attraversarlo. Durante la stagione “secca” infatti, il fiume ridimensionava il suo corso fino a diventare un rigagnolo in alcuni tratti e io mi divertivo a trovare la giusta maniera di passare dall’altra parte senza farmi bagnare dall’acqua. Appoggiavo prima il peso di un piede su un masso che mi sembrava stabile e quando mi rendevo conto che lo era davvero allora muovevo il passo successivo.
Da alcuni anni a questa parte il fiume ha subito profonde trasformazioni e non certo per sua volontà. L’intervento dell’uomo ha logorato la sua naturale bellezza smembrandolo e facendolo letteralmente sprofondare da una parte e inquinandolo indiscriminatamente dall’altro.
Quando ho deciso di scrivere della zona del Fiume, luogo topico di Carife, ho dovuto necessariamente fare i conti con questo aspetto e per questo motivo mi sono messa in contatto con Miguel La Manna, giovane arianese, che lo scorso anno ha condotto diverse inchieste per documentare quanto stesse accadendo all’Ufita e proprio queste inchieste sono state ricondivise e viste da migliaia di persone. A quel punto Miguel ha deciso di fare un passo ulteriore e ha lanciato una petizione su change.com per salvare il fiume dall’inquinamento con l’hashtag #SalviamoIlFiumeUfita
In questi due mesi di blocco totale delle attività produttive, in questi giorni di quarantena, fasi 1 e 2, forse 3, in questi momenti di grande sconforto e paura in cui si è fatto e detto di tutto io sono tornata a passeggiare lungo le rive del fiume insieme a mio fratello e al nostro cane Valentino. Il rumore dell’acqua era sempre lo stesso ma il suo colore tornava ad essere limpido mentre piccoli banchi di pesciolini si muovevano da un punto all’altro eppure non riuscivo a sentirmi contenta di questa ritrovata bellezza… probabilmente la consapevolezza che sarebbe durata poco ha giocato un ruolo importante.
Ecco che torna in gioco l’importanza della valorizzazione del nostro territorio, valorizzazione che passa anche dalla tutela di quest’ultimo attraverso azioni concrete come quella di Miguel, attraverso la nostra attenzione e la cura per i luoghi che abitiamo, attraverso la conoscenza dello spazio che ci circonda poiché solo avendo la piena consapevolezza di ciò che vogliamo salvaguardare saremo sulla buona strada per salvarlo davvero!
Blogger Carife. Sociologa. Vivo in Irpinia da tutta la vita ma mi sono concessa una parentesi universitaria a Firenze. Da quando ho deciso di tornare uno dei miei obiettivi è cercare diffondere le cose belle che il mio paese può offrire e raccontarle nel modo migliore che posso.
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