Bisaccia castello

Alle origini degli irpini: storia di una principessa

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Bisaccia castello
Foto di Bruno De Francesco

Quando si avvista un castello, viene sempre da chiedersi quale favola ci sarà dietro. D’altronde, ogni castello ha una sua principessa.

È nella cornice del Castello Ducale che la storia della Principessa di Bisaccia diventa memoria di un popolo. La sua tomba oggi è conservata all’interno del Museo Civico Archeologico che occupa un’ala della fortezza. 

Una principessa di cui non conosciamo il nome, ma con un ruolo di primo piano sotto il profilo economico e sociale del tempo. Giovanissima, vissuta nel secondo quarto del VII secolo a.C., ciò che più colpisce è la ricchezza del suo corredo funebre, impreziosito di ceramiche e gioielli di raro valore, come i bracciali ad arco inflesso, sempre in numero dispari, ed il bastone, segno del prestigio esercitato dalla donna in vita.

Bisaccia
Foto di Museo Civico Archeologico di Bisaccia

La tomba della Principessa di Bisaccia è stata scoperta nel 1975 durante gli scavi della grande necropoli sulla collina di Cimitero Vecchio, nel lato occidentale del centro storico di Bisaccia. Una fossa rettangolare di più ampie dimensioni rispetto alle altre sepolture, coperta di pietre e ciottoli, al centro della quale stava un grande lastrone di pietra bianca, in origine avente funzione di segnacolo. 

Un altro elemento distingueva questa tomba dalle altre: il recinto di grossi massi, che creava intorno ad essa un limite ben preciso, indicava la presenza all’interno di un personaggio di alto rango sociale. Il recinto era costituito da un doppio circolo di pietre che si sovrapponevano: quello inferiore, tracciato al momento della sepoltura, e quello superiore, aggiunto in un momento successivo, che ha fatto supporre gli storici che la Principessa venisse venerata per molto tempo dopo la sua morte.

Bisaccia Principessa
Foto di Museo Civico Archeologico di Bisaccia

Il ricco corredo di cui è arredata la tomba era costituito da molti vasi d’impasto (brocche, tazze, anforette), vasi d’argilla (brocche, olle) e vasi di bronzo di notevole pregio, importati dall’area etrusca. Ai piedi della donna erano fusaiole di bronzo, una grande olla per derrate ed un fascio di tre spiedi di ferro, simboli della ricchezza agricola e prerogativa quasi esclusiva dei corredi funebri degli uomini di rango presso le comunità indigene. Ciò che distingue in particolar modo la sepoltura della Principessa è la quantità di pregiati monili che adornano la defunta, consistenti in collane d’ambra, pendagli di bronzo, numerose fibule di svariata tipologia e ben 51 bracciali ad arco inflesso.

Altra particolarità è il lungo e prezioso abito funerario della Principessa, rivestito da  quasi 3000 bottoni in bronzo, delimitato in basso da una fascia di anelli e dischi in lamina ed arricchito da una fibula a doppia spirale, di dimensioni più grandi dell’usuale, adorna di numerosi pendagli. Il direttore del Museo Archeologico al riguardo ci dice: “Con questo dono, probabilmente, il marito ha voluto rendere immortale il proprio sentimento per la compagna defunta. Un sentimento che, oltre all’amore, a giudicare dal corredo, racchiudeva anche fierezza e orgoglio per la compagna”. A completare l’abbigliamento, un copricapo di forma conica in bronzo e un velo, tenuto fermo sulla fronte da una serie di anelli di bronzo.

Bisaccia
Foto di Museo Civico Archeologico di Bisaccia

Nel museo, oltre a questa tomba di pregio, sono conservati altri reperti provenienti dagli scavi, collocabili tra l’età del bronzo e quella del ferro (fine IX-VII secolo a.C.). Il luogo dove sorge adesso Bisaccia, infatti, era abitato fin dall’età del bronzo. Sulla collina del Cimitero Vecchio, gli scavi archeologici hanno messo in luce tracce di capanne databili al periodo del bronzo medio (circa 1400 a.C.). Su di esse si sono sovrapposte le case del periodo arcaico (VI-V secolo a.C.), a loro volta ricoperte dall’abitato del IV secolo. I reperti sono rappresentativi della cultura di Oliveto Citra-Cairano, civiltà proveniente dalla sponda adriatica e approdata in Puglia presso l’Ofanto, che, risalendo il fiume, creò villaggi a Cairano e anche a Bisaccia.

Bisaccia principessa
Ricostruzione dell’ambiente insediativo di Cimitero Vecchio nella prima età del Ferro. Fonte Museo Civico Archeologico di Bisaccia

La visita al museo è l’occasione perfetta per conoscere le origini degli irpini, attraverso un percorso che consente di ricostruire la storia della comunità irpina e di Bisaccia, ma anche scoprire il Castello Ducale, la sua storia, le sue leggende, mostre artistiche ed eventi…ed innamorarsi di questo luogo da favola.

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