Serbatoio idrico Conza della Campania

Il serbatoio idrico: simbolo verace della nostra terra

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Serbatoio idrico Conza della Campania
Fonte: Facebook

C’è un tempo della vita in cui si vive di ricordi, vivere è raccontare la propria vita. Le generazioni di un tempo ne sono il documento, vivere vuol dire raccontare. Nel raccontarsi loro non raccontano il passato, ma si istituiscono come una dimensione monumentale per il presente.C’è un tempo della vita in cui si vive di ricordi, vivere è raccontare la propria vita. Le generazioni di un tempo ne sono il documento, vivere vuol dire raccontare. Nel raccontarsi loro non raccontano il passato, ma si istituiscono come una dimensione monumentale per il presente.

Le generazioni di un tempo fanno tradizione. Il loro racconto non è soltanto una memoria ma è un’offerta di sé. Noi non avremmo la percezione del tempo se non ci fosse la memoria, il ricordo. È per questo che oggi vogliamo condurvi in una passeggiata mentale-virtuale offrendovi la possibilità di percepire storia e memoria insite in un luogo caro a noi tutti: Compsa.

Alla scoperta dell'imponente serbatoio

Panorama Conza
Fonte: Facebook

Ma quello che vogliamo farvi conoscere è ciò che per una vita ci ha contraddistinti, quello che era il simbolo della nostra comunità: il Serbatoio Idrico che conteneva l’acqua del “Vullo”. Come per magia abbiamo chiuso gli occhi e ci siamo ritrovati nella Conza di allora, provando a vivere quell’atmosfera di un tempo. Sentiamo un silenzio assordante, si percepisce solo il sibilare del vento. Ed ecco che nella nostra mente riaffiora l’immagine del maestoso “serbatoio idrico” che si trovava in cima. 

Questo costruito negli anni ‘50 in cemento armato, sfoggiava, dal punto più alto del paese, tutta la sua imponente maestosità, tanto da diventare punto di riferimento degli abitanti del paese. Rappresentava la possente fortezza che dominava la valle dell’Ofanto.

Ma non solo. Tolse la sofferenza alle donne, dando a Conza una dignità con l’arrivo dell’acqua nelle case, l’acqua che è un bene indispensabile per la vita. Rimase miracolosamente in piedi dopo il terribile sisma del 1980. Divenne simbolo del sisma stesso e del desiderio di Rinascita ma laddove non ha potuto la forza della natura, ha potuto l’ingratitudine umana. Il serbatoio qualche anno fa è stato abbattuto per far posto ad una torre-faro. Ora il serbatoio non svetta più dalla cima.
Ma tu possente serbatoio rimarrai sempre riferimento di una Conza a noi tanto cara.

Serbatoio di Conza
Fonte: Google

Simbolo di una Conza orgogliosa. Per molte persone potrebbe essere un semplice serbatoio per altri era ed è il simbolo, l’anima di Conza. Era come un faro di notte che illuminava il cammino della vita e per chi veniva da lontano capiva finalmente di essere arrivato nella propria terra. Questo simbolo che ormai non c’è più ha segnato in maniera indelebile la vita di tante generazioni.

Serbatoio idrico oggi
Fonte: Facebook

Tutto quello che ci portiamo nel cuore, fa sì che anche ciò che è stato e non c’è più continui a vivere e ad avere un senso! Se così non fosse davvero ci sarebbe l’oblio! Tutto questo non bisogna dimenticarlo ma raccontarlo, senza filtri. E noi c’abbiamo provato cercando di dare una dignità storica ad un luogo ed un simbolo immemorabile che ci radica alla nostra terra.

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2 commenti su “Il serbatoio idrico: simbolo verace della nostra terra”

  1. Raffaele Vito Farese

    C’è anche un tempo in cui ci si informa sulle reali motivazioni che hanno indotto chi è responsabile della sicurezza pubblica ad adottare decisioni per niente piacevoli ma, purtroppo, necessarie. “Il serbatoio va demolito in quanto staticamente compromesso” lo dichiara il Prof. Arch. Riccardo Dalisi (invito tutti ad andare a leggere su internet chi è e cosa ha fatto Dalisi come artista/designer). Avendo aperto al pubblico il parco archeologico e dovendo assicurare la sicurezza dei visitatori che si sarebbero recati sul parco si dovette procedere alla messa in sicurezza di tutta l’area. La “forza della natura” non l’ha abbattuto ma lo ha danneggiato irrimediabilmente, per cui reso pericolante. Non fu possibile eseguire lavori di ristrutturazione in quanto l’area potrebbe essere oggetto di scavi archeologici e quindi, proprio per onorare quel simbolo, è stato eretto un monumento al serbatoio, costituita da una torre panoramica, alta quanto il serbatoio dalla cui sommità è possibile ammirare tutta la valle sottostante e dotata di impianto di illuminazione che, se messo in funzione, la renderebbe visibile anche in notturna. La “torre” può piacere oppure no (abbiamo scelto il meglio per la progettazione) ma dire che il serbatoio è stato demolito per far posto ad una “torre faro” è una falsità. Non faremo mai un buon servizio alla comunità fino a quando non utilizzeremo tutte le energie per la valorizzazione di quello che c’è. “Utilizzare” il nome Dalisi può solo portare bene al parco archeologico e quindi al nostro paese. Anche nel nuovo centro ci sono tante sculture. Inviterei chi si occupa di cultura e promozione del territorio a realizzare delle didascalie da apporre nei pressi di ognuna delle opere scultoree esistenti in paese, promuovere l’iniziativa ed accompagnare i visitatori in una “passeggiata artistica”.

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