Nell’immaginario comune, l’autunno è percepita come una stagione da vivere al chiuso, grigia e priva di stimoli esterni davvero interessanti. A Bisaccia, invece, l’autunno è ricco di attività legate all’agricoltura e alla tradizione. Con l’inoltrarsi di questa stagione, infatti, Bisaccia svela non solo magici scenari naturali, ricchi di colori, ma anche importanti rituali legati al terreno.
I mesi autunnali, per la comunità bisaccese, trascorrono tra semina e raccolta. Da un lato, la semina restituisce i terreni alla loro vocazione e li rende fertili, capaci di far germogliare e crescere non solo prodotti, ma anche valori, come la conoscenza della natura, fondamentale per il nostro futuro. Dall’altro, l’autunno porta con sé i grandi raccolti della frutta, la vendemmia, le olive. Ha tutte le sfumature di verde, giallo, rosso ed i profumi intensi di mele, pere, fichi e castagne.
Il paese, in questo periodo, si circonda di neri campi arati e appena seminati, mentre nei terreni tra le colline e il fondovalle, in località Murge, Ischia, Serritella, Serpentara, Vallefiumata, dove l’altitudine scende a poco più di 700 metri, si scopre un paesaggio ricco di vigneti e alberi di ulivo. I nostri antenati hanno avuto in cura, prima di noi, queste terre, le hanno piegate alle loro esigenze, traendone nutrimento e salvaguardandone l’ambiente. E, ancora oggi, le famiglie bisaccesi portano avanti queste pratiche autunnali, rituali che si ripetono annualmente e che rappresentano anche importanti momenti di aggregazione.
Il mese di ottobre è il tempo della “vregna” (la vendemmia) e della lavorazione dell’uva, da sempre genitrice di un rituale in grado di riunire intere famiglie. Tante sono quelle bisaccesi che vi si dedicano, per la produzione familiare di ottimi vini locali.
L’aratura e l’interramento delle stoppie sono le lavorazioni che precedono il periodo delle semine autunnali. Entro la prima metà di novembre i terreni devono essere pronti per ospitare nuove colture agricole, come cereali e frumento. Gran parte delle famiglie bisaccesi possiede terreni dedicati alla coltivazione di fieno da foraggio, grano, avena, orzo e all’autoproduzione di frutta e verdura. Tanti sono i giovani che, pur svolgendo altra attività lavorativa, aspettano il fine settimana per poter portare avanti queste improrogabili operazioni agricole.
Tra novembre e dicembre, i bisaccesi si dedicano alla raccolta delle olive. Chi ha poche piante raccoglie ancora a mano, chi invece ne ha di più utilizza l’abbattitore. Ogni anno si torna allo stesso frantoio e si passa il pomeriggio lì, a controllare le olive, a fare la fila aspettando il turno. Le olive vengono pulite togliendo le foglie, poi schiacciate e macinate, pressate in modo da eliminare l’acqua, e, alla fine del processo, ecco l’olio, verde, denso, profumato e genuino. Difficile descrivere cosa rappresenta l’olio in una terra che ha radici contadine. Semplicemente, potremmo dire che l’olio, per noi, è la quotidianità.
In un tempo in cui tutto sembra omologarsi e confondersi, per fortuna il sapore rurale autentico dell’Irpinia resiste nei rituali e gesti comuni che, ancora oggi, sono portati avanti dalla comunità bisaccese.
Blogger Bisaccia. Profondamente legata al territorio irpino, attiva nell’associazionismo, credo sia importante che i piccoli paesi facciano rete, uniti da idee e progetti per valorizzare e dare nuovo senso alle comunità locali che insieme condividono storia, cultura, tradizioni.
Ti è piaciuto? Condividilo con i tuoi amici!
Resta aggiornato sulle nostre novità!
Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter e riceverai una mail con gli articoli che più ti interessano!
Visita la nostra sezione eventi!
Scopri gli eventi che si terranno in Irpinia e decidi a quale partecipare!