Nel mio racconto a puntate ho registrato la necessità di riscoprire soprattutto alcune tradizioni che mi sono state gentilmente concesse dagli storici e dagli anziani di Bagnoli Irpino. Oggi mi concentro su di un argomento che vive spesso nell’ombra tra le eccellenze irpine: la pecora bagnolese. Molto spesso ignorata e sempre di più mossa da polemiche. L’animale a Bagnoli è tradizione che si avvicina al secolo, ma anche sentimento per i pastori che portano con se un ricordo ad ogni salita sul Laceno: il cosiddetto “alpeggio”.
La pecora bagnolese negli anni
Questa è sicuramente una storia fatta di uomini e donne, di spazi ampi, di lavoro e soprattutto di generazioni impegnate a portare avanti l’azienda di famiglia.
Infatti, da qualche anno si è avviato un cambio generazionale significativo, dove il padre, sia per età e sia per la fatica del tipo di lavoro, ha lasciato al figlio il bastone: simbolo dei pastori. Ad ogni modo oggi si è passati anche ad un tipo di pastore diverso che, con le iniziali tecnologie, riesce anche a sintetizzare il lavoro, rispetto ad un secolo fa. Una cosa che rimane sono soprattutto gli affetti legati alla tradizione nei giorni di sole in cui si raggiunge il Laceno.
Scopriamo la pecora bagnolese
Passiamo ora alla scoperta dell’animale. Si tratta infatti, di una popolazione ovina con caratteristiche produttive interessanti, situata nell’area dei Monti Picentini e da Bagnoli Irpino deriva il suo nome. Alcuni allevamenti si trovano anche nelle provincie di Caserta e di Salerno. Questo animale, anche se allevato in condizioni ambientali difficili, fornisce produzioni rilevanti sia di latte e sia di carne. Una caratteristica che la rende sicuramente unica è la testa nera.
La tradizione
Una delle tradizioni che affascinano soprattutto i curatori di racconti e di reportage televisivi è quella della transumanza. Dalle zone di ristoro invernali, situate perlopiù a pochi metri sul livello del mare, si arriva agli inizi di maggio sull’Altopiano Laceno, dove per qualche mese staziona la pecora bagnolese. Il percorso che porta alla montagna di Bagnoli Irpino vive ancora oggi ed è intriso di tradizione.
Infatti, secondo i racconti raccolti, i pastori non cambiano quasi mai percorso: c’è chi parte da centinaia di chilometri di distanza e staziona con il proprio gregge sempre negli stessi punti, tanto da conoscere a memoria anche gli alberi che di anno in anno sono cresciuti. C’è anche chi nel percorso ogni anno passa davanti la propria abitazione o davanti l’abitazione di un proprio familiare.
Quindi, una tradizione che non si riesce a fermare, sia per la scaramanzia, che vive e resiste nelle zone soprattutto del Sud Italia, sia per un saluto al paese, che si rivede dopo i mesi invernali. Una volta raggiuta la montagna il pastore con il gregge ed il cane pastore al seguito vive le giornate sull’Altopiano Laceno, andando al pascolo.
Il sentimento per la pecora bagnolese
L’altro argomento da trattare quando si parla di pecora bagnolese è il sentimento, di un popolo, ma soprattutto di una categoria.
Come già detto le famiglie di pastori di Bagnoli Irpino hanno cercato negli anni di trasmettere alle nuove generazioni l’importanza dell’essere pastore, anche in un mondo dove i giovani cercano di abbandonare la propria terra per recarsi altrove a lavorare. Con sentimento si intende anche l’amore che questi pastori provano per il lavoro, non da poco, che anno dopo anno trasmettono ai piccoli di famiglia.
Il viaggio continua
Vi lasco a questo punto del racconto con una curiosità che riguarda uno dei prodotti della pecora bagnolese, rimandando sicuramente alle puntate successive su Irpinia World, per qualche ricetta.
Dalla pecora bagnolese uno dei principali prodotti, oltre al classico pecorino stagionato è “R’ caso muscio”: un formaggio morbido e burroso che richiede una preparazione a basse temperature. È possibile trovarlo in commercio anche fino al mese di aprile. È un formaggio molto apprezzato dalla gente del posto e non solo.
La raccomandazione è quella di consumarlo entro i 15 massimo 20 giorni dall’acquisto. Con l’acquolina in bocca vi do appuntamento alla prossima tappa.
Giornalista Pubblicista, caporedattore di Avellino.Zon.it, Ceo della Jonny Q Comunicazione, dj, speaker radiofonico e studente di Lettere Moderne all’Università degli Studi di Salerno. Bagnoli Irpino (Avellino)
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