Esistono luoghi magici che ti ricordano quei sogni che facevi da bambina, quando l’immaginazione ti proiettava in universi paralleli collocandoti in regali dimore fatte di torri, labirinti, passaggi segreti, giardini, fontane zampillanti … quando spensierata vagavi in quello spazio senza tempo in compagnia di fate, folletti e principi azzurri. Di quei luoghi incantati, disegnati dalla fantasia e sbiaditi dalla realtà, non rimane che un alone nella memoria: le chimere non sopravvivono alle stagioni, perdono forma, consistenza, significato … e la vita continua coi suoi affanni, per i miraggi non c’è posto e così quelle immagini che adornano i sogni dell’infanzia si spostano nei cassetti della memoria e lì restano finché un bel giorno non si manifesta una fantastica visione a suggerire che anche la realtà può diventare talvolta fiaba … e viceversa.
La bellezza non ha bisogno di oratori
A Lauro c’è un castello che sembra sgorgare da un sogno, da un’idea … esso dall’alto della rupe che lo sostiene e lo innalza distende il suo sguardo amorevole e al contempo austero sul circondario godendosi beato il caloroso abbraccio di quella verde valle che da un millennio lo culla e lo accarezza. A guardarlo da lontano pare disegnato da un pittore ma avvicinandosi ad esso, magari percorrendo a piedi il suggestivo sentiero in salita che conduce al suo ingresso, si ode la voce dell’antichità … e così l’occhio scorge le tarsie normanne sopravvissute ai secoli che ti fissano raccontandoti le gesta di Ruggiero Sanseverino, signore di Lauro nel periodo della dominazione normanna per l’appunto … o di suo figlio Roberto “Domnus et habitator Castelli que dicitur Lauro”.
Quando si giunge finalmente dinanzi al suo portale che spalancandosi introduce in un’altra dimensione, ogni cosa rimane per un istante immobile e la bocca non è in grado di emettere fonemi: è la bellezza a parlare, a raccontarsi, a trasmettere emozioni … e qui dunque infine si realizza che i castelli no, non sono frutto di poteri magici, non sono dimore di streghe o maghi ma sono scrigni e possono sì diventare palcoscenici di private fiabe ma soprattutto sono manoscritti, inesauribili fonti a cui attingere per ricostruire il passato … E sono spettatori di eventi, talvolta lieti e talvolta tragici, soggiorno di poeti e letterati, testimoni di storie d’amore, matrimoni, ricevimenti sfarzosi, danze…e di incontri politici, rivolte, tradimenti, guerre, fiamme, devastazioni, omicidi, rinascite: I castelli sono storia!
C’era una volta un principe …
Varcata dunque la soglia del maestoso edificio, nato come fortezza ma divenuto nel 1277 dimora della dama angioina Margherita De Toucy, ci si immerge totalmente nell’arte, nello splendore, nell’antichità e ci si trova al cospetto di imponenti torri che perentorie si stagliano contro il cielo separando il primo grande cortile “plebeo” da quello privato, raffinato, elegante, intimo … tinto dal verde del giardino all’italiana e affrescato coi colori che l’estate imprime su quello all’inglese … ma d’improvviso il suono dell’acqua rompe un silenzio quasi religioso e ci si ritrova dinanzi all’ampia peschiera che domina uno spazio remoto in cui il tempo non è transitato.
Attraversare il castello e i suoi ambienti vuol dire intraprendere un viaggio nella storia delle casate che per circa 1000 anni si sono qui succedute e che hanno inevitabilmente lasciato la loro impronta, come nel caso degli illuminati Marchesi Pignatelli che inondarono Lauro e la sua Valle di cultura rinascimentale imprimendo anche nelle pietre le tracce del proprio passaggio: basta affacciarsi dall’alto del torrione occidentale alla loro epoca realizzato, per udire i passi di Scipione mentre percorre quei 200 scalini che separano il palazzo dai leggendari giardini costellati di fontane, labirinti e giochi d’acqua che giacevano nell’area in cui oggi sorge Piazza Lancellotti.
Ma la storia del castello e della bella Lauro non fu sempre fausta, c’è stato un tempo in cui il luogo che oggi è così simile a quei castelli descritti nei romanzi fantastici, era triste e senza vita, segnato dall’incendio del 1799 operato dalle truppe repubblicane francesi. Sembrava dover finire tutto così tra quelle fiamme ma anche la realtà può assumere talvolta le sembianze di una fiaba: e così il fato inviò a Lauro un principe dall’animo cortese che darà nuova vita al Castello, il suo nome è Filippo Massimo Lancellotti, l’eroe della ricostruzione.
Il maniero come la fenice, grazie all’intervento di costui, rinasce lentamente dalle sue ceneri divenendo lo splendore che oggi chiunque può ammirare: stili architettonici diversi che si fondono in un insieme elegante e raffinato, arricchito da piante esotiche, giardini, decori, fontane e antichi capitelli. Filippo amò Lauro e fu a sua volta amato, il castello, questo castello, non può prescindere da questo principe e dalle sue gesta ed è per questo che porta il nome dei Lancellotti e non quello del territorio che da secoli lo cinge.
Oggi il Castello Lancellotti, dopo mesi di solitudine e silenzio, riapre le sue porte ansioso di svelare segreti e di narrare storie.
Blogger – Lauro
Sono una persona semplice, amo gli animali, ritengo che non siano loro le bestie; Non amo molto i gioielli, specialmente quelli costosi, preferisco gli accessori di poco valore; Non amo ricevere in regalo i fiori recisi: preferisco ammirarli nei giardini dove compiono il loro naturale ciclo vitale e non nei vasi dove hanno vita breve. Adoro il mare … i tramonti e Napoli …
Amo il blues,il canto del dolore, e il mio sogno è raggiungere un giorno quei luoghi che lo hanno visto nascere; Amo i nativi americani , la loro spiritualità e la loro cultura … e amo infinitamente la mia Terra, la mia Campania, il mio Sud … la Magna Grecia. Non tollero abusi, razzismo, ignoranza, arroganza e prepotenza … prediligo il dialogo costuttivo ma non mi piace confrontarmi con chi parla senza conoscere gli argomenti di cui discute ostentando la cultura che non ha.
Dai miei interlocutori amo sempre imparare!
Mastico inglese e spagnolo; sono socia delle associazioni Pro Lauro e Fonte Nova
Interessi vari
calcio; lettura; scrittura in poesia e prosa; musica; Passeggiate culturali;
amo la pizza e sono veg
Citazioni preferite: Veritas filia temporis
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