
Il nostro viaggio alla scoperta del piccolo brogo di Carife può continuare! Dove ci eravamo lasciati?
La volta scorsa ci siamo lasciati con la promessa di continuare a scoprire le bellezze di questo piccolo paese irpino e sono ben felice di portarvi con me in un’altra piacevole passeggiata virtuale. Partiremo da dove ci eravamo lasciati: Il Museo Archeologico.
Una tappa obbligata
Siamo partiti dal quello che si può definire canonicamente come il “cuore” di un paese, ovvero la piazza ma imparerai presto che il cuore di Carife batte in tanti punti. Anzi, potrei dirti che per me Carife è un po’ come un polpo. No, che hai capito!, non ha i tentacoli. Mi riferisco al fatto che questo simpatico animaletto ha tre cuori e così il mio paese possiede altrettanti, se non di più, punti speciali.
Dalla piazza siamo arrivati al Museo e ora? Beh, se vedi il museo non puoi non visitare l’area archeologica della Necropoli Sannitica.
Ci incamminiamo proseguendo verso destra, ricorda che qui è tutto un po’ in salita o in discesa a seconda del punto da cui provieni e questo può rimodulare ogni cosa e farti vedere anche una semplice passeggiata come una conquista o come una condanna.

Via Melina, la strada che stiamo percorrendo si intersecherà con la strada che porta il nome della zona che visiteremo oggi: Via Addolorata. Si apre davanti a noi come una forbice e ci fa intravedere, ancora una volta, uno splendido panorama sul rione Fossi.
Ancora pochi passi e di fronte a noi vediamo stagliarsi nitida la facciata della piccola chiesetta dell’Addolorata eretta nella seconda metà del ‘700. Lasciamo l’edificio sulla destra e proseguiamo a sinistra, incamminandoci verso la Necropoli. Si percepisce il profumo del bosco, dopotutto la montagna di Carife ci sovrasta e ci ricorda che siamo immersi nella natura, pur essendo ancora vicinissimi al centro abitato.
Il centro archeologico più importante dell'Irpinia
L’area è molto ricca e rende ancora più importante e preziosa l’offerta museale poiché consente di visitare un vero e proprio parco archeologico che conta circa 22 tombe.
Gli scavi che hanno condotto a questi ritrovamenti sono iniziati a seguito del terremoto del 1980 che aveva portato alla luce i primi reperti. La loro datazione, in gran parte poteva essere collocata tra IV secolo a.C. e inizi del III secolo a.C.
Anche la Necropoli si estende su un pendio del terreno e questo ha fatto sì che le sepolture si addensassero nella parte più bassa del declivio.
Grazie a questi ritrovamenti abbiamo potuto ricostruire la vita quotidiana dei nostri antenati pre-romani e siamo stati definiti anche dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) il centro archeologico più importante dell’Irpinia.
Niente male, no? Bene. Per oggi ci salutiamo. Ripartiremo dal Rione Fossi nella prossima puntata!

Blogger Carife. Sociologa. Vivo in Irpinia da tutta la vita ma mi sono concessa una parentesi universitaria a Firenze. Da quando ho deciso di tornare uno dei miei obiettivi è cercare diffondere le cose belle che il mio paese può offrire e raccontarle nel modo migliore che posso.